GOALAlla fantasia e all'estro ha sempre preferito la solidità e la concretezza. Con queste sue qualità Emerson da Rosa, dopo aver vinto tutto in Sudamerica con il Gremio, ha saputo imporsi anche in Europa, dapprima in Germania con il Bayer Leverkusen, poi, soprattutto, in Italia.
Nella penisola quello che può essere definito per le sue caratteristiche peculiari un centrocampista brasiliano 'atipico', ha trovato la sua consacrazione, diventando uno dei più forti centrocampisti del massimo campionato. Soprattutto lavorando con Fabio Capello, alla Roma e alla Juventus, ha avuto un rendimento molto elevato. Vince 3 Scudetti, ma i due in bianconero saranno poi revocati per lo scandalo di Calciopoli, e la Supercoppa italiana in giallorosso.
Dopo quest'ultimo segue il tecnico friulano anche in Spagna, dove vince la Liga spagnola con il Real Madrid. Di nuovo in Italia per indossare la maglia del Milan, in rossonero non è riuscito a giocare ai suoi livelli, arricchendo tuttavia il suo palmarès con una Supercoppa europea e un Mondiale per club.
Col Brasile ha vinto un Sudamericano Sub 20, una Copa America e una Confederations Cup, ma ai Mondiali ha avuto decisamente poca fortuna: nel 2002 non si è laureato campione del Mondo a causa di un infortunio alla spalla rimediato giocando in porta in allenamento. Di quella squadra avrebbe dovuto essere il capitano, invece vedrà i compagni in tv alzare la Coppa.
IL GREMIO COME TRAMPOLINO DI LANCIO
La storia del 'Puma', uno dei centrocampisti più completi del calcio moderno,inizia il 4 aprile 1976 nell'estremo Sud del Brasile, nella città di Pelotas, che sorge sulle sponde meridionali del Lagoa dos Patos, la seconda laguna più grande dell'America Latina, nello Stato del Rio Grande do Sul.
Emerson Ferreira da Rosa, questo il suo nome completo, come la gran parte dei ragazzi brasiliani si innamora presto del pallone e a 16 anni si trasferisce a Porto Alegre per rispondere alla chiamata del Gremio, una delle società più importanti di quella terra.
Con il 'Rei de Copas' Emerson gioca per un breve periodo nelle Giovanili, per poi fare il suo debutto in Prima squadra nel 1994 in un periodo particolarmente florido nella storia del club. Impiegato da centrocampista centrale, mette in mostra quelle che saranno sempre le sue doti: è determinante nella fase di non possesso, grazie alla sua abilità nel riconquistare palla e l'intelligenza sul piano tattico, ma sa farsi valere anche nella costruzione del gioco.
Quando ha la palla fra i piedi, si muove con passo felpato e detta i tempi di gioco. Serve palloni preziosi ai compagni o andando personalmente alla conclusione dalla distanza. Si impone precocemente come elemento di spicco della squadra che nel giro di pochi anni vince tutto in Sudamerica.
Nel 1994 e nel 1997 il Gremio vince la Coppa del Brasile, nel 1995 e nel 1996 il Campionato Gaucho, e sempre nel 1996 il Campionato brasiliano, quando la squadra, guidata da Felipe Scolari (al timone dal 1993), supera nella doppia finale la Portuguesa (sconfitta per 2-0 in trasferta e vittoria con lo stesso risultato in casa).
Le affermazioni non mancano anche a livello internazionale: il Gremio di Emerson vince infatti la Copa Libertadores 1995 (4-2 complessivo in finale sui colombiani dell'Atletico Nacional) e la Recopa 1996 (4-1 sugli argentini dell'Independiente).
In quattro stagioni Emerson totalizza 74 presenze e 8 goal, ma dopo la seconda Coppa nazionale vinta nel 1997, il Brasile e il Sudamerica iniziano ad andargli stretti.
