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"Nel calcio di oggi si gioca troppo", ma è davvero così? I numeri dicono altro

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"Nel calcio di oggi si giocano troppe partite". Questa è la considerazione che almeno una volta nella vostra vita recente avrete sicuramente pronunciato. O quantomeno sentito da commentatori, giornalisti, opinionisti da salotto televisivo o da bar di quartiere.

E in effetti, il numero di partite rispetto al decennio scorso è aumentato tra introduzione di nuove competizioni (Nations League, Conference League) ed estensione di competizioni già esistenti (Champions ed Europa League, Supercoppe nazionali).

Uno studio effettuato dal CIES nel 2024 pare però dimostrare che l'aumento del numero di gare non ha avuto un impatto significativo sull'aumento dei minuti giocati a carico dei calciatori.

Anzi, in maniera quasi paradossale, l'incremento di partite stagionali sta avendo ripercussioni positive sugli introiti corrisposti ai calciatori.

  • PREVALGONO LE COMPETIZIONI NAZIONALI

    Dall'analisi del CIES su 40 campionati più importanti al mondo, emerge come a impegnare per grandissima parte il calendario stagionale siano le competizioni nazionali (82,2%).

    Questo malgrado la diminuzione o la cancellazione di alcune competizioni. In Inghilterra ad esempio, l'FA ha deciso di abolire il "Replay" di FA Cup, mentre in Francia dalla stagione 2021/2022 non si disputa più la Coppa di Lega francese.

    Un dato in controtendenza alle rimostranze di chi trova nella Nations League o nelle altre competizioni nazionali (che occupano il 10,2% del calendario) uno degli appigli per criticare l'attuale numero di partite giocate.

    Il resto della percentuale viene invece occupato dalle confederazioni (6,7%) e dalle competizioni FIFA (0,9%).

    Cifre che sottolineano il fatto che nonostante la struttura del calendario calcistico internazionale sia molto contestata, l'elemento principale per valutare l'attuale organizzazione del calcio cosiddetto d'èlite sia il numero e il formato delle competizioni per club disputate a livello nazionale.

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  • DAVVERO SI GIOCANO PIÙ PARTITE?

    Nell'arco temporale preso in analisi dal CIES, ovvero dal 2012 al 2024 su 40 club presi in considerazione, i calciatori dei campionati esaminati hanno giocato una media di 22,7 partite in tutte le competizioni, con un minimo di 18 nel 2019/2020 (statistica pesantemente condizionata dalla sospensione/riduzione di campionati e coppe a causa della Pandemia di COVID 19) a un massimo di 24,4 nella stagione 2023/2024.

    Nello stesso arco temporale, non si sono registrate variazioni significative nel numero di partite ufficiali disputate dai club dei 40 campionati analizzati, dato che vale anche per le rappresentative dei 5 campionati europei più importanti.

    Escludendo le amichevoli, il numero medio di partite per club e stagione si assesta intorno alle 41,5 partite ufficiali, dato che sale a 50 per le squadre europee che arrivano solitamente in fondo alle competizioni europee.

    Il dato più basso (32,7 partite) è sempre quello del 2019/2020, mentre il picco (43,9 partite) è relativo al periodo successivo.

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  • QUANTE PARTITE SI POSSONO GIOCARE AL MASSIMO IN UNA STAGIONE?

    Prendendo ad esempio il Real Madrid, campione di Spagna e d'Europa in carica e sicuro di un posto nel Mondiale per Club e nella Supercoppa di Spagna, proviamo a calcolare il massimale di gare che le Merengues potrebbero giocare nell'annata 2024/2025.

    Per quanto riguarda la Liga, il numero di partite è fisso a 38. A queste vanno aggiunte le 8 gare che sicuramente il Real giocherà nella nuova Champions League e la Supercoppa Europea già giocata.

    Immaginando che il club madrileno arrivi alla finale della competizione, piazzandosi però tra il nono e il ventiquattresimo posto nella classifica globale del nuovo formato, il numero di partite salirebbe a quota 17.

    Per quanto riguarda le coppe nazionali, il Real Madrid è già certo di giocare almeno la semifinale di Supercoppa di Spagna, con un'altra gara qualora arrivasse in finale e altre 7 in caso di arrivo in finale di Copa del Rey.

