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Germania fuori dai Mondiali, colpa di FIFA 18 e Call of Duty?

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La demonizzazione dei videogiochi ha radici antiche, iniziata negli anni '80 per aver il suo picco massimo nei primi anni 2000. Fa male alla salute, crea dipendenza, porta ad atteggiamenti negativi nella vita reale. Niente di mai provato, ma di certo o si dorme, o si gioca. Chiedere alla Nazionale tedesca.

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Nelle ultime ore infatti sta circolando insistentemente la voce per cui i giocatori tedeschi, usciti dal Mondiale per la prima volta nella loro storia al primo turno del torneo, avrebbero dormito pochissimo nelle ore precedenti ai match contro Svezia, Messico e Corea del Sud: proprio per stare incollati alla tv, alla Playstation 4 e alla Xbox One.

Invece di concentrarsi sulla vittoria dei Mondiali e sul fare gruppo in ritiro, i giocatori tedeschi si sarebbero isolati per poter sfidare amici rimasti in Germania o gli stessi colleghi presenti nelle altre stanze: tanto che Bierhoff e Low ad un certo punto avrebbero staccato addirittura internet per evitare le sfide a FIFA 18 e Call of Duty World War II.

"Troppi giocatori erano concentrati su loro stessi" ha ammesso Bierhoff dopo l'eliminazione della Germania post sconfitta contro la Corea del Sud, senza però addentarsi riguardo a quanto fatto da Ozil, Khedira, Muller e compagni prima delle partite della fase a gironi.

E' stato provato che l'utilizzo dei videogiochi tiene allenata la mente e i riflessi, così come l'attenzione: ma aver esagerato con l'utilizzo del più famoso gioco di guerra e del simulatore calcistico più in voga degli ultimi anni non ha certo aiutato la Germania a continuare il proprio Mondiale.

Insomma, la caccia ai perchè dell'eliminazione è ancora in atto: che sia la demonizzazione dei videgiochi, il poco feeling tra vecchi e nuovi arrivati della Nazionale e la maledizione psicologica dei Campioni del Mondo in carica, in Germania non si parla d'altro.

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