BongartsIN GERMANIA COL BAYER LEVERKUSEN
Diversi club europei sono interessati a lui, ma alla fine a spuntarla sono i tedeschi del Bayer Leverkusen, che lo pagano 3 milioni e mezzo di euro attuali per portarlo in Bundesliga. Proprio per le sue caratteristiche di brasiliano 'atipico' l'adattamento di Emerson nel calcio tedesco è molto rapido e il nuovo acquisto ci mette poco a diventare un pilastro delle Aspirine, che proprio in quegli anni vivono una grande ascesa.
Per la Werkself in tre anni arrivano un terzo e due secondi posti, che consentono alla formazione guidata prima da Christoph Daum, poi da Klaus Toppmöller, di fare esperienza anche nelle Coppe europee. Emerson in tre stagioni colleziona complessivamente 15 goal in 108 presenze, di cui 4 in 13 presenze in Champions League.
Il 23 Novembre 1999 conosce per la prima volta anche l’Italia. Quel giorno, in occasione dei sedicesimi di finale di Coppa UEFA, il suo Bayer vince a Udine contro l’Udinese di Francesco Guidolin (0-1) grazie a un goal di Ballack, per poi soccombere nel match di ritorno a causa di una doppietta dell'italo-venezuelano Margiotta.
UNO SCUDETTO CON LA ROMA DI CAPELLO
L'estate del 2000 segna un altro passo fondamentale nella carriera del centrocampista brasiliano. Fabio Capello è infatti convinto delle sue qualità e lo vuole per guidare il centrocampo della Roma. Dopo una lunga e difficile trattativa, Emerson sbarca in riva al Tevere per una cifra attorno ai 22 milioni di dollari, corrispondente a circa 20 milioni di euro e a 40 miliardi di vecchie Lire.
Le motivazioni per la stagione 2000/01 sono molto alte ma si mette di mezzo la sfortuna: in uno dei primi allenamenti a Trigoria, infatti, il centrocampista brasiliano si rompe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Prima ancora di iniziare la sua nuova avventura in Italia, dunque, deve fermarsi per almeno 6 mesi.
Nonostante debba guardare la squadra dalla tribuna, nell'amichevole precampionato con l'AEK Atene riceve un applauso caloroso da parte di tutto lo Stadio Olimpico.
"Gli applausi in tribuna contro l’AEK Atene non li posso dimenticare - dirà anni dopo -, non me li aspettavo. Tutto l’Olimpico in piedi, una grande emozione, un giorno molto speciale. Da quel giorno poi in campo ogni volta che ho vestito quella maglia ho sempre cercato di fare il mio massimo, come per ringraziarli di quel giorno. Pochi giocatori hanno vissuto un momento così come il mio".
L'esordio in giallorosso e in Serie A è dunque rimandato e avviene il 28 gennaio 2001 nella sfida dell'Olimpico contro il Napoli, vinta 3-0. Il brasiliano entra in campo al 56' rilevando Marco Delvecchio. Da quel momento in avanti dà il suo contributo alla causa giallorossa, con 13 presenze e 3 goal. Il primo lo realizza l'11 febbraio al Dall'Ara contro il Bologna.
Nel giorno della sua prima da titolare, propizia l'espulsione di Nervo edè determinante per il 2-1 esterno dei giallorossi con un gran destro che si infila sotto la traversa. Si ripete a fine mese in trasferta col Vicenza (2-0 per la Roma) e il 9 aprile, quando tuttavia i capitolini sono sconfitti 3-1 dalla Fiorentina. Il 15 febbraio fa anche il suo esordio europeo con la Lupa in Coppa UEFA contro il Liverpool (sconfitta per 0-2 all'Olimpico).
Getty ImagesCon le sue prestazioni dà un apporto determinante alla conquista dello Scudetto 2000/01, il secondo della storia giallorossa. Diventa presto un beniamino dei tifosi, che per le sue movenze felinee lo ribattezzano 'Il Puma'.
Nel 2003 è vittima di un furto nella villa dove risiede, che viene svaligiata da dei delinquenti nel giorno in cui i giallorossi affrontano in trasferta la Juventus.