    In attesa di capire se si giocherà, il Mondiale per Club rappresenta la vera novità della stagione 2024/2025. Di sicuro, il Real giocherà 3 partite (quelle del girone) alle quali se ne potrebbero aggiungere altre 4 in caso di arrivo in finale della competizione.

    Il calcolo totale delle gare, ipotizzando una stagione da en-plein, si assesta intorno alle 71 partite.

  • E PER UN'ITALIANA?

    L'esempio italiano che più si può avvicinare al Real Madrid per la stagione attualmente in corso è l'Inter.

    Anche i campioni d'Italia giocheranno sicuramente 38 partite in campionato e almeno una in Supercoppa Italiana. Centrando la finale di quest'ultima e quella di Coppa Italia, si aggiungerebbero altre 6 partite solo per le competizioni nazionali.

    In caso di arrivo in finale di Champions League (con passaggio ulteriore ai playoff a eliminazione diretta), vi sarebbero altre 17 partite più le 7 di Mondiale per Club ipotizzando il raggiungimento della finale, per un totale di 69 partite.

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  • Grafica minuti

    PIÙ PARTITE, STESSI MINUTI. ANZI MENO

    Sembra difficile da credere, ma l'aumento delle partite in calendario stagione dopo stagione non sta affliggendo concretamente nella maniera in cui si pensa il minutaggio dei calciatori coinvolti.

    Su un dato statistico di circa 20mila calciatori presi in esame per ogni singola stagione, il CIES rileva che a livello di singoli calciatori, i minuti medi giocati siano rimasti prevalentemente invariati.

    Si va dai 1582 minuti singolarmente disputati nella stagione 2012/2013 ai 1587 della stagione 2023/2024, con l'eccezione dei 1281 minuti giocati nell'annata 2019/2020 tenendo come sempre in considerazione la pandemia da COVID 19.

    Una constatazione se vogliamo contraria alla narrazione attualmente diffusa in relazione al calcio sulla mole di lavoro a carico dei calciatori, confermata da altri casi studio. Il caso più emblematico è quello di Frank Lampard, che nella stagione 2006/2007 ha disputato 6331 minuti, l'equivalente di oltre 70 partite intere.

    Per trovare il secondo valore più alto bisogna tornare indietro di 7 stagioni, quando nella 1999/2000 Roberto Carlos ne disputo 6310 tra Real Madrid e nazionale brasiliana. A completare il podio è Lionel Messi, in campo per 6215 minuti nell'annata 2014/2015.

    In epoca recente l'unico tra i 30 calciatori più usati nel periodo preso in analisi ad aver disputato più di seimila minuti (6072) è Bruno Fernandes nel 2022/2023.

  • grafica minutaggio

    SI GIOCAVA DI PIÙ PRIMA

    Non troppo diversi i risultati ottenuti estendendo l'analisi ai primi 100 calciatori per numero totale di minuti giocati in una sola stagione. Le ultime tre stagioni rappresentano una minoranza non particolarmente significativa, mentre le stagioni con i valori più alti sono state le due a cavallo tra 2009 e 2011.

    Altre statistiche che rafforzano il concetto che i calciatori non siano necessariamente più impiegati rispetto al passato arrivano da Euro 2024. L'ultima manifestazione per nazionali europee disputata è stata quella con il minor numero di calciatori (l'1,4%) che hanno superato i 5000 minuti.

    La percentuale relativa numero di quelli che hanno giocato almeno 4500 minuti è dell'8,9%, un dato pressoché identico a quello di Euro 2016 (il 9%) e addirittura inferiore a quello dell'edizione 2012 (13%), l'ultima disputata a 16 squadre partecipanti.

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  • DUE POSSIBILI FATTORI

    In attesa di studi più approfonditi che determinino le ragioni esatte di queste tendenze, ci sono un paio di fattori da tenere in considerazione per cercare di capire il fenomeno. La prima è la sempre maggiore influenza ricoperta dal calciomercato.

    Le squadre più solide economicamente dispongono di roster sempre più nutriti, che permettono un ricambio degli effettivi in campo senza una significativa influenza in negativo sul livello tecnico medio sulla formazione.

