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Conte Sarri ArezzoYoutube/Goal

Conte-Sarri-Conte: la storica e dimenticata staffetta di Arezzo

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E' una storia che va a strati quella dell'Arezzo di sedici anni fa. Una storia da, madavvero? e da, e ma che assurda coincidenza dai! E' il racconto del destino che in tempi difficili porta a pensare che ci sia tutto uno strano disegno orchestrato da chi il pallone lo dirige con i fili. Qualcuno di invisibile, burattinaio seminante prima di raccogliere quasi due decenni dopo, intrecciando per stupire. Antonio Conte e Maurizio Sarri nella stessa stagione, alla guida dello stesso club, in Serie B, con la Juventus sullo sfondo. Ma non troppo. L'incredulità che generà realtà.

Basterebbe questo esordio, questi dettagli, per stupire. Ma troppo nebuloso il raccondo di quella strana, e al contempo triste, stagione in Toscana, tra le vie di Arezzo, da Piazza Grande alla Basilica di San Francesco, dall'architettura sacra a quella profana, allo Stadio Comunale denominato proprio nell'anno domini 2006, Stadio Città di Arezzo. Due degli uomini che vi entrarono sono Conte e Sarri. Non nello stesso momento, ma a fai alterne, a darsi il cambio come se avessero gli scarpini ai piedi e la lavagna luminosa davanti, in un tempo diluito.

Antonio Conte è una bandiera della Juventus, che nel 2004 ha appeso gli scarpini al chiodo diventando vice del Siena nel 2005 e dunque tecnico dell'Arezzo nel 2006. Maurizio Sarri è un allenatore semi-sconosciuto che da qualche anno ha iniziato ad allenare esclusivamente, dopo aver passato i primi anni da tecnico dividendosi tra tale ruolo e quello di bancario. Anche lui nel 2006 è in Toscana, la sua Toscana. Pescara, l'anno prima, è stata la prima esperienza in B, Arezzo la seconda. Non andrà bene.

Storie che definire opposte sarebbe eufemismo, quelle di Sarri e Conte. Il primo ha dieci anni in più sulla carta d'identità e da sedici anni allena, il secondo è uno degli eroi della Juventus appena affacciatosi al ruolo di allenatore. Vivranno Arezzo per qualche mese della loro vita e approderanno in Serie A solamente nel decennio successivo, con un percorso ancora diverso, figlio dell'essere bandiera e dell'essere bancario (si. iniziano entrambi con il -ban), di vedere il calcio in modo diverso, di essere uno Maurizio e uno Antonio, provenienti da madri calcistiche diverse.

Qualcuno non sa che nel doppio 20, anno 2020, Conte allenerà l'Inter e Sarri la Juventus? No? Passiamo oltre comunque. Madama del 2006 è quella che deve vivere il suo anno più turbolento negli oltre cento dalla sua fondazione. Calciopoli, Serie B, scandali, popopo in mezzo tra Scudetto e retrocessione. I due tecnici seguono la vicenda, uno da amante ferito, l'altro da spettatore colpito.

Sarri ArezzoYoutube

Nella Serie B 2006/2007 ci sono due allenatori vincitori della Champions League. Uno è Antonio Conte, scelto dal presidente Piero Mancini per guidare l'Arezzo, l'altro Didier Deschamps, allenatore della Juventus per un solo anno, quello cadetto. Sono amici, ex compagni di stanza sotto Marcello Lippi, futuri creatori della storia. Si incontreranno in quella stagione, però, solamente una volta. In una data storica.

L'Arezzo arriva da una primavera in cui ha concluso la Serie B al settimo posto, una base per sognare. Giustinetti out, Conte in. In difesa c'è ononimo, Mirko Conte, a centrocampo l'ottimo Daniele Croce, in attacco il 23enne Antonio Floro Flores, che ha esordito nell'ultimo Napoli in A e lo ha seguito dopo la retrocessione. In azzurro, al cospetto di una grande storia (quasi) recente, studia per diventare bomber. Lo sarà proprio in Toscana, dove dividerà lo spogliatoio anche con quel lungagnone che gioca centrale di difesa, toscano di Assisi, 18enne che si guadagna elogi e risponde al nome di Andrea Ranocchia.

Mentre la Juventus gioca a Rimini la sua prima storica e indimenticata (dimenticata forzatamente dai tifosi bianconeri che hanno buttato il ricordo e gettato la chiave) in Serie B, l'Arezzo di Conte pareggia il primo dei quattro incontri consecutivi. 1-1 contro il Mantova, 0-0 contro Frosinone, Napoli e Albinoleffe. Attacco in difficoltà e difesa ferrea. Per ora può andare. Quando anche la retroguardia si spezza, però, sono guai. Il Bari vince di misura, il Genoa con un tris. Neanche contro Triestina, Spezia e Cesena, al nono turno, arriva il successo.

Due reti segnate, nove subite. Patron Mancini conferma pubblicamente Conte il 30 ottobre 2006. Il 31 ottobre no. Lasciamo il racconto al comunicato integrale di quel giorno:

"L' A.C. Arezzo S.p.A. informa che il Sig. Antonio Conte è stato sollevato dall'incarico di allenatore della prima squadra. Nel cogliere l'occasione per ringraziare il Sig. Conte per la collaborazione prestata, l'A.C. Arezzo S.p.A. comunica che il Sig. Maurizio Sarri è il nuovo allenatore e che lo stesso verrà presentato ufficialmente alla stampa domani alle ore 9.00 presso la sala arbitri. Certi di interpretare il pensiero degli sportivi amaranto, l'A.C. Arezzo S.p.A. formula al Sig. Maurizio Sarri il miglior in bocca al lupo. A.C. Arezzo S.p.A".

