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Champions League formatGetty/GOAL

Sorprese, partite in più, infortuni e la rete di sicurezza per le grandi: cosa ci ha lasciato il primo girone unico della Champions League

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Jamie Carragher è tra coloro che hanno approvato il nuovo formato della Champions League. "È stato eccezionale - ha scritto l'ex difensore del Liverpool sui social - Invece di quelle noiose partite che abbiamo avuto per anni all'ultima giornata, il prossimo turno sarà sensazionale".

La UEFA gongola: secondo un numero significativo di esperti e tifosi, il "modello svizzero" è stato un successo, uno sviluppo positivo della manifestazione e, di conseguenza, del calcio stesso. Ma da settembre a oggi non sono mancati nemmeno i punti di discussione in negativo, così come le polemiche. Tante.

In attesa di stasera, in attesa di capire il reale destino di Inter, Milan, Juventus e Atalanta, in attesa di capire anche se il Manchester City ce la farà oppure no, cosa ci ha lasciato dunque il primo girone unico della storia della Champions League?

  • Jürgen Klopp Liverpool 2024Getty

    "NON MI PIACE"

    Appena la minaccia della Super League si è materializzata nell'aprile 2021, l'UEFA ha capito che era necessario agire. I club più ricchi d'Europa volevano più partite, perché più partite significano più soldi, ed è esattamente ciò che è stato dato loro nel maggio dell'anno successivo.

    L'idea iniziale era di estendere il girone a 10 partite. Ma dopo un'aspra reazione da parte di allenatori, giocatori e leghe nazionali, con serie preoccupazioni per un calendario internazionale già congestionato, l'UEFA è comunque riuscita a far passare un nuovo formato con 8 giornate e a inserire pure un turno di spareggio aggiuntivo. In pratica, una Super League in tutto tranne nel nome. Lo sapevano tutti.

    "È molto positivo che la nuova Super League sia fuori discussione - ha detto ai giornalisti Jurgen Klopp nell'aprile 2021 - ma la nuova Champions League non è un granché. La UEFA mi ha mostrato l'idea e io ho risposto: "Non mi piace". Non ho idea di dove inseriranno le partite in più... Ma lo spettacolo deve continuare".

    Era chiaro che qualcuno avrebbe dovuto fare dei sacrifici. Chi? Gli organizzatori dei tornei nazionali, come la un tempo prestigiosa FA Cup. E poi, cosa più significativa, i giocatori.

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  • Rodri(C)Getty Images

    LA SALUTE DEI CALCIATORI

    La UEFA ha giustificato l'espansione della Champions League sostenendo che i tifosi volevano vedere "più partite europee di alto livello" già nella prima fase. Il problema è che tanti big match sono stati giocati con i protagonisti in condizioni fisiche tutt'altro che ottimali.

    Come ha sottolineato un esasperato Pep Guardiola quattro anni fa, "ogni volta che parliamo di salute dei giocatori all'UEFA, loro dicono 'prendiamo nota'. Ma poi mettono più partite. È come un attore o un'attrice che va a teatro tre volte al giorno: vorrebbero fare una bella performance, ma tre volte al giorno sono troppe".

    Guardiola aveva ragione a essere preoccupato. Il suo Manchester City ha conquistato il treble nel 2023, ma quest'anno sta faticando dopo essere stato decimato dagli infortuni di giocatori chiave, tra cui Rodri, che già stava parlando di sciopero prima di essere messo ko dalla rottura del crociato anteriore.

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  • Andrea AgnelliGetty

    SOLDI E MERITOCRAZIA

    Le difficoltà del City hanno evidenziato il problema più evidente del nuovo formato della Champions League: è fin troppo inclusiva.

    In un mondo ideale, la Champions League sarebbe la competizione dei veri campioni nazionali. Proprio come lo era la Coppa dei Campioni. Ma questo non è mai stato abbastanza per i dirigenti del pallone, che si sono resi conto di come i soldi veri si facessero nelle partite tra le squadre con i più grandi mercati televisivi d'Europa.

    Alle prime minacce di Super League, l'UEFA ha così risposto includendo le prime quattro squadre dei Top 5 campionati europei e, a un certo punto, aumentando addirittura due al posto di una le fasi a gironi.