    L'altra è l'introduzione delle 5 sostituzioni, che dal 2020 è diventata prassi in tutte le competizioni. Partendo proprio da questo secondo elemento, l'analisi del CIES evidenzia come i calciatori messi in campo come sostituti, abbiano giocato 86775 minuti in più (con una crescita del 51,1%) rispetto all'ultima stagione con ancora 3 cambi massimi consentiti per squadra.

    A sfruttare meno la novità è stata la Premier League, dove l'aumento medio dei minuti giocati dai sostituti si assesta al 34%, mentre la Liga è quello dove si è ricorso di più ai 5 cambi con un valore del 63%. La nostra Serie A si assesta al 58%.

  • SI GUADAGNA DI PIÙ?

    Una delle tesi principali a sostegno dell'allargamento del numero di partite è l'aumento degli introiti per i club mediante i diritti televisivi.

    Lo studio effettuato dal CIES prende in esame le nuove competizioni introdotte, come ad esempio la Conference League, e l'allargamento di quelle preesistenti come la Champions e l'Europa League (da 31 a 51) a confronto con una competizione come la Premier, da fissa stabile sulle 38 partite stagionali.

    Nell'arco 2010-2021, il mantenimento dello stesso numero di partite in Champions League: ha visto un allargamento degli introiti: da 1082 milioni del 2010/2011 ai 3072 milioni del 2023.

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  • MA ALLORA CHI GUADAGNA VERAMENTE?

    Sembra assurdo, ma a guadagnare maggiormente dall'allargamento del numero di partite sono gli stessi calciatori. Almeno in termini economici.

    Dando un occhio ai dati Standard Football, il primo parametro che balza agli occhi è l'aumento esponenziale del monte ingaggi delle squadre a fronte di un numero di gare non solo rimasto pressoché stabile, ma in molti casi addirittura diminuito.

    Prendiamo come casi studio il Real Madrid, il Manchester United e la Juventus.

    Nella stagione 2003/2004 i Blancos disputarono 59 partite spendendo di ingaggi (lordi) 98,21 milioni di euro. Dieci anni più tardi, giocando solo una partita ufficiale in più, il tetto per gli stipendi toccò i 150,21 milioni, fino ai 326,95 della stagione 2023/2024 a fronte delle 55 partite disputate. In due decenni gli emolumenti devoluti ai propri calciatori sono aumentati del 233%

    Passando alla Premier, se nel 2004 lo United spendeva 52,52 milioni di ingaggi lordi per 55 partite, vent'anni dopo e con ben 3 partite in meno disputate questa cifra sale a 265,20 milioni, il 408% in più.

    Prendendo invece in considerazione la Serie A, la Juventus è passata dal pagare 72,21 milioni di ingaggi per le 51 partite disputate nel 2003/2004 a pagarne 140,1 a fronte delle 43 gare giocate nel 2023/2024. Un aumento del 94%, senza considerare il fatto che nel 2016/2017 le partite giocate furono ben 14 con una spesa di "soli" 133,89 di ingaggi.

    Va certamente considerata, nell'ottica di comprendere il lievitare degli ingaggi, l'estate 2018. Per intenderci, quella del famoso caso Neymar passato dal Barcellona al PSG per 222 milioni di euro. Un trasferimento che ha inciso pesantemente sul trend del calciomercato a livello mondiale, ma che comunque non giustifica l'innalzamento percentuale del monte stipendi in Europa e non solo.

  • UN MITO DA SFATARE

    Numeri alla mano, non solo non sembra vera la vulgata secondo la quale si gioca troppo e sempre di più.

    A fronte di un non considerevole aumento del numero di partite disputate (se non in alcuni casi addirittura si assiste a un decremento), il minutaggio dei calciatori coinvolti è rimasto pressoché invariato, se non addirittura risulta calato rispetto al passato.

    L'allargamento delle competizioni preesistenti o l'introduzione di nuove coppe internazionali non va di pari passo con un aumento significativo degli introiti da diritti televisivi.

    Infine, a fronte di un andamento stabile di partite e minuti disputati, il vero incremento si sta facendo registrare sul piano degli stipendi ai calciatori, nella maggior parte dei casi più che triplicati nell'arco di appena vent'anni.

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