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Inter fans Curva NordGetty

I pm di Milano sul caso ultras: "Chiedevano armi e campi per addestrarsi alla violenza"

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Nuovi dettagli in merito all'inchiesta portata avanti dalla Procura di Milano che ha decapitato i vertici delle Curve di Inter e Milan.

Dopo le varie perquisizioni e gli arresti andati in scena nelle scorse ore, a emergere è un quadro piuttosto grave a carico degli ultras: in questo caso dell'Inter.

Nel mirino degli inquirenti è finita anche l'ambizione dei maggiori esponenti della Curva Nord nerazzurra di dare vita a un vero e proprio esercito con tanto di armi, pronto ad affrontare qualsivoglia tipo di scontri in giro per l'Italia e per l'Europa.

  • "ESSENZIALE PER ACQUISIRE RISPETTO E AUTOREVOLEZZA"

    Nei resoconti dei pm Paolo Storari e Sara Ombra sulla richiesta di misura cautelare in buona parte accolta dal gip Domenico Santoro è spiegata, come riportato da 'Calcio e Finanza', l'ambizione di migliorarsi dal punto di vista militare della Curva Nord.

    "Organizzare e dar vita a scontri con le opposte tifoserie o le Forze dell’Ordine è un aspetto fondamentale della mentalità ultras ed essere un gruppo militarmente forte è essenziale per acquisire, rispetto ed autorevolezza".

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  • LA CAUSA SCATENANTE

    L'evento che avrebbe fatto scattare l'allarme in seno ai vertici della Curva Nord nerazzurra sarebbe stato il tentato attacco da parte degli hooligans catalani prima di un Inter-Barcellona di Champions League nel 2019: operazione fallita ma che, in caso di buon esito, avrebbe visto soccombere l'esiguo numero di ultras interisti presenti al Baretto di San Siro.

    È in una riunione tenuta due giorni dopo che sarebbero state "gettate le basi per la costituzione di un gruppo di uomini disposti e, soprattutto, capaci di affrontare scontri fisici ogni qual volta ciò fosse stato necessario".

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  • "RICHIESTA DI ARMI E ADDESTRAMENTO"

    In quella riunione sarebbero state "tracciate le linee per il reperimento delle armi da utilizzare" e sarebbe stata evidenziata la necessità di "un vero e proprio addestramento".

    A tale scopo sarebbe stato organizzato da Andrea Beretta (ora in carcere per l'omicidio Bellocco, n.d.r.) un viaggio "con un gruppo di fedelissimi per instaurare un gemellaggio con il gruppo hooligans (…) dello Stal Stalowa Wola (club polacco di terza categoria, n.d.r.), che si connota per una spiccata inclinazione alla violenza".

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  • IL PIANO

    Un piano dimostrato dall'intercettazione del 12 dicembre 2019 tra Beretta e Ivan Luraschi (allora leader degli Ultras dell’Hockey Milano) in cui il primo afferma "poi io vorrei dei tubi di gomma…per quando siamo in casa… tipo loro (gli hooligans del Barcellona, n.d.r.) ieri che son venuti con quei manici di piccone… almeno per quando siamo in casa…".

    Un'altra persona aggiunge "a torce, bombe e fumogeni ci penso io" mentre Luraschi fa presente che "serve una certa organizzazione… un supporto logistico anche dietro a questo tipo di cose. La Curva Nord può produrre 70 hooligans! Vediamo quando 70 hooligans meneranno poi in strada…".

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