In un'epoca di gravi disuguaglianze finanziarie nel calcio, è difficile immaginare un mondo in cui un club come il Real Betis possa essere in grado di battere il record mondiale di trasferimenti.
Ma è esattamente quello che è successo nel 1998, quando la squadra di metà classifica della Liga ha speso la cifra esorbitante di 21,5 milioni di sterline (24 milioni di dollari) per un'ala sinistra brasiliana con un bagaglio tecnico da far invidia.
La storia di Denilson è una storia frequente nel calcio. Una storia di talento inespresso, di potenziale sprecato e, forse, di ricerca del denaro rispetto al resto.
Ai suoi tempi era intoccabile, capace di far andare la palla dove voleva e di incutere timore ai migliori difensori del mondo con una miscela devastante di forza, abilità e velocità.
Dando un occhiata alle statistiche però, il rendimento è stato ben lontano da quello di calciatore più costoso al mondo.
La sua storia inizia al San Paolo, dove il suo talento precoce gli vale la convocazione nel Brasile nel 1996, all'età di 19 anni.
Dopo essersi fatto notare a Le Tournoi e alla Copa America del 1997 - dove segna la rete che apre la partita nella vittoria per 3-1 sulla Bolivia in finale - ha vinto il Pallone d'Oro alla Confederations Cup del 1997.
Fin qui tutto bene.
Denilson si è poi preso un posto ai Mondiali del 1998 ed è stato indicato da Ronaldo come protagonista del torneo.
Getty/GOALMa non è andata proprio così, anche se il ventenne ha partecipato a tutte le partite, compresa la finale persa dal Brasile per 3-0 contro la Francia.
Partito titolare solo una volta - nella sconfitta nella fase a gironi contro la Norvegia, dove ha servito un cross per Bebeto che ha messo a segno un colpo di testa - Denilson ha mostrato lampi del suo innegabile talento durante la competizione, soprattutto contro i padroni di casa del torneo.
Mandato in campo nell'intervallo contro la Francia, mostra immediatamente una serie cambi di direzione che sfidano la fisica. Colpisce anche una traversa con un potente tiro di sinistro.
Tuttavia, una sola azione allo Stade de France riassume perfettamente quello che sarà anche in futuro la sua carriera.
Ricevuto il pallone sulla linea laterale sinistra, Denilson si trova di fronte Lilian Thuram.
Portato sul fondo del campo, il brasiliano mostra tutta la sua difficoltà nell'utilizzare il piede destro.
Senza dubbio la sua quasi comica mancanza su questo fondamentale- un difetto che lo perseguiterà in Europa - lo porta acercare una soluzione alternativa.
Il tutto si conclude con un passaggio debole, facilmente tagliato dalla linea di fondo della Francia.
Questo è Denilson in tutto e per tutto. Ti tiene sul filo del rasoio, prima di rovinare tutto con una scelta sbagliatai.
Nonostante una Coppa del Mondo non andata a buon fine, il Betis non ha esitato a portarlo in Europa.
Getty/GOALLa fiducia nel suo altissimo potenziale era tale che gli fu persino offerto un contratto di 10 anni. Tuttavia, non ci sarebbe stato un decennio di dominio brasiliano in Andalusia. Tutt'altro.
I numeri della sua stagione d'esordio in Spagna sono desolanti: due gol in 35 presenze nella Liga.
La seconda stagione è stata ancora peggiore: Denilson non riesce a evitare la retrocessione del Betis in una strana stagione che ha visto anche la retrocessione di Siviglia e Atletico Madrid, il quinto posto del Real Madrid e il titolo del Deportivo La Coruna.
Nonostante queste difficoltà a livello di club, ha continuato a partecipare - anche se principalmente come sostituto - alle gare con il Brasile.
Incapace di resistere al fascino duraturo di Denilson, Luiz Felipe Scolari lo sceglie addirittura per i Mondiali del 2002.
Le scarse prestazioni con il club non impediscono al ct di puntare continuamente su di lui come sostituto "d'impatto" per tutto il torneo, come quell'ex partner affascinante ma inaffidabile che non riesci a eliminare dalla tua vita, anche se sai che staresti meglio senza.
Il suo contributo più memorabile nella vittoria del Brasile in Coppa del Mondo arriva nella semifinale contro la Turchia. Entrato in campo nelle fasi finali con la sua squadra in vantaggio per 1-0, ha dato vita a uno dei più caotici interventi della competizione.
Getty/GOALL'occasione migliore arriva allo scoccare del 90', quando Denilson ha porta il pallone verso la bandierina, dove alla fine viene steso da Muzzy Izzet invece di passare un passaggio di 10 metri attraverso l'area di rigore allo smarcato Luizao, che avrebbe sicuramente messo fine alla partita.
Come sempre, un uomo che ha giocato secondo le sue regole.
Finirà il torneo con da vincitore, godendo anche di qualche secondo di celebrità e sotto i riflettori durante la finale, ma le apparizioni con il Brasile andranno via via diminuendo, con il calare della sua carriera.
Denilson lascia il Betis dopo sette dei suoi dieci anni di contratto, prima di andarsene nel 2005.
Segue un periodo altrettanto negativo al Bordeaux, prima di lasciare l'Europa per l'Al Nassr, squadra dell'Arabia Saudita.
Verso la fine della sua carriera, sul suo passaporto compaiono i timbri del Vietnam e della Grecia, prima di essere rifiutato dal Bolton Wanderers di Gary Megson dopo un provino non andato a buon fine.
Dopo un periodo lontano dai riflettori, Denilson è tornato a giocare con l'Ibis, nota come la peggiore squadra del mondo. Hanno persino una mascotte chiamata Derrotinha, o Sconfitta in portoghese.
È stata una fine francamente bizzarra di una carriera assolutamente strana, che ha promesso tanto ma alla fine ha dato così poco.