Il brasiliano resta nella capitale fino al 2004,vincendo anche una Supercoppa italiana il 19 agosto 2001 senza tuttavia disputare la gara vinta 3-0 sulla Fiorentina e cogliendo 2 secondi e un 8° posto. In Champions League, invece, per due volte la Lupa è estromessa nella seconda fase a gironi.
Durante la sua permanennza in giallorosso 'Il Puma' totalizza 21 goal in 145 presenze complessive, di cui 13 in 105 gare in Serie A, 3 in 22 partite di Champions League, 3 in 9 presenze in Coppa Italia e 2 in 9 apparizioni in Coppa UEFA. Fra tutte le reti, una resta per sempre nella memoria dei tifosi: quella nel Derby del 9 novembre 2003, che vale il 2-0 nei minuti finali per la squadra di Capello dopo il vantaggio firmato da Mancini.
"Alla Roma avrei voluto essere utile subito, dall’inizio, ma mi infortunai - ricorderà in un'intervista al 'Match program' giallorosso nel 2016 - . La Lazio aveva vinto lo Scudetto e il desiderio di rivalsa era fortissimo, la pressione alle stelle. Per fortuna mi sono ripreso in tempo per giocare un po’ di partite di quella stagione particolare che ci ha portati allo Scudetto".
"La Roma è stata la squadra con cui ho giocato di più nella mia carriera - ha sottolineato - . Mi ha dato la possibilità di mettermi in mostra, gli sono molto grato. Quattro anni bellissimi, niente altro da dire. Giocare a Roma non è facile, le pressioni sono tante e l’amore dei tifosi è fortissimo, si hanno tante responsabilità, ma è bellissimo".
"Abbiamo vinto uno Scudetto e una Supercoppa Italiana - ha ricordato -, ma avremmo potuto anche fare di più. Giocavamo al pari delle altre e siamo stati per quel periodo la squadra da battere. A Roma è difficile vincere, ma ci devi provare sempre, perché rimani nella storia".
ALTERNE FORTUNE CON LA MAGLIA DEL BRASILE
Fin da giovane Emerson entra nell'orbita delle Nazionali brasiliane. Nel 1995 è protagonista con il Brasilie Under 20 nella Copa America di categoria, che vede i verdeoro trionfatori. Il centrocampista è determinante anche nella finalissima del 29 gennaio 1995, quando sblocca il risultato nel 2-0 con i rivali dell'Argentina.
Quando gioca in Europa, nel Bayer Leverkusen, arriva anche la chiamata della Nazionale maggiore. Emerson debutta il 10 settembre nell'amichevole di Salvador contro l'Ecuador (4-2 per la Seleçao). Nel 1998 Zagallo lo inserisce in extremis fra i 22 convocati dei Mondiali dopo l'esclusione del bomber Romario.
Il torneo non è però fortunato per i brasiliani, che in finale, con un Ronaldo debilitato e non al meglio, crollano 3-0 contro la Francia. Emerson (2 presenze contro Danimarca e Olanda nei quarti e nelle semifinali) e compagni devono accontentarsi del 2° posto. Va meglio nel 1999, quando il Brasile, guidato da Vanderlei Luxemburgo, si aggiudica la Copa America superando 2-0 il Messico in finale. Il centrocampista ex Gremio è ormai un pilastro della squadra titolare (4 presenze e un goal).
Getty'El Tricolor' si 'vendica' nella Confederations Cup, superando 4-3 in finale i brasiliani (nuova medaglia d'argento per Emerson). I Mondiali del 'Puma' dovrebbero però essere quelli del 2002 in Corea e Giappone. Ma alla vigilia della spedizione succede l'imponderabile: il giocatore della Roma, giocando in porta in allenamento, si infortuna ad una spalla e deve alzare bandiera bianca. Di quella Seleçao sarebbe stato il capitano e uno dei leader. Al suo posto viene convocato Ricardinho.
