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Florian Wirtz Bayer LeverkusenGetty Images

L'ascesa di Florian Wirtz: la nuova star del calcio tedesco Campione d'Europa Under 21

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Uno dei principali motivi per cui il Bayer Leverkusen è conosciuto ed elogiato a livello internazionale è l’incredibile capacità di scovare e sviluppare il talento. Una città nota essenzialmente per la presenza dell’azienda farmaceutica Bayer, che si è popolata nella prima metà dello scorso secolo grazie alla presenza dello stabilimento chimico, è diventata un centro calcistico tra i più importanti in Germania. In un certo senso si può dire che Leverkusen sia un laboratorio. Farmaceutico, per quanto riguarda il settore secondario. Di talento, per quanto riguarda lo sport.

Dai tempi di Michael Ballack, la BayArena è diventata una meta rinomata per i giovani in ascesa. Da un lato c’è un forte lavoro di scouting internazionale che ha permesso di arrivare a Vidal o Berbatov, per dirne un paio. Dall’altro invece una grande abilità del club di pescare nei vivai tedeschi per crescere in casa le proprie stelline. È successo in tempi recenti con Julian Brandt, pescato nelle giovanili del Wolfsburg. È successo con Kai Havertz, entrato nel settore giovanile a 10 anni e uscito a 20 per diventare campione d’Europa col Chelsea. E sta succedendo anche con Florian Wirtz.

Nel gennaio 2020 il Bayer Leverkusen ha rotto un patto di ‘non belligeranza’ stabilito con le altre squadre della regione della Renania Settentrionale-Vestfalia per soffiare il classe 2003 al Colonia. Sono bastate quattro partite nel giro di un mese con l’Under 19 per capire che ne era veramente valsa la pena. A Colonia, in uno dei campus più nobili e produttivi di Germania, Wirtz giocava da ala destra ed era già entrato nel giro delle nazionali giovanili tedesche. Nel 2019, al rientro da un infortunio, ha portato l’Under-17 alla vittoria del titolo nazionale, battendo in finale il Dortmund di Knauff e Moukoko. Segnando anche goal pazzeschi da centrocampo.

Sentiva di potersi confrontare ad un piano più alto, di meritare quelle chance in prima squadra che aveva avuto il suo ex compagno nelle giovanili Jan Thielmann, diventato il primo 2002 ad esordire in Bundesliga. Ha accettato la corte del Leverkusen. Si è spostato di 15 km più a nord. Sempre vicino a casa. Mossa vincente. L’effzeh si è trovato scippato del “miglior prodotto del proprio vivaio degli ultimi trent’anni”, secondo il 'Kölner Express'. Lui ha raggiunto la sorella Juliane, di due anni più grande, già giocatrice del Bayer.

La Bundesliga è stato il primo top campionato europeo a riprendere dopo il primo lockdown a causa del Covid-19. Tra le disposizioni fornite dalla DFL alle squadre, c’era anche il consiglio di aggregare giocatori del vivaio al gruppo della prima squadra, sfruttando anche la sospensione dei campionati giovanili. A Leverkusen non avevano bisogno di suggerimenti per lanciare i giovani. Comunque, l'hanno preso alla lettera. Il 18 maggio, sul campo del Werder Brema, Peter Bosz ha fatto sedere in panchina veterani come Alario e Bellarabi, nomi affermati come Bailey, Palacios e Paulinho per poter schierare nella formazione titolare Florian Wirtz. Il primo classe 2003 della Bundesliga.

“Non parlo mai di un giocatore solo, ma con lui devo fare un’eccezione. Per noi è stato importante. Ha giocato bene. È sempre speciale fare il proprio debutto, soprattutto a 17 anni. Non era nervoso, è stata una buona prestazione”.

Peter Bosz nel post di Werder-Bayer

La sua partita d’esordio è durata 61 minuti e nemmeno la doppietta di Havertz è riuscita a rubargli lo show. Wirtz ha rubato a Kai anche il record di più giovane esordiente nella storia del Bayer Leverkusen, visto che nel giorno del suo debutto aveva compiuto 17 anni soltanto da 15 giorni.

19 giorni dopo, il nativo di Pulheim è diventato anche il più giovane marcatore nella storia della Bundesliga, soffiando a Nuri Sahin un primato che resisteva da quasi 15 anni. Lo ha fatto con un meraviglioso tiro a giro col mancino - sulla carta il piede debole - contro il Bayern Monaco e Manuel Neuer. Nota a margine: il record di Wirtz è durato circa 6 mesi, il tempo che l’uragano Moukoko si abbattesse sul massimo campionato tedesco.

