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Vlad Marin GOALGOAL

Il Manchester City, Simone Inzaghi e la Kings League, Vlad Marin a GOAL: "La Kings mi ha riacceso qualcosa dentro"

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"Sì, mi ha un po' riacceso": pesa bene le parole, Vlad Marin, quando si riferisce al recente passato. Di lui si è sempre parlato bene, in fondo: in un articolo del Daily Mail dell'agosto del 2013 viene pure utilizzata una definizione importante. "High Profile Youngster", in breve: "Giovane di alto profilo". Non a caso: aveva appena 18 anni quando in Inghilterra gli hanno dedicato un articolo, con nome in titolo, dopo la notizia della sua cessione dal Manchester City alla Juventus. Qualcosa vorrà pur dire.

Quasi dodici anni più tardi qualcuno può sostenere che le cose, purtroppo, non sono andate secondo i piani. Le premesse legate al suo talento si sono scontrate con le difficoltà che, spesso, ahi tutti, il calcio offre anche a chi prova a realizzare i propri sogni. Il "Ma", gigantesco, emblematico, però, è arrivato alla soglia dei trent'anni nella maniera, forse, più inattesa: un Mondiale in Messico. In Kings League.

È da lì che è ripartita la storia calcistica di Vlad Marin: dagli Stallions di Blur prima e da una competizione che si è poi allargata arrivando anche in Italia, Paese che ospiterà il primo Mondiale per club della "creatura" di Gerard Piqué. La Kings World Cup Nations.

  • L'ATTESA È FINITA

    In un video del Pippega (segnate il nome, lo ritroveremo più avanti in questo articolo), pubblicato su You Tube, sono stati documentati alcuni dei momenti che hanno caratterizzato il ritiro della Nazionale italiana che parteciperà alla Kings World Cup Nations.

    Partenza, allenamento e chiacchiere in camera (vi rimandiamo alla barzelletta raccontata da Justyn D’Ippolito e presente proprio nel video del Pippega): tra i protagonisti, ovviamente, anche Vlad.

    "È un po' che aspetto questa Kings World Cup Nations perché ho già fatto un Mondiale, quello in Messico, e appena ho saputo di quello per Nazioni mi ci sono subito catapultato", racconta a GOAL Italia.

    Come detto, lui è uno dei più "esperti", in questo senso: a maggio ha partecipato con gli Stallions di Blur alla Kings World Cup, in Messico, sorprendendo insieme ad altri componenti che rappresenteranno gli Azzurri al primo Mondiale per Nazionali, come Emiliano Viviano (sì, quell'Emiliano Viviano) e Michele Trombetta.

    "Siamo arrivati carichi, abbiamo fatto dei giorni pieni di allenamenti e adesso ci incamminiamo verso la prima partita con le migliori intenzioni. Abbiamo fatto quello che dovevamo: mancano gli ultimi preparativi e poi siamo pronti per scendere in campo".

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  • PIONIERI DI UN SUCCESSO ASSICURATO?

    Ora: un Mondiale è sempre un Mondiale. E il calcio è sempre il calcio. Di questo, almeno noi italiani, non possiamo che essere certi. Sin dal lancio dell'edizione italiana della Kings League, e dall'annuncio delle formazioni che daranno vita al campionato, però, l'opinione pubblica si è un po' spaccata, divisa, tra tradizionalisti e "aperti" e un percorso di cambiamento che, proprio la Kings, promette di intraprendere e portare avanti. Senza sostituire il calcio, s'intende.

    "Il gioco del calcio tutti lo conoscono, ma tradizionalmente: quando parli di calcio pensi a un undici contro undici, senza variazioni nel gioco. Non ci sarà, secondo me, tanta difficoltà nell'avvicinarsi alla Kings League e lo dico da tanto", spiega Vlad Marin a GOAL, riferendosi all'impatto della competizione nel territorio italiano.

    Basti pensare ai bambini che giocano, ancora oggi (fortunatamente), in piazza con qualsiasi oggetto assuma una forma di rimbalzo, aggiungiamo noi.

    "In Italia quando un pallone o qualcosa di rotondo si muove siamo tutti sulla stessa linea, al di là delle regole e dei giochini che ci sono in Kings League. Sicuramente non sarà facile perché non molta gente, a parte il pubblico più giovanile, conosce questo formato, ma grazie anche a quello che porteremo e faremo in campo magari la gente si appassionerà. L'abbiamo visto in Messico: da completi sconosciuti c'erano migliaia di persone che si mettevano a guardare le partite all'una di notte".

    Non ne dubitiamo. D'altronde, perché no, la Kings può venire incontro a una tendenza che vede il pubblico stancarsi sempre più del calcio "vero" ("vero"? Si può dire ancora oggi, nel 2024, che esiste un calcio "vero"?)

    "Sono due mondi che si incontrano", ci risponde Vlad. "Quello dello show, dell'intrattenimento, e quello dell'agonismo e della competizione. Prendiamo poi l'esempio della Spagna: lì la competizione ha superato lo show perché le persone poi si rendono conto che la Kings League è una cosa importante e tutti si strutturano come delle società di calcio, cercando di fare le cose nel miglior modo possibile".

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  • LA CHIUSURA DI UN CERCHIO

    Torniamo indietro, a quel titolo del Daily Mail: "Talent drain! Man City lose third highly-rated youngster as Marin leaves for Juventus". Quando il Daily Mail parla di Vlad Marin scrive, addirittura, "Fuga di talenti!".

