Il City avrà pure trionfato quella sera all'Etihad, ma era successo qualcosa di molto strano: i campioni d'Inghilterra in carica avevano perso la battaglia per il pallone.
Il Brighton aveva limitato i padroni di casa ad appena il 48% di possesso palla.
"Propongono un tipo di gioco a cui non siamo abituati", ha ammesso Pep Guardiola in seguito, prima di predire audacemente: "L'impatto di De Zerbi in Inghilterra sarà enorme". Guardiola ha la tendenza ad elargire elogi senza senso agli avversari ma, in questa occasione, credeva a ogni parola. E ha anche dimostrato di avere ragione.
Solo sette mesi dopo che il suo arrivo in Inghilterra era stato accolto con uno scetticismo quasi generalizzato, De Zerbi viene ora acclamato come un genio tattico che è riuscito a coniugare i migliori principi del gioco di possesso di Pep con il caos controllato del contropiede di Jurgen Klopp.
Non che gli elogi gli diano alla testa. "Sono 10 anni che alleno e ho imparato a vivere in questo mondo", ha detto alla Gazzetta dello Sport il mese scorso. "Ora che i risultati ci sorridono, i complimenti e le belle parole abbondano. Ma è importante saperle decifrare".
"Non voglio cambiare nulla, solo fare quello che sono capace di fare: lasciare la mia impronta sulla squadra. Qui credo di esserci riuscito in poco tempo, ma il merito è dei giocatori".