La sensazione diffusa, comunque, è che a Leverkusen fosse nata un’altra stella. Con caratteristiche totalmente diverse da quelle di Havertz. Dal suo esordio, Wirtz non è più uscito dalle rotazioni della prima squadra. Bosz, che non casualmente viene dalla scuola olandese, lo ha messo al centro del progetto tecnico. Cambiandone la posizione in campo: non più da ala, spesso lontano dalla palla, bensì da interno di un centrocampo a tre, nel cuore dello sviluppo del gioco. Come aveva fatto in passato anche con Havertz. L’intenzione era quella di sfruttare di più la sua progressione palla al piede, le sue doti fisiche in non possesso e la sua capacità di determinare con la giocata giusta al momento giusto. Un percorso simile a quello fatto da uno dei perni della Germania di oggi come Leon Goretzka, oppure da Hakim Ziyech nell’Ajax, sempre con Bosz.

Le assonanze con l’attuale centrocampista del Bayern trovano buoni riscontri. Anche se Wirtz è addirittura più precoce. Basti pensare che ad agosto ha vinto la Medaglia d’oro Fritz Walter come miglior Under-17 tedesco e il sesto posto nella classifica NXGN 2021 dei migliori Under 19 del mondo.

“Non è solo una promessa per il futuro - ha dichiarato il DS ed ex centrocampista del Bayer Simon Rolfes - ma è ancora una certezza per il successo sportivo del club nel presente. Ha tutto ciò che serve per diventare un top player della Bundesliga nei prossimi anni”

Quest’anno è stato il quinto giocatore di movimento più utilizzato nel Bayer Leverkusen e ha sempre messo piede in campo, da titolare o dalla panchina, in ogni occasione in cui è stato a disposizione. Sia all’inizio dell’anno con Bosz, sia nel finale con Hannes Wolf. Come spesso capita, l’annata del Bayer è stata un’altalena di prestazioni e risultati. Fino a dicembre i Werkself erano in vetta, da gennaio in poi hanno vinto soltanto 5 partite di Bundesliga, sono stati eliminati dalla DFB-Pokal dal Rot-Weiss Essen, club di quarta serie, e in Europa League dallo Young Boys.

Florian Wirtz Bayer Leverkusen 2020-21Getty Images

Wirtz ha continuato a offrire prove maiuscole, goal deliziosi - si ricorda il cucchiaio dopo il controllo con la suola contro l’Hoffenheim a dicembre - e fare la differenza nel momento in cui il Leverkusen riusciva a trovare il proprio gioco. In un contesto complicato, il classe 2003 si è spesso proposto come il migliore in campo, grazie alla sua superiorità tecnica. Anche contro avversarie di spessore come il Borussia Dortmund, battuto a gennaio grazie ad un suo goal decisivo per il 2-1. La ciliegina sulla torta in quella che forse è stata la sua miglior partita stagionale.

In primavera sono arrivati anche altri riconoscimenti. A marzo Joachim Löw lo ha convocato con la Germania per le tre partite di qualificazione ai Mondiali del 2022, anche se non lo ha fatto esordire. Sarebbe diventato il terzo più giovane di tutti i tempi, il primo dopo 111 anni e solo il quarto under 18.

Il 3 maggio ha trovato il modo ideale di festeggiare con stile il suo diciottesimo compleanno, rinnovando il suo contratto con il Bayer Leverkusen. Anzi, firmando il suo primo contratto da professionista con il Bayer Leverkusen, fino al 2026. Già nei mesi scorsi il club lo aveva prolungato di un anno, dal 2022 al 2023, per evitare rischi. Appena ha potuto, poi, la firma da pro con i Werkself.

Avrebbe sognato un posto anche ad Euro 2020 e con l’aumento delle rose da 23 a 26 giocatori ci ha anche sperato, ma data la folta concorrenza di Müller, Kroos, Kimmich, Goretzka, Gündogan, Neuhaus e Musiala si è dovuto accontentare di un posto nell’Under 21 per la fase finale. Aveva saltato il girone proprio a causa della chiamata di Jogi. Ora ha ritrovato Kuntz ed è stato immediatamente protagonista: la sua doppietta all’Olanda in 8 minuti in semifinale è stata l’ennesima grande serata della sua giovane, ma già brillante carriera. Il meglio, comunque, deve ancora venire. Un primo passo è stato però compiuto grazie alla vittoria del torneo di categoria ai danni del Portogallo.

In Germania Wirtz è considerato uno dei pilastri della Mannschaft del futuro, nonché uno dei più grandi talenti che il calcio tedesco ha prodotto negli ultimi anni. La non convocazione di Löw per l’Europeo e il debutto mancato dello scorso marzo hanno fatto alzare qualche sopracciglio. Si tratta comunque di una mera questione di tempo. La convinzione che sarà al centro del progetto tecnico di Hansi Flick, CT della nazionale da luglio in poi, è diffusa. Come quella che, insieme a Musiala e Moukoko, sia la next big thing del calcio tedesco. Un po’ come il suo predecessore Kai Havertz. O Julian Brandt. O Michael Ballack. Sì, a Leverkusen ci sanno fare.

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