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Taremi Manchester City InterGetty

L'Inter 'scopre' Taremi: sacrificio e intesa con Thuram, l'iraniano è più di un rincalzo

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L'Inter uscita dall'Etihad Stadium è una squadra ancora più ricca di certezze, consapevole della propria forza: la vittoria non è arrivata, ma lo 0-0 strappato ai colossi del Manchester City può comunque essere accolto come un risultato che definire prezioso è riduttivo.

I nerazzurri se la sono giocata ad armi pari contro una delle corazzate europee e mondiali, che con Real Madrid e Bayern Monaco si conferma come una delle maggiori candidate alla conquista della Champions League: Barella e compagni non si sono limitati a una strenua difesa, ma spesso e volentieri hanno sporto la testa al di fuori del finestrino per esplorare la metà campo avversaria e la zona presidiata dal portiere avversario Ederson.

Un lavoro enorme, reso possibile soltanto dall'applicazione diligente di tutto il collettivo: compreso Mehdi Taremi, schierato dal primo minuto e autore di una prestazione da 7 in pagella.

  • L'INTESA CON THURAM

    L'iraniano ha formato il tandem offensivo con Marcus Thuram, con cui ha dimostrato di avere un'ottima intesa già ammirata dopo le prime uscite in campionato: i due si sono cercati parecchio soprattutto nella prima frazione, con l'ex Porto in veste di assistman per il compagno.

    Taremi ha sacrificato il killer instinct in area di rigore per mettersi al servizio della squadra, trascinata sia in fase di possesso con la giusta occupazione degli spazi che in quella difensiva, dove ha dato saggio di un'abnegazione da applausi che ha permesso ai campioni d'Italia di contenere al meglio le temibili bocche da fuoco di Guardiola.

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  • MENO FEELING CON LAUTARO

    La partita di Thuram è finita al 65', quando ha fatto il proprio ingresso dalla panchina Lautaro: Taremi è rimasto al proprio posto fino al triplice fischio, scelta che col senno di poi possiamo considerare più che azzeccata da parte di Inzaghi.

    Se l'alchimia con 'Tikus' può essere promossa a pieni voti, un discorso diverso è da fare in merito al feeling col 'Toro' che deve ancora decollare: a giocare un ruolo decisivo è stato anche il forcing messo in atto dai 'Citizens' in particolare nell'ultimo quarto d'ora, che ha costretto l'Inter a rinunciare alle sortite offensive che avevano caratterizzato la partita fino a quel punto.

    Non il giusto contesto per migliorare il livello d'intesa tra Lautaro e Taremi insomma, che avranno tante altre possibilità per affinare il loro rapporto all'interno del rettangolo verde.

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  • 90 MINUTI NON BANALI

    La partita di Taremi può dunque essere suddivisa in due metà esatte: la prima in cui ha saputo infilarsi tra le maglie difensive del City e la seconda, molto più dedita ai ripiegamenti e al riposizionamento dietro la linea del pallone per dare manforte al centrocampo e alla difesa.

    Proprio quest'ultima risulta la risposta più positiva agli occhi di Inzaghi, consapevole di avere a disposizione più di una semplice riserva: sarebbe più giusto parlare di Taremi in termini di vero e proprio 'titolare aggiunto', che sarebbe sempre in campo se le regole consentissero di schierare dodici giocatori anziché undici.

    L'ennesimo colpo a parametro zero destinato a rivelarsi un affare: perché Taremi è molto più di un attaccante di razza, il profilo ideale per qualsivoglia allenatore.

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