I suoi compagni si laureano campioni del Mondo, e quella resterà probabilmente la più grande delusione nella carriera del 'Puma', non mitigata nemmeno dalla conquista della Confederations Cup nel 2005(4 presenze), con un perentorio 4-1 in finale ai danni dell'Argentina. Emerson partecipa anche ai Mondiali di Germania 2006, i secondi e ultimi della sua carriera, che vedono tuttavia il Brasile uscire ai quarti contro la Francia (0-1) in una gara in cui lui non gioca.
La partita degli ottavi di finale contro il Ghana (3-0) sarà anche l'ultima per il centrocampista nella Seleçao. Quello che è stato uno dei centrocampisti più forti al Mondo a cavallo fra gli anni novanta del secolo scorso e i primi anni Duemila, chiude con sole 5 presenze ai Mondiali, mentre il suo bilancio con la Nazionale verdeoro è di 6 goal in 73 partite.
AL TOP CON LA JUVENTUS
L'addio del 'Puma' alla Roma si consuma nell'estate del 2004. Quando Fabio Capello, l'allenatore con cui aveva molto legato, firma con la Juventus, il centrocampista brasiliano, che adduce anche motivi di carattere personale e di salute (una depressione) fra le cause della sua scelta.
Dice di aver bisogno di cambiare aria per star bene, ma non viene capito da quei tifosi che fino a quel momento lo avevano idolatrato. I supporters giallorossi in larga parte gli danno del "traditore e mercenario". La trattativa per portarlo a Torino è peraltro lunga e complessa.
Alla fine Emerson, che alla convocazione nel ritiro precampionato aveva risposto allegando un certificato medico in cui parlava di stress personale, diventa bianconero il 27 luglio 2004 per una valutazione di 28 milioni di euro: 12 cash pagabili in tre anni, più il cartellino di Matteo Brighi, valutato 16 milioni.
GettyA Torino Emerson gioca praticamente sempre: Capello lo rende il perno del centrocampo bianconero. Il brasiliano torna su livelli di rendimento molto alti e domina in mezzo al campo con la sua fisicità, le qualità tecniche e l'intelligenza tattica.
È di fatto uno dei segreti della Juventus che si aggiudica 2 Scudetti consecutivi. Ma l'esplosione dello Scandalo di Calciopoli porterà alla revoca di entrambi e all'assegnazione del secondo, quello del 2005/06, ai rivali dell'Inter.
"La Juventus è una società solida - affermerà anni dopo -, incredibilmente forte con un DNA preciso: lì impari a capire, sin dal primo giorno, il significato della parola vittoria, rinnovando ad ogni allenamento la fame e la voglia di non mollare mai".
GLI ULTIMI ANNI: REAL MADRID E MILAN
Dopo 91 presenze e 6 goal in bianconero, quando la Vecchia Signora è retrocessa in Serie B, Emerson lascia Torino per seguire ancora una volta il suo mentore Capello, trasferitosi al Real Madrid.
Il brasiliano arriva per 16 milioni di euro e firma un biennale e, dopo un avvio di stagione 2006/07 complicato, si rivela anche in Spagna un elemento prezioso, che, alla lunga, darà un contributo fondamentale alla causa dei Blancos nel duello per il titolo con il Barcellona. Le due grandi di Spagna chiudono il torneo a pari punti (76) ma lo Scudetto va alle merengues in virtù degli scontri diretti.
Emerson gioca 28 partite segnando un goal ai danni del Celta Vigo nella sconfitta interna per 2-1, più 6 gare in Champions League. Ma il rapporto con i Blancos si risolve anticipatamente nell'estate 2007 per problemi con Florentino Pere: con un blitz a Madrid, l'a.d. del Milan, Adriano Galliani, riporta 'Il Puma' in Italia per 5 milioni di euro.
"Sono convinto che il Milan abbia fatto un grande acquisto - dichiara Fabio Capello -. Dopo una stagione di alti e bassi, Emerson avrà voglia di riscatto e sarà una pedina molto importante nello scacchiere rossonero. Complimenti al Milan".
