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Osimhen Charleroi GFXGOAL

Osimhen al Charleroi, primo periodo devastante: "Volevo dimostrare che si erano sbagliati"

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Chiunque abbia raggiunto Bruxelles via aerea optando per una compagnia low cost, saltando per diversi motivi l'opzione Brussels Airport, principale aerostazione del paese e 24esima più trafficata d'Europa, saprà bene come il primo impatto in terra belga è quello con Charleroi.

L'aeroporto di Aeroporto di Charleroi-Bruxelles Sud dista circa tre quarti d'ora di bus dal centro cittadino della capitale belga.

C'è chi si avventura per le stradine di Charleroi consapevole di dover sfruttare ogni istante di vacanza visitando ogni singola frazione del Belgio, scoprendo ad esempio che la torre campanaria Beffroi è uno dei Patrimoni dell'Umanità UNESCO.

Per molti, la grande maggioranza, l'aeroporto di Charleroi è solo un luogo di passaggio. Momentaneo, rapido, prima di lasciarlo e mettersi in fila per raggiungere Bruxelles.

Concluso il proprio volo, atterratto il proprio aereo, si riaccende il cellulare. Si controlla la prenotazione del biglietto per il bus, si avvisa casa di essere arrivati sani e salvi alla destinazione. Un messaggio che rassicura.

A Charleroi il primo messaggio di Victor Osimhen al calcio europeo. Atterrato in un luogo sicuro per dimostrare di essere un grandissimo.

  • Osimhen CharleroiGetty

    VIA WOLFSBURG

    Senza risposta, il primo. Arrivato in Europa giovanissimo, Osimhen ci proverà ad essere subito decisivo. Senza sfruttare velocità, tecnica, senso del goal. Troppo acerbo, ancora inesperto dei meccanismi del calcio d'elite. Nel suo caso, Wolfsburg.

    Il 2016 il Wolfsburg paga 3 milioni e mezzo per una collaborazione con la Ultimate Strikers Academy da cui arriva Osimhen. Perchè puntare su di lui? L'attaccane ha trascinato la Nigeria Under 17 alla vittoria del Mondiale Under 20, segnando 10 reti.

    Concorrenza dell'Arsenal battuta e giocatore ufficialmente del Wolfsburg, senza riuscire a sfondare. Zero reti, momento delicato e tutto da rifare. Il rischio, per Osimhen, è di finire nella lista di ottimi prospetti capaci di spaccare in due il mondo con i coetanei davanti, per poi essere schiacciati da pressione, scelte tecniche avverse, sfortuna.

    Insomma, la solita lista di orrori quotidiani per i giovani ammalianti. Quelli tirati a lucido per stupire, prima di appannarsi e non offire più luce propria.

    Osimhen racconta poi i suoi inizi in Europa, in Bundesliga:

    "Se al Wolfsburg fosse rimasto mister Hecking, che andò al Moenchengladbach, avrei avuto più chance perchè mi aveva scelto lui. Però a quel punto avrei giocato anche in quarta divisione, pur di giocare. Ne parlai con mio fratello, gli dissi che avrei dovuto ricominciare a giocare da un’altra parte".

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  • CONTATTO BELGA

    Sogna grandi club, Osimhen. Ma, prima, la realtà. E vuole giocare. Ovunque.

    Facciamo un passo indietro, quando Osimhen, dopo la prima delle due stagioni in Germania, pensa già di lasciare la Germania:

    "l mio agente mi trovò dei club interessati in Belgio, era sicuro di trovarmi una squadra nella loro prima divisione: ero ansioso di dimostrare il mio valore, tuttavia non si concretizzò alcuna firma".

    Il primo contatto di Osimhen con il calcio belga. Che non si concretizzerà, ma porrà le basi per un futuro arrivo in Vallonia.

    "Ero lontano dalla mia famiglia e li vedevo solo su FaceTime, ma so che ciò che ho fatto a Lille e Charleroi si basa su ciò che ho imparato al Wolfsburg. Non sono il tipo che pensa troppo al passato, ma credevo che ciò che mi era capitato al Wolfsburg non si sarebbe ripetuto allo Charleroi".

