Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
Higuain gfxGOAL

Higuain a GOAL: "Ho avuto una carriera meravigliosa, a Napoli momenti indimenticabili"

Pubblicità

Gonzalo Higuain verrà ricordato come uno degli attaccanti più prolifici ammirati su scala mondiale, sia per quanto fatto con le squadre di club in cui ha giocato, che con la Nazionale argentina. Esperienze e numeri che lo collocano di diritto nella ristretta cerchia degli attaccanti più forti di tutti i tempi.

Poche settimane prima di annunciare il proprio ritiro dal calcio, l'attaccante argentino ha analizzato il proprio percorso calcistico in un'intervista esclusiva a GOAL.

La passione e il rapporto con il calcio?

"Quando ero bambino, ho iniziato a usare il pallone per l'amore che ho verso questo sport. Non l'ho fatto perché volevo essere famoso o qualcosa del genere.
Ho sempre sognato di voler diventare un giocatore professionista ma, in quel momento, non sapevo davvero da cosa nascesse.
Quando ero bambino speravo che crescendo e diventando un calciatore professionista avrei provato le stesse cose, ossia quelle molto simili alla passione e all'amore che avevo da bambino nel giocare a calcio.
Poi ti accorgi che non è la stessa cosa. L'amore per lo sport non è lo stesso per tanti motivi: soldi, direttori sportivi e contratti... La tua vita cambia completamente, quindi ho dovuto conviverci. Ho vissuto tante esperienze: alcune grandiose, altre meno.
Il messaggio che vorrei trasmettere a tutti i ragazzi a cui piace giocare a calcio è che devono essere mentalmente forti, perché altrimenti non saranno in grado di arrivare in alto. Ci sono anche giocatori che non sono così bravi, ma sono molto forti mentalmente e sono in grado di arrivare ad un livello alto, però l'unico modo per poter avere una buona carriera è avere abbastanza forza psicologica per poter raggiungere la vetta".
Higuain career splitGetty/GOAL

Il rapporto con le squadre dove hai giocato?

"La squadra dove ho giocato più a lungo è stata il Real Madrid, poi ho giocato quattro anni alla Juve, tre anni al Napoli, poi sei mesi al Milan, sei mesi al Chelsea. Se devo giudicare in base al tempo che ho passato in un club, posso dire Real Madrid, Napoli, Juve per l'affetto reciproco che mi lega a queste piazze. Ho vissuto bei momenti in tutti i club in cui ho giocato e anche in Nazionale.
Probabilmente non ho lo stesso legame che mio fratello ha verso i Columbus, perché non volevo passare così tanto tempo in un club. Volevo spostarmi, provare cose diverse, sfidare me stesso giocando per squadre differenti e mostrare cosa potevo fare ovunque ed essere in grado di vincere ovunque. Federico ha un legame incredibile con Columbus, ma il mio approccio al calcio era diverso".

La pressione vissuta nel giocare al fianco di Messi e Cristiano Ronaldo?

"In molti potrebbero parlare di pressione nel giocare al loro fianco, ma non sono d'accordo. Si prendono la responsabilità quando le cose non vanno bene e per me è un privilegio poter giocare con due dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Ricorderò sempre il fatto di aver giocato con loro nel loro periodo di massimo splendore e nel loro picco. E ora non sono solo grandi ex compagni di squadra, ma anche grandi amici".

I cori e l'affetto dei tifosi del Napoli?

"Sono momenti impossibili da dimenticare.È una delle sensazioni più belle che puoi provare da giocatore, ossia sentire uno stadio pieno di persone che urla il tuo nome dopo un goal: mi viene la pelle d'oca a pensarci oggi. Ma può succedere anche il contrario. Nel calcio non è tutto bello. Un giorno 60.000 persone stanno urlando il tuo nome, quindici giorni dopo potrebbero insultarti.
Le cose cambiano velocemente, molto velocemente. Quindi nel tempo ho cercato di imparare che gli elogi non mi portano troppo in alto e le critiche non mi portano troppo in basso".
Napoli HiguainGOAL/Getty

La gestione delle critiche durante la tua carriera?

"Quando sei il numero 9, in quel ruolo, sei costantemente nell'occhio del ciclone e delle critiche. Ho segnato più di 350 goal e le persone che incontravo non mi hanno mai detto le parole che poi leggevo sui social.
In quei momenti soffri, ma forse senza di loro non avrei potuto godere appieno di tutto quello che ho conquistato. A volte fai tre goal e sbagli il quarto ed è quello che ricordano, ma sono più che orgoglioso e contento del successo che ho avuto.
Dai brutti momenti impari a maturare, a crescere, ed io personalmente non rimpiango niente. Ho perso molte finali: Copa America e Coppa del Mondo, e ho avuto la sfortuna di essere quello che ha fallito un'occasione da goal importante. Sono stati periodi duri, ma poi un anno dopo sono stato venduto per 90 milioni alla Juventus e sono diventato l'argentino più costoso di sempre. Ed proprio lì che capisci che nulla può distrarti dal tuo obiettivo".

I traguardi raggiunti?

"Sono sicuro che quando smetterò di giocare, mi siederò e penserò a tutto ciò che sono stato in grado di vincere. Sono super orgoglioso di ciò che ho ottenuto. Ho giocato per i migliori club al mondo.
Ho giocato in Nazionale per nove anni, ho giocato in Coppa del Mondo, Champions League e ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato nella mia carriera.
Vincere o perdere è una conseguenza; la cosa più importante è il percorso, ed è qualcosa che la gente non mi toglierà mai. Ho avuto una carriera meravigliosa".
Higuain CarrieraGOAL

In carriera hai perso due finali di Copa America e una dei Mondiali: l'Albiceleste poi è riuscita a spezzare il digiuno, vincendo il titolo continentale un anno fa.

"Penso sia destino. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter giocare tre finali e, purtroppo, le abbiamo perse. Quando la Nazionale ha vinto la finale di Copa America ero molto felice. Tutto lo staff, la squadra, Messi, Di Maria, Otamendi, Aguero, sono miei amici. Sono stato molto felice per loro. Sono molto felice che siano riusciti a farcela, ma penso che sia solo destino. Porto con me la consapevolezza di essere stato in grado di giocare tre finali".
Higuain PS calcio tossicoGOAL

La tua vita dopo il ritiro?

"In questo momento non ci sto pensando, ma questo campionato e questo Paese mi hanno fatto imparare e capire come posso godermi tutto ciò che prima non ero in grado di fare. Amo mia figlia e mia moglie, la mia vita ruota attorno a loro. Sono quelli che sono con me nel bene e nel male.
Per quanto riguarda le altre attività, magari mi piacerebbe esplorare il mondo della cucina, magari suonare la chitarra o imparare l'inglese, ma non ho alcuna intenzione di restare nel calcio, almeno a breve termine. È un mondo che ogni giorno diventa sempre più tossico e non mi ci vedo più dentro.
Voglio allontanarmi dallo sport. Sì, lo guarderò, ma so cosa ho vissuto. Penso sia solo un mondo a cui non appartengo tanto quanto pensavo di appartenere inizialmente. Dopo il calcio voglio aprire la mia mente e godermi la mia famiglia e la mia vita".
Pubblicità
0