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Maurizio Sarri Lazio Bayern 14022024Getty Images

Sarri e i rimpianti del passato: "Alla Juventus fu una sofferenza, non avrei dovuto lasciare il Chelsea"

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Dopo la separazione dalla Lazio sembrava che potesse tornare in pista su una nuova panchina, e invece Maurizio Sarri è ancora alla ricerca di un'avventura da cui ripartire.

Il tecnico toscano non vede l'ora di tornare all'opera con un nuovo progetto che, con ogni probabilità, non sarà in Serie A.

Il valzer delle panchine nostrane non lo sta interessando, nonostante Milan e Fiorentina facessero al caso suo: di questo e anche di molto altro ha parlato nell'intervista concessa al 'Corriere della Sera', dove ha esternato anche il rimpianto relativo all'addio al Chelsea per accettare la corte della Juventus nel 2019.

  • NESSUNA CHANCE IN SERIE A

    "Telefonate? Non da club italiani, purtroppo. E sinceramente un po’ mi spiace, c’erano panchine libere in squadre che immaginavo potessero fare per me. Non sono stato interpellato neanche per una chiacchierata. Sono i presidenti a decidere, ci mancherebbe. Ma meritavo di essere ascoltato almeno un quarto d’ora. Milan e Fiorentina? Erano due squadre adatte a me, certo".

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  • TROPPE LAMENTELE?

    "Calendari affollati e terreno di gioco spesso non all’altezza? Sì lo ribadisco. Il punto è che lo hanno detto anche Klopp e Guardiola ma nessuno ha commentato, se è Sarri a lamentarsi e allora apriti cielo. Faccio io una domanda a lei: si farebbe operare da un chirurgo che ha il bisturi arrugginito? Bene, un calciatore non può giocare in un campo non idoneo".

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  • LO SCUDETTO PERSO IN ALBERGO COL NAPOLI

    "Si può ridere finché si vuole, ma andò così. Ci fu un errore clamoroso, poi anche riconosciuto, di uno degli arbitri migliori, Orsato, in Inter-Juventus. Noi eravamo in ritiro in albergo: uscii dalla mia stanza incazzato nero, volevo spaccare tutto, ma dovevo tirare su di morale i ragazzi. Li vidi seduti sulle scale dell’hotel, piangevano. Era già troppo tardi: noi perdemmo con la Fiorentina e lo scudetto andò alla Juve".

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  • L'ANNO ALLA JUVENTUS

    "Fu un percorso di grande sofferenza, con tanto di discussioni in famiglia. Diciamo che da tifoso del Napoli ho fatto fatica. Non avrei dovuto lasciare il Chelsea, ecco".

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  • L'ADDIO AL CHELSEA

    "Non c’è dubbio. C’erano buone basi per restare, ho commesso un grosso errore. Abbiamo vinto l’Europa League, il progetto era grande ma volevo tornare in Italia, purtroppo. Un rimpianto? Forse il Milan, ci ero andato vicino vicino e poi non mi vollero. Venne il Napoli, l’esperienza più intensa della mia carriera".

  • LAZIO CAPITOLO CHIUSO

    "Ambiente appiattito, squadra intorpidita".

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