    La negativa esperienza al Wolfsburg permetterà ad Osimhen di avere più speranza, nonostante questa venga spesso meno. Anche perchè, la prima vera opportunità belga sfuma davanti ai suoi occhi, sciolta come neve al sole. Improvviso, in una giornata soleggiata:

    "Mi chiamò il Bruges, volevano vedermi ma alla fine mi dissero che non se ne sarebbe fatto niente, nonostante avessi già fatto le visite mediche con loro. Ne parlai con il mio agente, avrei dimostrato anche a loro che s’erano sbagliati" ha raccontato a The Out of Home.

    "Non dimenticherò mai la chiamata dello Charleroi. Il presidente mi disse che m’avrebbe voluto lì già in serata, me lo confermò il mio agente. Avrei firmato senza nemmeno fare le visite mediche, ero felicissimo dopo il rifiuti di ZulteWaregem e Bruges: quando arrivai, mi dissero che avrei firmato il giorno dopo. Era un sogno, dopo esser stato scartato qualche settimana prima, potermi mettere all’opera su un campo da calcio.

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  • DIFENSORE E VENDICATORE

    Rifiutato da Zulte e Bruges, Osimhen ha una ferita aperta. I poteri curativi della firma con il Charleroi, però, agiscono immeditamente. Come un superpotere.

    "A Charleroi l’accoglienza e l’amore ricevuto mi ha dato una grandissima mano”.

    Apprezzato, coccolato, al centro del progetto. Osimhen si dedicherà anima e corpo al Charleroi, cercando in ogni modo di far felice i suoi nuovi tifosi. Difensore dei colori bianconeri, vendicatore, prima di essere mascherato.

    "Allo Charleroi ero molto felice di giocare contro Bruges e Zulte, volevo sempre la palla e riuscii a mettere a segno goal e assist in quei match: fu una gioia enorme, avrei potuto giocare con loro ed invece gli segnavo contro. Fu una bella sensazione".

    Arrivato in città a fine agosto, verrà convocato per la gara contro il Mouscron, esordendo nei minuti finali di gara. Ma il suo futuro, nonostante una seconda partita da subentrato - contro lo Standard Liegi - con le medesime modalità, sarà da stella dell'attacco. Imprescindibile.

    Del resto, sin dalla prima opportunità da titolare, Osimhen sfrutterà la chance di Felice Mazzu per non lascia più il campo. Al fianco di Niane, nel 4-4-2 del Charleroi, timbrerà il cartellino contro il Waasland-Beveren. Da lì, la strada per Victor sarà in discesa.

  • MERCI POUR TOUT

    Due partite da subentrato, rispettivamente per la sesta e la settima giornata del massimo torneo belga. Poi, più nulla. Solamente titolare, sempre titolare.

    La sua capacità di trovare il goal anticipando gli avversari, ma anche agendo di forza per scardinare le difese avversarie, lo porteranno ad entrare in quella ristretta elite di elementi da cui ci si aspetta sempre il massimo.

    Nei, brevi, periodi senza reti per due o tre gare di fila (il massimo, nella sua stagione belga) i tifosi del Charleroi vedranno la propria routine venire meno, non più legati alla realtà.

    Ma i tifosi del Charleroi vi saranno quasi sempre legati: Osimhen segnerà di rapina, di forza, di tecnica. 12 volte in 25 presenze, per una media praticamente perfetta.

    Amore reciproco. Quello che Osimhen, a fine 2022, mostrerà ancora una volta andando a visitare il suo vecchio club in ritiro vicino al suo Napoli.

    "Che bello potervi ritrovare e ritrovare la squadra. Grazie per il tifo che sempre mi riservate, siete la mia seconda casa. Vi auguro il meglio per questa seconda parte di stagione".

    Una casa amata, ma in cui Victor vivrà una sola stagione. Riscattato dal Charleroi, dopo l'iniziale prestito, verrà ceduto in fretta e furia al Lille per monetizzare.

    E per Osimhen, Charleroi sarà l'unione di ciò che provano i turisti una volta arrivati. Il desiderio di raggiungere la meta più alta ed ambita, ma anche la consapevolezza di aver vissuto un periodo positivo nella meno pubblicizzata meta.

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