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Marco Giampaolo LecceGetty

Marco Giampaolo e una sfida da ‘quasi’ ex: quando fu ad un soffio dalla panchina della Juventus

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Nel mondo del calcio, come è noto, i bivi hanno un peso specifico elevatissimo. Può bastare un’unica scelta giusta presa al momento giusto, per cambiare l’intero volto di una carriera, e il riuscire ad intraprendere la strada che porta dritta a quel livello successivo dal quale non si torna più indietro.

Marco Giampaolo nel 2009 quella strada l’ha percorsa tutta d’un fiato e nella direzione corretta. Conduceva a Torino e alla Juventus e l’ha portato ad un passo da quella firma che avrebbe potuto dare un senso diverso a tutto.

Oggi, a distanza di quindici anni, si appresta ad incrociare di nuovo la Vecchia Signora ma, ancora una volta da avversario.

Sì perché siede sulla panchina del Lecce, mentre quella bianconera si è limitato solo a sfiorarla… o forse qualcosa di più.

Una sfida non proprio da ex, ma qualcosa di simile: questo perché, almeno per una notte, Giampaolo allenatore della Juve lo è stato per davvero (o quasi).

  • LA SCELTA PER IL DOPO RANIERI

    E’ il 2009 e la Juve è chiamata ad aprire un nuovo ciclo. Quello di Claudio Ranieri si è chiuso con un esonero dopo due annate comunque scandite da un terzo ed un secondo posto.

    La guida della squadra viene affidata, per le ultime due partite di campionato, a Ciro Ferrara ma agli occhi di tutti quella è una scelta temporanea dettata solo dalla necessità di chiudere la stagione al meglio (la qualificazione alla successiva Champions League era già in cassaforte) per poi ripartire da un volto nuovo.

    Individuare il profilo giusto non è semplice, ma l’allora direttore sportivo Alessio Secco, si concentra subito su uno in particolare: quello di Marco Giampaolo.

    Ha solo quarantadue anni, ha già maturato una discreta esperienza in Serie A con Ascoli, Cagliari e Siena, ed è considerato il più bravo tra tutti gli allenatori italiani emergenti.

    Maniaco della tattica, ha convinto con idee innovative e con un gioco sempre proiettato ad offendere ed inoltre è dotato di un carattere particolare che lo porta ad essere più forte di ogni polemica e diverso da tanti altri.

    Un diversità manifestata anche a Cagliari quando dopo essere stato esonerato, richiamato, esonerato e di nuovo richiamato da Cellino, decide che non ne può più di certi atteggiamenti e prende quella decisione che in pochissimi avrebbero preso.

    “Pur nella consapevolezza del danno economico che ne deriverà, rinuncio a tornare a Cagliari. L'orgoglio e la dignità non hanno prezzo”.

    Un allenatore che ha dunque già fatto ampiamente parlare di sé e che per quanto fatto è più che pronto al grande salto.

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  • Marco Giampaolo AC MilanGetty Images

    ALLA JUVENTUS PER UNA NOTTE

    Nell’estate del 2009 la scelta del direttore sportivo Alessio Secco ricade dunque senza esitazioni su Marco Giampaolo.

    Ha individuato il tecnico giusto al quale affidare un progetto ambizioso e non resta da fare altro che incontrarsi per discutere gli ultimi dettagli.

    Viene organizzata una cena a casa dell’amministratore delegato Jean-Claude Blanc e nel corso della stessa ci si porta anche un bel po’ avanti in termini di progetti e di uomini che ne faranno parte.

    Alla fine, quando le parti si salutano, nessuno ha più dei dubbi cosa riserverà il futuro dei presenti: Giampaolo sarà il nuovo allenatore della Juventus ed è con questa convinzione che trascorre la notte che avrebbe potuto cambiare la sua vita.

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  • “AL 99% SARAI L’ALLENATORE DELLA JUVE”

    A spiegare come sono andate esattamente le cose è stato lo stesso Marco Giampaolo anni dopo ai microfoni di ‘Sky’, all’interno della trasmissione ‘Mister Condò’.

    “Ci trovammo a cena a casa di Blanc e quando l’incontro finì, mentre ero in macchina mi chiamarono Secco e Castagnini che mi dissero: ‘Marco al 99% sarai tu il nuovo allenatore della Juventus, dobbiamo solo attendere che il consiglio approvi’. Si trattava più di un tecnicismo che di altro, visto che la responsabilità è sempre dei dirigenti. Quella notte tornai a Giulianova con mio fratello, il viaggio da Torino era lungo e mi dissi che era impossibile che due Giampaolo provenienti da un paese di 18mila abitanti potessero andare alla Juve. Il mattino dopo, Castagnini mi telefonò e mi disse che c’erano persone più in alto che avevano fatto un’altra scelta”.

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  • Ciro Ferrara JuventusGetty Images

    LA SCELTA DEI BIANCONERI

    “Mi dissi che era impossibile che due Giampaolo provenienti da un paese di 18mila abitanti potessero andare alla Juve”.

    Effettivamente un membro della famiglia Giampaolo si è vestito di bianconero, ma non si è trattato di Marco. E’ stato il fratello Federico a crescere nella Primavera della Juventus a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e a sfiorare anche l’esordio in prima squadra.

    La Juventus, nell’estate del 2009, deciderà di proseguire con Ciro Ferrara, convinta che le due vittorie ottenute nelle due ultime partite del campionato precedente potessero valere una meritata riconferma.

    Le cose non andranno come previsto e l’avventura dell’ex difensore alla guida dei bianconeri si chiuderà con un esonero dopo 29 partite ufficiali, scandite da 13 vittorie, 5 pareggi ed 11 sconfitte.

    Giampaolo ripartirà dal Siena e da lì in poi siederà sulle panchine di Catania, Cesena, Brescia, Cremonese, Empoli, Sampdoria, Milan e ancora Sampdoria prima della nuova avventura al Lecce.

    Tornerà a Torino solo nel 2020, ma per sedersi sulla panchina del Toro e anche quell’esperienza, come tante altre, si chiuderà con un esonero (8 quelli in Serie A per un record difficile da attaccare).

    La carriera del ‘Maestro’ (questo il suo soprannome) non ha toccato le vette che in tanti si sarebbero aspettati, ma le cose sarebbero potute andare in maniera molto diversa se solo quell’1% che lo ha separato dalla Juve non si fosse rivelato più decisivo del restante 99%.

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