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Di Maria e Paredes a DAZN: "Dalla vittoria della Copa America abbiamo capito che potevamo conquistare il Mondiale"

Un trionfo destinato a rimanere per sempre nella storia del calcio sudamericano. Due dei protagonisti della spedizione dell'Argentina in Qatar, Leandro Paredes e Angel Di Maria, hanno raccontato la loro esperienza ai microfoni di DAZN.

Uno degli aneddoti raccontati con maggiore divertimento dal Fideo è quello relativo alla "replica" della Coppa del Mondo consegnata ai calciatori per l'esultanza.

"Mi sono accorto che c'era una coppa finta quando ho visto due uomini della FIFA che mi seguivano mentre avevo la coppa in mano. Mi dissero: 'Quella è l'originale'. A quel punto mi giro e vedo Messi in spalla ad Aguero con un'altra coppa in mano. Non era l'originale: era una copia".

Tra i protagonisti più in evidenza della vittoria dell'Albiceleste c'è senza dubbio Emiliano Dibu Martinez, sul quale Paredes si esprime con gratitudine.

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"E' stato una grandissima sorpresa, è subentrato ad un compagno rimasto fuori a causa del Covid. E' stato molto bravo: ci ha aiutato a vincere una Copa America e una Coppa del Mondo. La parata su Kolo Muani ci ha consegnato la Coppa".

Un Mondiale entusiasmante senza dubbio, ma anche ricco di tensione nel corso delle varie sfide. Uno dei momenti più caldi è stato contro l'Olanda, quando il centrocampista bianconero ha lanciato una pallonata alla panchina avversaria.

"E' stata istintiva. Dopo aver conquistato la palla in scivolata vedo che tutti i componenti della panchina dell'Olanda si alzano. Quando vado in scivolata per la seconda volta e faccio fallo, vedo che si alzano un'altra volta. Mi era rimasto il pallone lì e l'ho tirato".

Artefice del successo è stato il commissario tecnico Lionel Scaloni, che ha saputo combinare le sue qualità umane e professionali secondo Di Maria, conducendo l'Argentina alla vittoria.

"Sono stati molto duri con lui perché non aveva alcuna esperienza in squadre di club e non avevamo ancora afatto una partita con lui. Il discorso pre finale? Lui è uno che piange tanto, è sensibile, si commuove. Ha parlato poco e ha lasciato la parola ad Ayala e a Samuel. E' molto sensibile. Questo è un altro aspetto positivo della 'Scaloneta': abbiamo gente di grande temperamento ma sappiamo essere anche sensibili".

Il momento decisivo è stato sicuramente il rigore di Montiel, che ha consegnato la coppa all'Argentina. Un momento ricordato con emotività da Paredes.

"Dopo il rigore di Montiel ho visto che Messi si è fermato, mi sono inginocchiato, ci siamo abbracciati e gli ho detto: "Ce l'abbiamo fatta, siamo Campioni del Mondo".

Il campo ha dato il verdetto, ma dietro ci sono anche storie personali e legami familiari. Un aneddoto al riguardo lo racconta proprio Di Maria, solito scambiare messaggi con la moglie prima delle partite.

"E' cominciato in Copa America, scrivevo messaggi a mia moglie in cui le dicevo che avrei segnato e saremmo diventati campioni. Prima della finale Mondiale è successa la stessa cosa. Me lo sentivo. E la sera prima della finale, anche un po' per scaramanzia, ho inviato il solito messaggio che mando prima delle finali. Me lo sentivo che saremmo diventati Campioni del Mondo.

Infine un commento sulla famosa scena 'Que miras Bobo?', che ha visto Lionel Messi rivolgersi con durezza all'olandese Whego dopo la vittoria nei quarti di finale

"E' stato particolare, perché conoscendo Leo è difficile che reagisca così, è stato un modo per mostrare quanto fosse arrabbiato per quello che aveva passato e ciò che era stato detto su di lui prima della partita".

LA FESTA

La cosa più folle che ho visto a Buenos Aires è stata la gente che si è buttata da un ponte per poter stare con noi. I tifosi sono stati l'uomo in più, ci hanno sempre appoggiato".

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