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Fausto Rossi story: vassallo della Juventus, Imperatore in Spagna

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Una vita alla Juventus, quindici lunghi anni di fedeltà alla casata bianconera, ma mai una sola occasione di rappresentare quei colori tanto amati tra i grandi, dopo averli portati in alto quando era ancora poco più di un bambino, con la fascia di capitano al braccio.

Eppure Fausto Rossi aveva sfruttato alla grande la sua primissima uscita con la Juve nel compianto Trofeo Tim. Era la fine dell'estate 2008 e c'era come sempre tanta voglia di esaltarsi dopo una lunga astinenza di calcio giocato. Ed è quello che successe quando il 18enne Rossi, schierato titolare da Ranieri nella sfida di 45 minuti contro l'Inter, finì per fare totalmente impazzire un certo Maicon che prima di affrontarlo non sapeva nemmeno chi fosse.

Ed eccole, allora, le esaltazioni. Fausto Rossi era il perfetto prototipo di futuro campione da incensare. Prossima bandiera della Juve e candidato a nuovo faro della Nazionale italiana. Poi iniziò il campionato, le moviole, le polemiche e in poco tempo tutti si dimenticarono di Fausto Rossi, che nel frattempo aveva vinto tutto con la Primavera della Juve prima di trasferirsi in prestito al Vicenza in Serie B.

"Entrai alla Juve quando avevo 5 anni e mezzo. La ciliegina sulla torta è stata essere aggregato con la prima squadra per un anno intero e avere la possibilità di stare a contatto con grandissimi campioni, tra cui Alessandro Del Piero. Quando ero ragazzino Alex era il mio idolo. Allenarmi con lui è stato un sogno. Mi ha dato tantissimi consigli importanti, quando ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra Alex per me c'era sempre"

Tuttavia i consigli di Del Piero sono serviti solo in parte, visto che l'esperienza di Rossi con la prima squadra è iniziata e si è interrotta nello stesso giorno, quello del mal di testa a Maicon. Ogni anno si paventava l'ipotesi che potesse restare, ma ogni anno era soltanto un'illusione. Un prestito dietro l'altro, cinque per la precisione, prima di risolvere definitivamente il contratto con la Juve nel 2016. La fine di un'era, dopo 15 anni in bianconero, senza mai disputare una partita ufficiale.

"Perché non mi hanno mai dato fiducia? Non ne ho idea, probabilmente in quel momento non ero abbastanza pronto. Hanno avuto i loro motivi, le circostanze non mi hanno permesso di entrare in campo quando venivo convocato e portato in panchina. Rimpianti? E’ stato un grande privilegio anche solo esserci, va bene lo stesso. Sono contento dell’esperienza, mi dispiace solo di non aver esordito".

Ma quello che Fausto Rossi non ha ricevuto in Italia, se l'è ripreso con gli interessi in Spagna, durante uno dei suoi cinque prestiti dalla Juve. Su di lui ha scommesso il Valladolid ed è nella Liga che Rossi ha vissuto la stagione migliore della sua carriera. 31 presenze totali, 3 assist ed un solo goal, ma che è valso per 100. L'8 marzo del 2014 il Valladolid ha battuto 1-0 il Barcellona di Neymar e Messi, quello che un anno dopo avrebbe vinto il triplete. E a segnare la rete decisiva è stato proprio lui, Fausto Rossi.

Un momento epico, un misto tra orgoglio e riscatto personale dopo tante delusioni e occasioni sprecate.

"Pare che sia entrato nella storia, un italiano che affonda il Barcellona in Liga. Così magari qualcuno si ricorda di me, io non mi sono dimenticato di come si gioca a pallone, erano gli altri che si erano dimenticati di me".

Dopo quel goal, e quella stagione, Fausto Rossi si è guadagnato persino il soprannome di 'Imperatore', affibiatogli dai tifosi del Valladolid. "Mi chiamano 'Imperatore'? Non lo so perchè, ma fa piacere perché è un aggettivo importante che dà responsabilità".

Purtroppo per Rossi, però, la retrocessione del Valladolid ha cancellato in parte la sua impresa. Così ha dovuto ricominciare tutto da capo: un nuovo ritorno alla Juventus, un nuovo prestito in Spagna, questa volta al Cordoba e questa volta senza goal al Barcellona. Una volta rimasto svincolato, ha deciso di accettare la chiamata di Devis Mangia dalla Romania, firmando con l'Universitaea Craiova e giocando così per la prima volta in Europa, contro il Milan, nella doppia sfida dei preliminari di Europa League.

La stabilità che tanto cercava, Fausto Rossi l'ha trovata soltanto nel 2019, ripartendo dalla Reggiana in Serie C. Tre stagioni disputate da protagonista, fino al ritorno al Vicenza avvenuto quest'anno.

Non sarà stato magari quello che sognava di fare nella sua carriera. Non sarà stato come esordire nella Juve o battere il Barcellona di Messi e Neymar. Ma di sicuro è stato un nuovo inizio. E nel calcio non è mai roba da poco.

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