Nel 2008, nel match d'esordio al 'Camp Nou' sulla panchina del Barcellona, Pep Guardiola schierò a sorpresa un debuttante nell'undici iniziale: dopo aver perso nella prima uscita col Numancia, il tecnico catalano puntò sul 20enne Sergio Busquets nell'incontro successivo contro il Racing Santander.
Sebbene quella mossa non portò alla vittoria (il risultato finale fu un 1-1), contribuì comunque a gettare le basi del successo di Guardiola in blaugrana, poiché l'attuale capitano della Spagna diventò rapidamente il fulcro del centrocampo.
Molti tifosi del Barcellona sperano che Xavi possa emulare Guardiola come allenatore, e quindi non deve aver sorpreso la scelta di far debuttare un ragazzino durante la prima gara disputata contro l'Espanyol il 20 novembre: Ilias Akhomach ha fatto il suo esordio giocando dal primo minuto, dopo non aver racimolato nemmeno una convocazione con Ronald Koeman.
Ma dato che la Masia è al primo posto nella filosofia societaria della presidenza Laporta, questo debutto è in piena linea con tutto ciò: Ilias è stato a lungo una delle speranze più grandi della 'nidiata' dei 2004, straordinariamente talentuosa e rappresentata anche dal più noto Gavi. Sebbene la sua convocazione sia stata in parte dovuta agli infortuni subiti da Ansu Fati, Ousmane Dembélé e Martin Braithwaite, Ilias sembra destinato ad avere un ruolo importante nella gestione Xavi.
Nato da genitori marocchini, Ilias si è unito alle giovanili del Barça in tenera età prima dell'approdo al Gimnastic Manresa, dove è rimasto per quattro anni attirando nuovamente l'interesse dei blaugrana, che alla fine ha avuto la meglio su altri club importanti.
"In quel momento c'erano diversi club europei che lo seguivano" ha dichiarato il suo agente Horacio Gaggioli a 'Cadena SER', confermando come anche il Real Madrid fosse intenzionato a fare un tentativo.
Ilias, tuttavia, ha sempre voluto rappresentare il Barça e ha trascorso gli ultimi quattro anni a recuperare il tempo perduto, facendosi strada tra le varie fasce d'età. Ha attirato l'attenzione per la prima volta nel 2019 quando, durante un'intervista a 'Cadena SER', l'allora direttore dell'accademia, Patrick Kluivert, ha affermato di aver scovato il "nuovo Messi", vista la capacità del ragazzo di accentrarsi dalla destra col sinistro proprio come l'argentino.
Un peso enorme da porre sulle spalle di un ragazzo così giovane, che Ilias si porterà addosso a prescindere dal suo futuro ancora al Barcellona o meno.
"Ilias non è il nuovo Messi e, anche se lo fosse, non si dovrebbe dire" - ha aggiunto Gaggioli -. "Essere Messi è praticamente impossibile. È un grande giocatore con un potenziale enorme. Al Barcellona lo allenano bene e ha le idee molto chiare. A lui interessa solo il calcio".
Quelle caratteristiche simili a Messi sono state messe in mostra in questa stagione, sia con il club che con la Spagna, nazionale che Ilias ha scelto di rappresentare nonostante le origini marocchine della sua famiglia.
Nella sua quarta partita da titolare con il Barcellona B, Ilias ha segnato una doppietta contro il Siviglia Atletico all'inizio di novembre: prima inserendosi tra l'esterno e il centrale piazzando la sfera di destro nell'angolino, poi con un bel sinistro a ridosso dell'intervallo.
"E' un'ala che sa andare in entrambe le direzioni negli uno contro uno" ha spiegato il fratello e assistente di Xavi, Oscar Hernandez, dopo la promozione del 17enne in prima squadra. "A causa del nostro modello di gioco, abbiamo bisogno di un giocatore così. Merita l'opportunità".
La prima gara con i grandi di Ilias è durata solo 45 minuti e, dopo essere stato costretto a saltare lo 0-0 col Benfica in Champions League a causa di un'espulsione rimediata precedentemente in Youth League, sabato scorso a Villarreal è rimasto seduto in panchina.
Ilias ha ancora molto da imparare, ma Xavi sa bene che in Spagna sono pochi i giovani capaci di trattare bene il pallone come lui: chissà se Ilias riuscirà a raggiungere le vette di Busquets (o Messi), ma non c'è dubbio sul fatto che il suo sia un percorso tutto da seguire.