A novembre 2006 Sarri inizia la sua avventura all'Arezzo, la seconda in Serie B. Il Pescara, la sua prima avventura, ha deciso di richiamarlo, ma lui ha optato per un no grazie, deciso a provare nuove esperienze, a vivere un'altra parte d'Italia, la sua Toscana. Di lui si parla come tecnico preparatissimo, con un numero incredibile di schemi in mente. Conte resta in città, deluso, ma non abbattuto. Ragiona su come diventare un allenatore migliore: occorre disciplina, grinta, convincere i ragazzi e sapersi far trasportare.

Juventus Arezzo 2007Getty

Il novembre di Sarri è da incubo, con quattro sconfitte su quattro e zero goal segnati a fronte di sei subiti. E' dura entrare in corsa, ma ha ancora la fiducia della società. Dicembre inizia alla grande con il primo successo, il 4-1 all'ex Pescara. E' una storia a strati, in cui più si sale più tutto è collegato, e non grazie alla globalizzazione. La forza invisibile fa sì che salvi la panchina contro la vecchia squadra allenata in B e rifiutata alcune settimane prima. Sarri riuscirà a mangiare il panettone, battendo il Milan in Coppa Italia per 1-0 (ma uscendo dal torneo causa 2-0 a San Siro) e fermando Madama Juventus. A Torino.

E' il 22 dicembre 2006 e non solo Sarri rovina il Natale alla Juventus, ma conquista l'amore eterno della piazza con un atto di lesa maestà. Da 2-0 a 2-2, dopo Trezeguet e Palladino la doppietta di Marinetti. Il comandante amaranto lo racconterà così:

"La mia grande preoccupazione era che la squadra uscisse con una sconfitta pesante perchè non se lo meritava, avevo la determinazione di voler trasmettere il fatto che si doveva rimanere in campo e creare difficoltà. Non si pensava a pareggiare, ma ad evitare che la squadra uscisse distrutta dal punto di vista morale. Abbiamo rimontato per motivi mentali, non tattici. C'è stato uno sbandamento, sembrava fosse stato qualcosa di lesa maestà fare goal alla Juventus a Torino. Si vede l'attimo in cui la squadra va in difficoltà dopo il goal subito, lì in panchina c'è stata la consapevolezza di poter pareggiare. Ci siamo guardati a fine gara e abbiamo iniziato a ridere, pensando, l'abbiamo fatta grossa stavolta".

E' il miglior momento di Sarri ad Arezzo. Ferma la Juventus, batte il Milan in maniera clamorosa, spazza via il Rimini per 4-1. Floro Flores, il suo massimo bomber, segna poco, ma sta cominciando a sbloccarsi per la prima volta in carriera, dubbioso però sui metodi del tecnico:

"Sarri era legatissimo ad alcuni riti, aveva una serie di abitudini che non voleva abbandonare e ripeteva ogni weekend: era incredibilmente scaramantico. Voleva che tutti ci tingessimo di nero gli scarpini prima di scendere in campo. Il perchè non l’ho mai capito. Una volta provai a spiegargli che l’Adidas mi pagava per indossarli in campionato, però non ne voleva sapere di cambiare idea. "E allora dovrò parlare con il presidente" gli dissi. "No: tu fai quello che dico io". In fondo, però, era piacevole: pur essendo un tipo serio, ci potevi parlare e ragionare”.

La scaramanzia non basta e qualcosa si spezza. I pareggi non bastano più, la squadra affonda e il 13 marzo 2007 l'Arezzo, reduce dalla sconfitta contro la Triestina, sta tornando tristemente in città. Il pullman si ferma in autogrill, Sarri scende per accendersi una sigaretta. Nella tv dell'autogrill, c'è la notizia a cui non crede. Maurizio Sarri esonerato dall'Arezzo. Panico, rabbia, telefonata al patron senza gioia. Conte torna in sella.

I giocatori, secondo quanto evidenzierà lo stesso presidente Mancini nel 2017, hanno avuto quello che volevano:

"Oggi dico: viva Sarri, grande lavoratore. Ricordo le sue manie, il sale sparso in campo o la moglie fuori dal ritiro perché in albergo non poteva entrare nessuno. L'ho cacciato? I giocatori erano legati a Conte e gli hanno fatto la pelle".

Nel frattempo Conte non è rimasto ad Arezzo, almeno non completamente. Ha viaggiato, si è aggiornato, ora riprende la squadra, accolto con entusiasmo dai giocatori, non vedono l'ora di scendere sul campo di battaglia con Andonio come condottiero. La sfida è praticamente impossibile, l'ombra della Lega Pro/C sta avanzando inesorabilmente. Pensa in grande per il presente, sogna la grande panchina della Juventus per il futuro. Riuscirà solo nella seconda, fallendo nella permanenza dell'Arezzo in Serie B.

Il 19 maggio 2007 l'Arezzo incontra la Juventus per la seconda volta in stagione. All'andata c'era Sarri, ora c'è Conte. Di fronte ha amici come Trezeguet, Nedved e Buffon. Di fronte ha nemici come Trezeguet, Nedved e Buffon. Non guarda in faccia a nessuno, vuole vincere mentre il suo club è oramai, purtroppo, spacciato. La Dea del calcio entra a gamba tesa in maniera particolare: proprio in quella gara, Madama festeggerà la promozione. C'è a chi non piace la parola destino, ma guai a dare per scontato che non esista.

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