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La proposta di De Laurentiis: "Serie A a 16 squadre e le partite di campionato in tv in chiaro"

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Aurelio De Laurentiis torna parlare con dichirazioni su una possibile rivoluzione del sistema calcio in Italia che fanno discutere.

Nell’intervista rilasciata a Sette, settimanale del Corriere della Sera, il presidente del Napoli ha affrontato diversi temi riguardanti il calcio italiano e il futuro del club partenopeo. 

Il numero uno ha criticato il funzionamento della Lega Calcio, sottolineando la scarsa partecipazione diretta dei proprietari, e ha messo in guardia sul ruolo dei fondi di investimento nel sistema calcistico europeo. 

Ha ribadito la necessità di una riforma strutturale della Serie A, che secondo lui dovrebbe tornare a 16 squadre, e ha lanciato la proposta di trasmettere le partite in chiaro su Rai e Mediaset finanziandole con la pubblicità. 

Infine, ha illustrato il progetto di un nuovo stadio a Napoli, con una capienza di 65-70 mila posti e tempi di realizzazione stimati in quattro anni.

  • CONFRONTO CLUB-LEGA

    Parlando della governance del campionato, De Laurentiis ha dichiarato a Sette

    “Il confronto è con gli altri proprietari, ma se mi permette il gioco di parole, vorrei appunto confrontarmi con loro. Invece quando vado alle assemblee di Lega trovo amministratori, direttori, segretari, ma proprietari pochi. Il mio non è snobismo: senza i proprietari non si cambierà mai niente, e infatti la Lega Calcio non funziona, è un organismo imbelle. I dirigenti dei club guadagnano uno, due, tre milioni all’anno, chi glielo fa fare di proporre cambiamenti allo status quo? Sono i proprietari a doversi muovere, prendendosi il giusto rischio d’impresa”.

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  • IL RUOLO DEI FONDI

    Sul tema degli investitori, il patron del Napoli ha spiegato: 

    “Il compito dei fondi è garantire ai loro investitori un rendimento il più possibile valido e sicuro, ma non sulla pelle delle società, senza possedere la ricetta per sviluppare il fatturato totale del calcio. Il sistema è malato in tutta Europa, per curare i tanti debiti sono necessarie riforme rivoluzionarie e rapide. Si giocano sempre più partite, che necessitano di sempre più giocatori, che portano a sempre maggiori spese”.

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  • “SERIE A A 16 SQUADRE”

    Riguardo alla formula del torneo, De Laurentiis ha ribadito la sua proposta: 

    “Auspico invece una Serie A che dimagrisca a 16 squadre, come nel 1986, e che eviti che i calciatori stessi, patrimonio delle società, si usurino bruciando il loro valore. Un torneo a 16 squadre eviterebbe anche quei match con poche migliaia di spettatori in tv che indeboliscono la credibilità commerciale del nostro calcio. Molti sostengono che così incasseremmo di meno, ma non è vero, perché aumenterebbe il valore delle altre partite”.

  • DIRITTI TV E CAMPIONATO IN CHIARO

    Sul tema della distribuzione televisiva, il numero uno del Napoli ha proposto: 

    “È maturo il tempo perché Giorgia Meloni tolga il tetto pubblicitario alla Rai per finanziare con gli introiti della pubblicità tutta la Serie A che andrebbe in chiaro, dividendo il campionato fra Rai e Mediaset. Gli italiani sarebbero felicissimi di poter vedere tutte le partite gratuitamente e lo share andrebbe alle stelle”.

    De Laurentiis ha aggiunto: 

    “I denari destinati dalle televisioni e dalle piattaforme ai tornei organizzati da FIFA e UEFA sottraggono risorse ai campionati nazionali. Quindi le soluzioni sono due: o andare in chiaro, dando ai club i ricavi della pubblicità, o puntare sui tifosi attraverso la pay per view, in modo tale che oltre a vendere i biglietti per lo stadio reale, si possano vendere anche quelli per lo stadio virtuale. Ma non mi faccio troppe illusioni sulla possibilità che i politici obblighino Rai e Mediaset a teletrasmettere le partite di Serie A. Ignorano un dato importante: il calcio potrebbe portare nelle urne il voto di 30 milioni di tifosi”.

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  • NAPOLI E IL PROGETTO STADIO

    In chiusura, il patron del Napoli ha illustrato la sua idea per un nuovo impianto sportivo: 

    “Pronto in quattro anni, in tempo per gli Europei quindi, 65-70 mila posti, parcheggi per 9000 auto, zona Est della città. Però la legge sugli stadi dev’essere integrata da un tavolo in cui siano presenti tutti gli attori, e parlo delle soprintendenze che ne trovano sempre una, e della Corte dei Conti. Non ci si alza da quel tavolo finché non si è tutti d’accordo, ma poi si procede. Con i vari commissari non credo che si arrivi a nulla di concreto in brevissimo tempo”.