Milan all'esame Venezia prima di Liverpool e Inter: Fonseca con le spalle al muro

Fonseca conosce bene quale sia l'unica medicina utile per provare a risollevarsi: stasera, contro il Venezia a San Siro, soltanto la vittoria potrà cambiare l'umore di squadra e tifosi in vista della terribile coppia di impegni contro il Liverpool e nel derby, previsti rispettivamente per martedì 17 e domenica 22.

Lo stesso tecnico portoghese, nel corso della conferenza stampa tenuta alla vigilia del match al cospetto della squadra di Di Francesco, si è detto consapevole di dipendere dai risultati che finora non sono arrivati.

"Gli allenatori dipendono dai risultati. Sono sempre sotto esame ma resto concentrato sul mio lavoro, non potrebbe essere diversamente. Se penso a ciò che dicono e scrivono gli altri diventa difficile lavorare. Dobbiamo migliorare tutti".

Un mancato successo contro il Venezia non farebbe che accrescere l'aura di negatività attorno alla squadra rossonera e riscrivirebbe un dato negativo che si protrae da molto tempo.

Negli ultimi 65 anni, infatti, soltanto in una circostanza il Milan non è riuscito a festeggiare la vittoria dopo le prime quattro giornate: nella stagione 1997/98, che alla fine venne chiusa addirittura con un deludente decimo posto.

Impietoso anche il confronto con lo scorso campionato, quando dopo i primi 270' il Milan era a punteggio pieno con all'attivo otto goal realizzati e due subiti, prima che il pesante 5-1 subìto nel derby sancisse il dominio dell'Inter e aggravasse i numeri fatti registrare da Calabria e compagni.

Numeri difensivi che finora parlano di sei reti subite in tre uscite, alla media di due a incontro: erano 40 anni che una circostanza del genere non si verificava.

Dopo la sfida al Venezia si aprirà una settimana che condurrà dritta al tanto atteso Derby di domenica 22: prima, però, spazio al match casalingo col Liverpool che segnerà l'esordio stagionale in Champions League martedì sera.

Un doppio crash test di livello elevatissimo per Fonseca, già con le spalle al muro e chiamato a invertire la rotta pur di allontanare lo spettro di un esonero che andrebbe a stagliarsi come una macchia indelebile sulla propria carriera da allenatore: un esito che, con ogni probabilità, non potrebbe mai perdonarsi.