Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
Lukaku InterGetty Images

Gazzetta dello Sport - Perché Lukaku ha rotto con l'Inter: lo strappo a Istanbul

Pubblicità

Da qualche ora, Romelu Lukaku e l'Inter si sono detti addio. In maniera definitiva, apparentemente senza margini di ricongiungimento. Un voltafaccia clamoroso, quello del centravanti belga, proprio quando i pianeti sembravano essersi allineati per l'ennesimo ritorno a Milano. Tradotto: proprio quando l'offerta nerazzurra era stata accettata dal Chelsea.

Sono state ore convulse, quelle tra venerdì sera e sabato. Lukaku che non risponde più all'Inter, il club che comincia a innervosirsi, la Juventus sullo sfondo. E poi la rottura, che come detto è ormai insanabile. E che, secondo la 'Gazzetta dello Sport', parte da lontano.

Quanto lontano? Almeno un mese, per la precisione. 10 giugno 2023: la notte della finale di Champions League persa con onore contro il Manchester City. Quella in cui Lukaku entra dalla panchina a gara in corso e fa in tempo a combinare un paio di disastri sotto porta. Roba piuttosto celebre: non serve nemmeno ricordarla nel dettaglio. Però, in questo caso, il focus è un altro.

  • Lukaku DzekoGetty Images

    COS'È SUCCESSO A ISTANBUL

    Lo strappo, secondo il quotidiano, si è consumato proprio all'Ataturk. Lukaku sperava di partire dall'inizio contro il Manchester City, e invece Simone Inzaghi si è affidato a Edin Dzeko in coppia con Lautaro Martinez. Come, del resto, aveva fatto anche nelle precedenti puntate di Champions League.

    "Per Lukaku - scrive la 'Gazzetta' - la panchina contro il City nella finale di Champions è stata l’ultimo smacco di una seconda parte di stagione che sognava diversa, specie dopo essersi rimesso finalmente in forma, aver ritrovato condizione e gol".

    Il Lukaku dell'ultimo tratto di 2022/23, in effetti, era sembrato un giocatore rinato. Finalmente libero dai guai fisici che ne avevano condizionato i mesi precedenti, dal ricordo di un Mondiale terribile, dalle partite saltate e da quelle viste per gran parte dalla panchina. Non era ancora il Lukaku del biennio contiano, magari, ma ci si stava avvicinando. E invece.

  • Pubblicità
  • UN RUOLO NON PIÙ CENTRALE

    Lukaku, tornato all'Inter per ricomporre la devastante Lu-La che nel 2021 ha regalato lo Scudetto ad Antonio Conte, si è visto ben presto scavalcato da Dzeko. E i costanti problemi fisici dei primi mesi milanesi, come detto, non hanno fatto che peggiorare una situazione già precaria.

    Così, alla fine, contro ogni pronostico il posto da titolare se l'è tenuto il bosniaco. Sempre in campo dal primo minuto nelle partite stagionali più importanti, compresa la doppia semifinale contro il Milan e poi la finale contro il Manchester City, e allo stesso tempo capace di farsi trovare pronto, come dimostra ad esempio la zampata vincente nel derby d'andata.

    "Quando contava per davvero - scrive ancora la 'Gazzetta' - Inzaghi ha sempre scelto Dzeko e questa cosa a Lukaku non è mai andata giù. Al di là delle parole di facciata, del reale pensiero che in fondo – soprattutto in Europa – contava il risultato di squadra, Lukaku si è sentito abbandonato, messo da parte".

    I primi due anni all'Inter, insomma, sono stati riposti in soffitta per far spazio a un contesto nuovo e inatteso: Lukaku seconda scelta. L'insofferenza del belga ha cominciato a montare, fino a raggiungere il proprio apice a Istanbul. E fino alla clamorosa rottura, che ora potrebbe portare Romelu alla Juventus. La rivale delle rivali.

  • Pubblicità
    Pubblicità
0