Pubblicità
Pubblicità
FBL-WC-2026-AFC-KSA-BHRAFP

Mancini e la fine dell’avventura in Arabia Saudita: dalla grande accoglienza al flop inaspettato

Pubblicità

"Dopo aver fatto la storia in Europa è l'ora di fare la storia in Arabia Saudita".

Sono state queste le parole che hanno segnato l’inizio dell’avventura di Roberto Mancini come commissario tecnico dell’Arabia Saudita.

Una frase scolpita nella storia della Nazionale dei ‘Figli del deserto’ e immortalata da un video con il quale la Federazione calcistica saudita il 27 agosto 2023 ha ufficialmente annunciato il suo ingaggio.

Parole importanti e ricche di ambizioni, così come grande era l’ambizione di una Nazionale pronta ad aprire un ciclo di vittorie tale da farle guadagnare un posto tra le rappresentative potenzialmente più forti al livello mondiale.

Il tutto rientrava all’interno di un progetto enorme: quello che avrebbe dovuto portare l’Arabia Saudita a diventare una nuova potenzia a livello calcistico.

Un progetto che non prevede più Roberto Mancini visto che, nella giornata di mercoledì, ad appena quattordici mesi dall’inizio del suo incarico, è stata annunciata la risoluzione contrattuale.

Ma cosa non ha funzionato per l’ex commissario tecnico Azzurro in Arabia Saudita?

  • Saudi Arabia v Japan - FIFA World Cup Asian 3rd Qualifier Group CGetty Images Sport

    L’UOMO GIUSTO PER SOGNARE

    Quando la Federazione calcistica saudita ha deciso di puntare su Roberto Mancini, lo ha fatto per un motivo ben preciso: ha preso un allenatore di caratura internazionale che aveva già dimostrato di saper vincere anche alla guida di una Nazionale.

    Il clamore per l’Italia a Euro 2020, sebbene seguito da una mancata qualificazione ai Mondiali, non era ancora svanito e Mancini rientrava a pieno merito nel novero delle grandi stelle del calcio mondiale che in quel periodo avevano deciso di seguire Cristiano Ronaldo in quella che era ed è una vera e propria nuova ‘Eldorado’.

    L’accoglienza trionfale era figlia della fama che accompagnava un allenatore che solo pochi giorni prima aveva colto tutti di sorpresa annunciando la decisione di lasciare la guida dell’Italia e che era visto come l’uomo capace di far fare ai ‘Figli del deserto’ il grande salto.

    Un ingaggio da 25 milioni a stagione fino al 2027, la prospettiva di partecipare alla Coppa d’Asia da padrone di casa (nel 2027) e ai Mondiali hanno fatto il resto. Purtroppo però nulla è andato come previsto.

  • Pubblicità
  • STRADA FIN DA SUBITO IN SALITA

    Che per Roberto Mancini le cose potessero essere più complicate di quanto inizialmente previsto, lo si è capito fin da subito.

    Il suo esordio sulla panchina dell’Arabia Saudita è coincisa con una sconfitta in amichevole contro Costa Rica (3-1), ma sono stati soprattutto i risultati successivi, quelli in partite ufficiali, che hanno dato un senso diverso ad un’esperienza che doveva essere trionfale.

    I risultati non sono stati all’altezza delle aspettative e l’eliminazione agli ottavi della Coppa d’Asia contro la Corea del Sud ha rappresentato la prima vera grande delusione che è andata a minare un rapporto non più idilliaco.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • POCHI GIOCATORI A DISPOSIZIONE

    L’Arabia Saudita, nel corso degli ultimi due anni, ha attirato un numero incredibile di campioni a suo di contratti faraonici, nell’accogliere tante stelle del calcio mondiale, è però venuto meno lo spazio per i giocatori che avrebbero dovuto rappresentare l’ossatura della Nazionale di Mancini.

    Nella Saudi Pro League, i calciatori del posto rivestono i panni delle comparse e, come se non bastasse, il numero massimo di stranieri per squadra è stato recentemente portato da 8 a 10.

    Tutto per rendere più competitivo e appetibile un campionato del quale fino a poco tempo fa non si sapeva nulla e che ora attira interesse a livello globale, ma a discapito di una Nazionale che invece di progredire ha fatto dei passi indietro.

  • ENJOYED THIS STORY?

    Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

  • FBL-WC-2026-ASIA-QUALIFIERS-KSA-JPNAFP

    I NUMERI DI MANCINI IN ARABIA SAUDITA

    A porre fine all’avventura di Roberto Mancini alla guida dell’Arabia Saudita sono stati soprattutto i risultati.

    Delle diciotto partite vissute da commissario tecnico, sette sono state quelle vinte, a fronte di cinque pareggi e sei sconfitte.

    Troppo poco per una Nazionale che doveva diventare un punto di riferimento in Asia e non solo e a far crollare tutto sono stati i recenti passi falsi: 0-0 in casa con il Bahrain, la sconfitta contro il Giappone ed una strada che porta ai prossimi Mondiali (una sola vittoria nelle ultime cinque partite di qualificazione) che si è fatta sempre più in salita.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • IL RAPPORTO CON L’AMBIENTE

    Nelle scorse settimane si è iniziato a parlare di un rapporto sempre più teso non solo tra Mancini ed i sostenitori della Nazionale, ma anche tra il commissario tecnico ed i suoi stessi calciatori.

    Il venir meno dei risultati sperati, ha creato una frattura con un’opinione pubblica che, ad ogni mancata vittoria, ha individuato nell’allenatore il vero colpevole.

    “E’ troppo facile dare la colpa all’allenatore - ha detto Mancini dopo il pareggio con il Bahrain - anche i giocatori devono assumersi le loro responsabilità. I miglioramenti si vedono se sono loro a mettere in campo la qualità”.

    Alla fine di quella partita, lo stesso Mancini aveva battibeccato con alcuni tifosi, un’immagine che ha fatto il giro del mondo e che ha segnato probabilmente l’inizio della fine.

0