    Ma quegli emendamenti non sono stati ancora sufficienti a soddisfare i sostenitori della Super League. E così si è arrivati al "modello svizzero", che dà la priorità al denaro rispetto alla meritocrazia, e che in sostanza permette di proteggere i grandi club.

  • Manchester CityGetty

    LA RETE DI SICUREZZA DEI PLAYOFF

    Un esempio? In una qualsiasi altra stagione, una squadra che ha messo in fila prestazioni così scadenti come il City, battuto da Sporting, Juventus e PSG e fermato in casa da Inter e Feyenoord, sarebbe già stata eliminata.

    Con il nuovo format della Champions League, però, alla squadra di Guardiola basterà battere il Club Brugge in casa per assicurarsi il playoff: un turno extra che, di per sé, è una rete di sicurezza introdotta sostanzialmente per risparmiare all'élite le ripercussioni finanziarie di un'uscita anticipata dall'Europa.

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  • FBL-ENG-PR-NOTTINGHAM FOREST-LIVERPOOLAFP

    "UNA CLASSIFICA STRANA"

    Non è neppure vero che nelle scorse stagioni le partite dell'ultima giornata dei gironi siano state "noiose". La precedente incarnazione della fase a gironi della Champions League ha innegabilmente avuto i suoi problemi, ma, proprio lo scorso anno, Manchester United, Galatasaray e Copenaghen sono arrivato agli ultimi 90 minuti in lotta per un posto agli ottavi di finale, proprio come PSG, Milan e Newcastle la sera successiva.

    Quest'ultimo, quello in cui erano inseriti i rossoneri, era un vero e proprio "gruppo della morte": un girone in cui ogni partita contava perché ogni punto contava. Persino il Borussia Dortmund, già qualificato, aveva bisogno di un pareggio contro il PSG al Signal Iduna Park per assicurarsi il primo posto. Al contrario, tante partite di quest'anno sono state spogliate quasi di ogni significato: anche quelle che coinvolgono grandi nomi.

    PSG-City è stata emozionante, ma non è stata la partita a eliminazione diretta che avrebbe dovuto essere. Real Madrid e Bayern hanno perso tre partite a testa, ma entrambe sono comunque arrivate alla fase a eliminazione diretta. Nel frattempo, il Liverpool è in cima alla classifica dopo aver vinto tutte e sette le partite, e nonostante questo il manager Arne Slot, proprio come tutti gli altri, non ha idea se ciò sia in qualche modo significativo.

    "È una classifica strana - ha detto l'olandese - perché ad esempio ogni settimana guardo il PSG penso che abbiano la squadra più dura da affrontare. Però sono in basso in classifica, il che non riflette la loro qualità. E anche se finisci al primo posto potresti giocarci contro. In quel caso, arrivare primi è uno svantaggio".

    L'unica vera ricompensa del Liverpool per essersi garantito un piazzamento tra i primi due è che eviterà il playoff. Due partite in meno: è così che l'UEFA ha incentivato il piazzamento tra i primi otto, il che è un'ammissione accidentale del fatto che ci sono due partite in più. Come dire: la tua ricompensa per aver fatto bene è evitare punizioni aggiuntive.

  • FBL-ESP-LIGA-REALMADRID-PRESSERAFP

    "ABBIAMO UN PROBLEMA"

    Concludendo, probabilmente la giornata conclusiva sarà emozionante, ma non è nemmeno questo il punto. Qualunque cosa accada questa sera, bisogna semplicemente riconoscere che ci è voluto molto, molto tempo per arrivare a questo punto: la scorsa stagione metà delle 32 partecipanti sono state eliminate dopo una fase a gironi con 96 partite, mentre quest'anno sono state 144 partite per eliminare solo 12 squadre.

    Come ha detto Carlo Ancelotti prima ancora che il torneo prendesse il via, "potrebbe rivelarsi più divertente dell'anno scorso, ma se gli organi di governo e i decisori non pensano che i giocatori si infortunino perché giocano troppo, abbiamo un problema. Vorrei chiedere loro di pensare a ridurre il numero di partite per avere tornei più attraenti".

    Nessuno lo ascolterà. Ci sono troppi soldi in ballo e lo spettacolo deve continuare. Ma se non altro sì, l'ultima giornata di questa sera sarà tutta da seguire.

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