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Atalanta, Kjaer a Goal: "Per me è un sogno tornare in Italia"

Via Martin Skrtel, dentro Simon Kjaer. Una 'staffetta' obbligata dai problemi con l'ex Liverpool, ma che ha certificato la rapidità dell'Atalanta nel trovare una soluzione a ogni problema. Una soluzione d'eccellenza, perché l'ex giallorosso, come da lui stesso confermato in esclusiva a Goal dal ritiro della nazionale danese, non vede l'ora di riabbracciare la Serie A.

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"È un sogno per me tornare in Italia, e non sto esagerando. Questo è il paese dove tutto è iniziato per me, a Palermo. Qualche anno dopo sono andato alla Roma in prestito annuale dal Wolfsburg e ho sempre detto al mio agente, Mikkel Beck, che un giorno mi sarebbe piaciuto tornare in Italia. Adoro il paese: la cultura, le persone, il cibo, il calcio che è un ottimo mix di passione tattica. Mia moglie ed io abbiamo persino scelto di sposarci in Italia: questo ti fa capire tutto".

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Kjaer lascia il Siviglia al termine di settimane non semplici: il club andaluso lo ha messo ben presto nella lista dei cedibili.

"È stata un'estate turbolenta, con un nuovo direttore sportivo (Monchi), un nuovo allenatore (Julen Lopetegui), e una squadra completamente nuova con 14 o 15 nuovi giocatori. Quando abbiamo iniziato il precampionato, c'erano sette difensori centrali. Il mio agente e io ci siamo trovati con Monchi e siamo stati tutti d'accordo sul fatto che se fosse apparsa una buona soluzione sia per il Siviglia che per me stesso, ne avremmo parlato. Il Siviglia non ha esercitato pressioni su di me per trovare un altro club. Toccava a me decidere. Lopetegui è venuto da me dicendomi che voleva tenermi e utilizzarmi e quindi, ovviamente, mi aspettavo di rimanere a Siviglia, che è un grande club. Ero pronto a cogliere l'occasione. Sono sicuro che l'allenatore avrebbe mantenuto la sua parola, ma poi è apparsa improvvisamente l'Atalanta".

Un'Atalanta che, per la prima volta nella propria storia, ha concluso il campionato al terzo posto. E che, acquistando Kjaer e Muriel, ha alzato ulteriormente l'asticella delle proprie ambizioni.

"Ho saputo dell'interesse dell'Atalanta sabato mattina, in macchina con la mia famiglia, e poi tutto è accaduto molto rapidamente. Questa era esattamente quell'opportunità unica che poteva farmi lasciare il Siviglia. L'Atalanta è un club ben organizzato, gioca un calcio molto bello. Nella scorsa stagione ha segnato più di tutti in Serie A. Mi sento pronto per questa sfida, dopo aver disputato la stagione migliore della mia carriera, a partire dai Mondiali. Personalmente è un'opportunità fantastica per me".

A metà settembre inizia la Champions League. Un'avventura storica per l'Atalanta, inserita nel girone con la Dinamo Zagabria, lo Shakhtar Donetsk e, soprattutto, il Manchester City di Pep Guardiola.

"Le partite europee sono sempre speciali, così come lo è affrontare le inglesi. Il Manchester City è sicuramente la favorita del gruppo, ma vediamo cosa potremo fare. È sempre una grande gioia nel calcio potersi misurare con i migliori al mondo. Non importa se è col tuo club o con la tua nazionale. Non vedo l'ora di affrontare questa sfida, ma anche di tornare in Serie A. Dalla mia prima stagione a Palermo, ho fatto tesoro della passione e dello stile del calcio italiano. Direi che ho acquisito le mie capacità come difensore nel modo italiano di difendere, che sicuramente mi ha plasmato come giocatore. Non vedo l'ora di tornare a casa nel calcio italiano. E 'casa' è esattamente quello che provo per l'Italia".

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