"Sono molto felice di andare al Milan - dice il giocatore ad 'AS' dopo la firma -. Voglio comunque ringraziare il Real per avermi permesso di giocare nel miglior club del mondo. I tifosi hanno finito per amarmi e li porterò per sempre nel cuore".
Getty ImagesLe premesse per far bene anche con i rossoneri, guidati da Carlo Ancelotti, ci sono tutte.
"Cerco tranquillità e serenità - rivela ancora 'Il Puma' a 'La Gazzetta dello Sport' - . Arrivo in una grande squadra, avrò responsabilità adeguate al club perché ci si aspettano cose importanti da me. Cercherò di dare il mio contributo, come sempre, in campo e fuori. Ma sono sicuro che non sarà tanto complicato come qui al Madrid, perché al Milan ti accolgono, l'ambiente ti aiuta, c'è un gruppo positivo. E intorno c'è un rispetto che qui è mancato. La cosa che più di ogni altra mi ha ferito".
Ma il centrocampista ha ormai 31 anni e con la sua struttura fisica massiccia, inizia a sentire il peso dell'età. In più il brasiliano soffre di pubalgia. Di fatto non riuscirà mai a ritagliarsi un posto da titolare in squadra. In due stagioni, dal 2007 al 2009, riesce comunque a collezionare 40 presenze complessive con la maglia rossonera, di cui solo 27 in Serie A.
Benché l'esperienza con il Milan sia sostanzialmente deludente, arricchisce il suo palmarès con la Supercoppa europea vinta nel 2007 (3-1 ai danni del Siviglia), e il Mondiale per club sempre nel 2007 (4-2 nella finale di Yokohama ai danni del Boca Juniors).
Il 21 aprile 2009, ormai ai margini della squadra rossonera e afflitto da malanni fisici, rescinde consensualmente il suo contratto con il Diavolo per far ritorno in Brasile. Passa infatti al Santos, tuttavia, dopo poche presenze (6), i continui problemi fisici e l’età che comincia a farsi sentire lo convincono a rescindere il nuovo contratto dopo appena tre mesi.
'Il Puma' dice basta e annuncia il suo ritiro definitivo dalle scene all'età di 33 anni.
DOPO IL RITIRO
In attesa di decidere cosa fare del proprio futuro, già nel 2010 Emerson si disimpegna come commentatore televisivo per TV Bandeirantes ai Mondiali in Sudafrica. Anche in questo caso il rapporto con il torneo si conferma conflittuale, visto che la Seleçao non andrà oltre i quarti di finale.
Nel 2011 fonda la sua Scuola calcio, la Fragata Futebol Club, che per un periodo realizza anche una partnership con la Roma.
Intanto studia da Direttore sportivo e nel 2012 accetta la proposta di Luxemburgo, l'allenatore che lo aveva reso titolare inamovibile del Brasile, per fare il suo vice nel Gremio, la squadra che da giocatore lo aveva lanciato ad alti livelli.
Lascia l'incarico nel maggio 2013. Per un periodo fa perdere le sue tracce ma nel novembre 2015 annuncia di aver siglato un accordo con il Miami Dude, società della quinta Serie statunitense, in cui si cimenta nella duplice veste di giocatore e dirigente. 'Il Puma' torna dunque a mettere gli scarpini e la squadra è promossa in quarta Serie senza perdere nemmeno una gara.
Chiusa la parentesi, Emerson decide di dedicarsi dalla stagione successiva soltanto al lavoro dirigenziale, al fianco di Fabio Simplicio, altro giocatore passato dalla Roma, e al fratello del portiere Doni.
Oggi cura i suoi interessi fra il Brasile, dove segue la sua Scuola calcio, e Miami, in Florida, e vive con la seconda moglie e i figli più giovani. A Roma ha lasciato la primogenita, Karolayne, che fa la tennista, nata dal rapporto fra l'ex calciatore e la prima moglie Sonia, con cui il rapporto si è concluso in maniera burrascosa.
Colui che è stato per un decennio fra i centrocampisti centrali più forti al Mondo, resta sempre molto legato alla Roma e alla Juventus, le squadre con cui si è consacrato da calciatore.
