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Alessandro Parisi, il Roberto Carlos dello Stretto: gli anni d'oro al Messina

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Per tutti a Messina ancora oggi resta il Roberto Carlos dello Stretto anche se Alessandro Parisi, nato a Palermo nel 1977, col famoso ex terzino brasiliano ha in comune in realtà solo il piede preferito, quello sinistro, e una certa confidenza con la porta avversaria.

"Impari in fretta, se passi parte della tua infanzia a calciare la palla al muro. Poi la natura fa la sua parte“.

Parisi nella stagione 2003/04 mette a segno ben 14 goal in Serie B, un bottino di tutto rispetto che contribuisce in modo determinante alla promozione del Messina dopo 39 anni di assenza.

Nella stagione successiva, in Serie A, il numero di reti si dimezza, ma Parisi è comunque assoluto protagonista nell'ottimo campionato della squadra peloritana che si piazza al settimo posto, tanto che per lui arriva pure la convocazione in Nazionale e l'opportunità di giocare una tournée estiva con la Juventus.

Sembra l'inizio di una grande carriera, sarà solo un fuoco di paglia tra fallimenti societari e problemi con la giustizia sportiva che lo obbligheranno a fermarsi per un lungo periodo prima del definitivo addio al calcio giocato.

GLI INIZI ALLA TRIESTINA E GLI ANNI D'ORO COL MESSINA

Alessandro Parisi inizia a giocare nella squadra della sua città, prima di trasferirsi in prestito al Trapani, dove resta un paio di stagioni. Quindi viene ceduto alla Reggiana, con cui retrocede in C1. Parisi allora riparte addirittura dalla C2, ovvero la discesa prima di un'ascesa inarrestabile che inizia con la Triestina.

Arriva così la promozione in C1 firmata pure da un suo goal nella finale playoff. Nella stagione succesiva la Triestina viene promossa in Serie B, mentre Parisi colleziona ben 30 presenze e 6 goal. Dopo un campionato di ottimo livello nella serie cadetta, il terzino viene acquistato dal Messina, club con cui esploderà definitivamente.

"Il Palermo di Zamparini voleva riportarmi a casa, ma siccome ero palermitano, pensavano che dovessi accettare certe condizioni. Per intenderci, che dovessi accontentarmi. I tifosi pensarono che fu un mio rifiuto, ma si sbagliavano".

Parisi è il fiore all'occhiello della campagna acquisti condotta dal direttore sportivo peloritano Angelo Fabiani per conto della società di proprietà della famiglia Franza. La stagione però non comincia del migliore dei modi per il Messina, poi la svolta: in panchina arriva Bortolo Mutti, mentre il rinforzo dal mercato è lo svincolato Arturo Di Napoli.  Il Messina inizia a volare ed alla penultima giornata di campionato conquista la promozione in Serie A battendo il Como già retrocesso. Una promozione attesa sullo Stretto da ben 39 anni.

 “La sera, per le vie del centro, sembrava di stare al carnevale di Rio de Janeiro. Il delirio“.

Parisi è il grande protagonista di quella cavalcata con un bottino più da bomber che da terzino: 41 presenze e 14 goal, molte direttamente su punizione. "Parisi tira la bomba", intonano i tifosi sugli spalti, specialità che gli vale il soprannome di 'Roberto Carlos dello Stretto' grazie a un sinistro potente quanto preciso.

"A Messina si vive bene con poco, la città è tranquilla. E poi l’affetto della gente è straripante. Ai tempi della A un ‘biancoscudato’ era più importante del presidente della Repubblica. Allo stadio 40 mila persone e il tifo era da panico. Emozioni bellissime“. 

Il 19 settembre 2004 è proprio Parisi a siglare il primo goal del Messina in Serie A, su calcio di rigore, nella rocambolesca vittoria casalinga per 4-3 contro la Roma. Sarà l'inizio di una stagione trionfale per lui e per la squadra, che chiude al settimo posto sfiorando addirittura la qualificazione in Europa. Parisi colleziona 27 presenze, 6 goal e 2 assist, tra cui quello per Zampagna nella storica vittoria ottenuta dal Messina a 'San Siro' contro il Milan alla terza giornata.

"Ho segnato il primo goal in una gara ufficiale al San Filippo e l’ultimo, il torneo prima, nel Celeste. Non male, eh?“.

