Alvarez ArgentinaGetty Images

Alvarez si è preso l'Argentina: quattro partite da titolare, quattro goal

Prima si procura il rigore trasformato da Messi, poi realizza con caparbietà il 2-0, infine chiude i conti trasformando in goal l'assist al bacio della 'Pulga' al termine di una lunga azione personale. Ci ha pensato ancora Julian Alvarez. C'è ancora la firma dell'attaccante del Manchester City nel successo sulla Croazia.

Dopo aver firmato i successi su Polonia e Australia, l'ex River si conferma in stato di grazia con la doppietta che regala - insieme al rigore di Messi - il pass per la finale dei Mondiali in Qatar all'Argentina.

Il copione si ripete dopo quanto si era visto contro la Polonia: esordio da titolare per l'attaccante del Manchester City e rete del 2-0 che manda al tappeto Szczesny e compagni.

L'articolo prosegue qui sotto

E a distanza di tre giorni, ecco il bis: schierato dal primo minuto contro l'Australia, il classe 2000 ha graffiato ancora una volta scippando la sfera dai piedi di un troppo avventato Ryan, prima di depositare in rete il pallone del 2-0, risultato decisivo nonostante l'acuto finale dei Socceroos.

Poi la sfida contro la Croazia: il rigore procurato, il destro al termine di un batti e ribatti in area di rigore e la girata sull'assist di Messi per il 3-0 finale che manda l'Albiceleste in finale.

Quattro partite da titolare, quattro goal. Alvarez si è preso, letteralmente, l'Argentina. Lo ha fatto con un impatto fragoroso, scalando le gerarchie che lo vedevano inizialmente alle spalle di Lautaro Martinez, ritagliandosi spazio e minuti nel cuore del tridente albiceleste.

Musica per le orecchie di Lionel Scaloni che nel 'Ragno' ha ormai individuato il riferimento offensivo, piazzandolo nella fetta di campo a lui congeniale: il centro dell'attacco. E se al tuo fianco ti ritrovi gente come Messi ed Enzo Martinez, imprimere il proprio timbro diventa quantomeno più semplice.

Fiducia totale nei suoi confronti da parte del Ct. Quella che non ebbe il Real Madrid dieci anni fa, quando lo scartò dopo un provino nel quale aveva comunque già fatto intravedere un rapporto piuttosto confidenziale con la rete.

 Messi AlvarezGetty Images

Il goal, dopo tutto, è sempre stato il suo pane quotidiano. 7 in 18 apparizioni con la maglia dell'Argentina, 54 in 122 con il River, sua ultima squadra prima del trasferimento estivo in Premier League, accolto a braccia aperte dal City di Pep Guardiola.

"Si è già ambientato - aveva dichiarato il tecnico spagnolo a 'ESPN' - gli sono serviti solo due pomeriggi. I giocatori forti non hanno bisogno di tempo, i giocatori forti si adattano velocemente, capiscono velocemente. Il calcio è universale.
Chi sa giocare, sa giocare. Chi è un goleador è un goleador in Argentina come in Inghilterra. Chi è intelligente è intelligente in Argentina e qui".

Numeri e prestazioni alla mano, la tesi è stata confermata anche al primo Mondiale della sua carriera. Quattro lampi nell'arco di pochi giorni per spingere l'Argentina ad un passo dal sogno. Da protagonista.

Pubblicità