Ci ha messo un bel po', Miretti, a guarire dalla lesione alla coscia destra rimediata in estate: è tornato a disposizione solo dopo due mesi. Ma non di Luciano Spalletti: di Igor Tudor, il suo predecessore. E proprio nella partita persa 1-0 contro la Lazio, quella che ha segnato l'esonero dell'allenatore turco.
Sarebbe stato interessante capire quanto spazio avrebbe potuto prendersi Miretti con Tudor. La certezza è che i motivi per essere ottimisti, con Spalletti, ci sono. Il nuovo tecnico lo ha lasciato in panchina un paio di volte, poi ha iniziato a puntare piuttosto forte su di lui: sono quattro le presenze di fila, di cui due dalla panchina in campionato e altre due dall'inizio nelle coppe, contro Bodo/Glimt e Udinese.
Se con i friulani Miretti ha offerto una prestazione "normale", oscillando tra la sufficienza e una leggera insufficienza, a Bodo anche lui aveva dato un buon contributo nel secondo tempo dopo una prima frazione difficoltosa: goal annullato per fuorigioco, assist vincente per McKennie.
"Sa fare molte cose - ha detto Spalletti dopo Juve-Udinese - È un professionista eccezionale, una persona seria, è già grande come testa. Ha i tempi delle giocate, ma anche la personalità di andare a creare l’imprevisto dal previsto. È un regista che ogni tanto inventa qualcosa. Gli ha fatto bene giocare in un ruolo diverso quando è andato in prestito, gli è servito, il suo ruolo è quello del mediano-centrocampista. Sapersi adattare da tutte le parti può dargli aiuto ulteriore alla squadra".