Alessandro Parisi Marcelo Zalayeta Messina JuventusGetty Images

LA NAZIONALE, LA JUVE, IL TRASFERIMENTO SALTATO

Il 14 novembre 2004 per Parisi arriva pure la prima convocazione in Nazionale da parte dell'allora CT Marcello Lippi e tre giorni dopo scende in campo contro la Finlandia, davanti al suo pubblico, in quella che resterà l'unica presenza con la maglia azzurra. Non solo, Parisi nell'estate 2005 viene aggregato alla Juventus per una tournée in Asia insieme ad altri due compagni del Messina: Marco Zanchi e Salvatore Aronica.

Un'occasione per cercare di convincere i bianconeri a puntare su di lui come vice-Zambrotta. Occasione sfumata a causa di un fastidioso infortunio rimediato nelle ultime giornate di campionato. Parisi con la Juventus non brilla ed i bianconeri decidono di rimandarlo alla base. Il Messina però si accorda col Genoa neo-promosso in Serie A. Stavolta a fare saltare il trasferimento è il caso della valigetta di Preziosi, che costa al Grifone la retrocessione in Serie C1. Parisi quindi resta al Messina un'altra stagione, ma le cose non vanno per il verso giusto.

A frenarlo è ancora una volta un problema fisico che di fatto gli fa saltare la preparazione. Parisi gioca molto meno (solo 11 presenze) senza mai segnare nè fornire un assist. Va meglio nel 2006/07, ma al termine della stagione il Messina retrocede in Serie B, prima di essere travolto da problemi societari che in pochi mesi decreteranno il fallimento della società peloritana e la fine di una favola durata troppo poco.

IL BARI DI CONTE, IL TORINO DI VENTURA, IL RITORNO AL MESSINA

Parisi però si rilancia, tanto che a scommettere di nuovo su di lui è l'ambizioso Bari allenato da Antonio Conte, con cui centra la promozione in Serie A. Con l'arrivo di Ventura in panchina non è più un titolarissimo, ma dà comunque il suo prezioso contributo. Nella stagione successiva Parisi si riprende la fascia sinistra ma il campionato si conclude con la retrocessione del Bari in Serie B.

Ventura, che ha avuto modo di apprezzarlo in biancorosso, lo porta con sé al Torino con cui conquista da protagonista un'altra promozione prima dello scandalo che interromperà bruscamente la carriera di Parisi. Il suo nome figura nell'inchiesta sul calcioscommesse. Parisi viene indagato, deferito ed infine patteggia con la giustizia sportiva una squalifica di 1 anno e 8 mesi, a cui se ne sommerà successivamente un'altra, mentre nel processo penale alla fine verrà assolto per "non aver commesso il fatto".

All'inizio della stagione 2014/15, trentasettenne, Parisi cerca di ripartire proprio dal Messina, ormai sprofondato in Lega Pro. A distanza di 3 anni e 5 mesi dall'ultima apparizione su un campo da calcio, gioca poco più di dieci minuti nella vittoria esterna contro la Fidelis Andria. Mentre la settimana successiva è titolare contro la Lupa Castelli Romani. In panchina, come allenatore, l'ex compagno Arturo Di Napoli.

“Per me è stata una rinascita e, non lo nascondo, un momento commovente. Rivivere le emozioni del campo, del prepartita. Come una seconda vita. Tornare a giocare dopo tutto questo tempo e a quest’età, era possibile soltanto qui. Nella città che più mi ha dato nella mia carriera. Per due anni non ne ho voluto più sapere. E’ stato un periodo buio, fatto di silenzi, di assenze. Ne sono venuto fuori grazie alla mia famiglia. Ed un giorno mi si è riaccesa la lampadina: confortato dalla dirigenza del Messina, ho deciso di riprovarci. Che non poteva finire così, che la data della fine della mia carriera l’avrei dovuta decidere io. Non avevo messo chili, potevo riprovarci. Ho ripreso ad allenarmi, tutti i giorni, ed ho atteso pazientemente questo autunno. Ed ora sono qui”.

Il passo però non è più quello di un tempo, così Parisi a febbraio 2016 decide di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. L'ultima recita del Roberto Carlos dello Stretto.

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