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Ronaldo Benzema Saudi Pro League HIC 16:9GOAL

Tutti in Arabia: la Saudi League è una minaccia al calcio europeo?

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Quando Cristiano Ronaldo ha affermato che la Saudi Pro League diventerà una competizione d'élite "nei prossimi anni", la reazione più ovvia è stata di stupore.

Ronaldo viene pagato tantissimo per giocare con l'Al-Nassr. Ma è anche il simbolo di un campionato - e di un Paese - con grandi ambizioni.

Ronaldo è intenzionato a cambiare la percezione della Saudi Pro League, soprattutto in Europa.

"Penso che si debba guardare la cosa in modo diverso. Non dirò che il campionato è una Premier League, sarebbe una bugia".

Ma Ronaldo dice la verità quando afferma che il massimo campionato saudita si collocherà presto "tra i primi cinque campionati del mondo”?

Certamente il potenziale c'è, perché i soldi ci sono e Ronaldo è appena stato raggiunto in Arabia Saudita dall'ex compagno di squadra del Real Madrid Karim Benzema, attuale detentore del Pallone d'Oro. La promessa di un ultimo contratto colossale è comprensibilmente difficile da resistere per qualsiasi professionista.

Ma la Pro League si rivelerà qualcosa di diverso da una lucrosa casa di riposo per vecchie superstar? È davvero in grado di attrarre giocatori più giovani e all'apice delle loro forze?

  • Il flop con Messi

    Dopo essere passato all'Inter Miami, Lionel Messi ha ribadito di aver rifiutato un'offerta dell'Al-Hilal per motivi familiari. "Se fosse stata una questione di soldi", ha spiegato in un'intervista al Mundo Deportivo, "sarei andato in Arabia Saudita o altrove".

    Messi, però, ha chiaramente pensato che per sua moglie e i suoi figli sarebbe stato più facile stabilirsi a Miami, una città con un'enorme popolazione ispanica. Tuttavia, è innegabile che il suo rifiuto sia stato un grave danno per le pubbliche relazioni della Pro League.

    Avere sia Ronaldo che Messi nella stessa competizione sarebbe stata una spinta enorme.

    Messi può anche essere nella parte finale della sua carriera, ma, come ha dimostrato in Qatar, rimane un fenomeno, capace ancora di fare impazzire i tifosi.

    Il suo rifiuto, quindi, ha evidenziato un potenziale problema per la Pro League: non tutti i calciatori si lasceranno convincere dalle enormi quantità di denaro offerte in Arabia Saudita.

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  • Un campionato per giocatori anziani?

    Ronaldo, Benzema, Messi, N'Golo Kante, Luka Modric, Neymar, Pierre-Emerick Aubameyang: gli obiettivi passati e presenti dell'Arabia Saudita hanno tutti qualcosa in comune. Sono tutti ultratrentenni e tutti hanno superato il loro apice, anche se in misura diversa. E questo è comprensibile, ovviamente.

    Il calcio è diventato terribilmente eurocentrico e anche la nozione di "Big Five" è probabilmente superata, se si considera che campionati come la Ligue 1, la Serie A e la Bundesliga sono diventati secondari rispetto alla Premier League.

    Tutti i soldi oggi sono concentrati in Inghilterra e in pochi altri "super club" sparsi per il continente.

    Nonostante l’ambizione di volere mettere insieme dei nuovi Galacticos, la Pro League non ha lo stesso potere di attrazione di Florentino Perez durante il suo primo mandato al Santiago Bernabeu - non ancora, almeno.

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  • Crstiano-Ronaldo(C)GettyImages

    Violazioni contrattuali

    Evidentemente, i giocatori di alto profilo che accettano di unirsi a club di Pro League saranno ben ricompensati e non avranno problemi di stipendio.

    Dopotutto, la possibilità se Ronaldo si lamentasse pubblicamente del fatto che il suo stipendio non viene pagato in tempo sarebbe un disastro in termini di immagine.

    Tuttavia, resta da vedere come verranno trattati i talenti di medio o basso livello, dato che la FIFPRO, che rappresenta i calciatori professionisti di tutto il mondo, ha precedentemente messo in guardia i suoi membri "a causa di violazioni contrattuali sistematiche e diffuse".

    L'organizzazione ha affermato che "il mancato pagamento degli stipendi è un problema ricorrente per i giocatori in Algeria, Cina e Arabia Saudita" - e la menzione della Cina è interessante.

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  • Oscar Shanghai SIPG 02012017Getty Images

    Il paragone con la Cina

    Non è passato molto tempo da quando la Super League cinese tentava qualcosa di molto simile alla Pro League, attirando in Asia grandi nomi con contratti faraonici.

    Anche in questo caso, alcuni dei giocatori non erano più in forma, ma ci sono stati alcuni trasferimenti degni di nota, primo fra tutti quello di Oscar, brasiliano che aveva solo 25 anni quando passò dal Chelsea allo Shanghai Port. "Il mercato cinese è un pericolo per tutti", ha dichiarato ai giornalisti l'allora allenatore dei Blues Antonio Conte. "Non solo per il Chelsea, ma per tutte le squadre del mondo".

    La bolla, però, è presto scoppiata. Oscar può ancora essere in Cina, ma la maggior parte delle stelle arrivate durante il boom del 2016 e del 2017 sono partite da tempo.

    Il governo, che inizialmente aveva appoggiato con convinzione il piano di "professionalizzazione" del campionato, ha lentamente ma inesorabilmente iniziato a ritirare il proprio sostegno, anche perché si è diffusa la percezione che le stelle straniere, molte delle quali trattavano l'esperienza come una "vacanza" pagata, come ha detto Carlos Tevez, stessero ostacolando lo sviluppo dei giocatori nazionali.

    Una vera e propria tassa è stata imposta sugli acquisti dall'estero, rendendo il trasferimento in Cina molto meno attraente, mentre la crisi finanziaria causata dalla pandemia e la "de-corporativizzazione" dei club ha fatto sì che la maggior parte delle società perdesse interesse a continuare a investire nel campionato.

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