    La carriera di Vlad, però, non va come dovrebbe. Tra i professionisti in Italia gioca solo, in ordine sparso, con Cuneo, Rimini e Messina. Sfiora la Serie A, è vero, quando veste la maglia della Roma e viene convocato per tre gare alla fine della stagione 2013/14: contro la Fiorentina, contro il Catania e contro il Genoa. Rudi Garcia non lo fa scendere in campo, però.

    Lasciati i Citizens si trasferisce alla Juventus, come ci ricorda il titolo del Daily Mail. Ecco, la chiusura del cerchio, in un certo senso, visto che ad annunciare la squadra che rappresenterà l'Italia in Kings World Cup Nations è stato un giocatore che ha incrociato il suo cammino in bianconero: Leonardo Bonucci.

    "In Messico ho ritrovato Francesco Totti e Radja Nainggolan (che conosceva dai tempi della Roma, ndr). Adesso mi ritrovo anche Bonucci: ho fatto parecchi mesi di allenamento con loro, in prima squadra alla Juventus, e so caratterialmente com'è Leonardo da giocatore. Lo conoscono tutti: sicuramente ci darà una grande mano a livello di personalità e di quello che trasmette al gruppo", racconta Marin a GOAL.

    Vlad rimane di proprietà della Juventus dal 2013 al 2016, giocando in prestito, prima di trasferirsi in Belgio al Dender. Bonucci, però, lo ricorda bene.

    "Ho ben presente la persona che Leonardo è sul campo: sicuramente non farà fatica ad ambientarsi. Poi questo gioco sembra facile, che tutti si possono adattare, ma abbiamo visto giocatori come Hazard e altri che un po' di fatica l'han fatta perché ti trovi dei ragazzini accanto a te che vanno a destra e sinistra come mine impazzite. Ci sarà bisogno di adattarsi, ma non credo che con Leonardo o con Caputo, che ha fatto in ritiro estivo in Serie A, o Viviano ci siano problemi di questo tipo", aggiunge, riferendosi anche a Ciccio Caputo, che in Kings League Italy giocherà, grazie alla Wild Card, con i TRM, e a Viviano, che in KLI scenderà in campo con i Caesars, e che disputeranno il Mondiale con l'Italia.

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  • DALLA LAZIO AL CITY

    E c'è da dire che il Manchester City aveva deciso di puntare con convinzione su di lui, un anno prima di cederlo alla Juventus. Vlad Marin era di proprietà della Lazio e c'è chi racconta di una "fuga" all'inizio del ritiro estivo del 2012.

    "In realtà avevo l'accordo con il Manchester City dalla fine della stagione precedente, poi dovevamo partire in ritiro, io ho comunicato alla società che non ci sarei stato perché avevo quell'offerta lì. Poi la Lazio si è messa di traverso, ha preso il premio di valorizzazione che le squadre italiane prendono quando perdono un giovane ed è andata così", racconta a GOAL.

    Tra le tante sliding doors che riguardano la sua storia, quella dei problemi burocratici vissuti nel periodo coi Citizens è stata senza alcun dubbio segnante.

    "Sono andato al City e ho dovuto aspettare parecchio per giocare perché non mi mandavano il transfer. Sì, è stata un'esperienza positiva, ma a metà: nel periodo in cui non giocavo però ho avuto la possibilità di allenarmi con la prima squadra e di conoscere giocatori come Aguero, Tevez e viverli quotidianamente. Tutt'ora quel tipo di esperienza me la porto dentro".

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  • SIMONE INZAGHI: L'UOMO PRIMA DELL'ALLENATORE

    Del trascorso alla Lazio Vlad Marin ricorda tutto, in particolare il rapporto con Simone Inzaghi. Anche perché sì, in qualche modo, si può dire che l'inizio della carriera da allenatore del "Demone da Piacenza" si intreccia fortemente con il difensore classe '95.

    "Simone Inzaghi ha iniziato ad allenare con il mio gruppo, i 1995. Abbiamo vinto il Campionato Regionale, poi è rimasto agli Allievi Nazionali e poi sono andato via quando è salito in Primavera. Quando ha iniziato ad allenare il mister riusciva già a trasmetterti qualcosa che gli altri allenatori non riuscivano a trasmettere, perché lui ha questa foga che vedi, ti spinge e ti dà una carica impressionante".

    E c'è un particolare che Vlad, ai microfoni di GOAL Italia, presenta come "chicca". L'umanità dell'attuale tecnico dell'Inter.

    "Lui tutt'ora ha lo stesso staff che avevamo anni fa con lui. Se li è portati tutti dietro e questo ti fa capire l'importanza che dà alle persone: è una persona molto umana".

    Inzaghi MarinGOAL
  • LA SFIDA DEGLI ALPAK

    Vlad Marin non giocherà, però, solo i Mondiali con l'Italia: lui, insieme a Domenico Rossi, è una delle WIld Card degli ALPAK di Frenezy in Kings League Italy. E qui entra in gioco il "Pippega", di cui abbiamo discusso prima.

    "Sono arrivato negli ALPAK perché il nostro Team Manager del Messico, tale Denny Arteca (Il Pippega), oggi è il Team Manager degli ALPAK. Con lui ho un bellissimo rapporto umano, prima che professionale, ed è un collante eccezionale tra squadra e staff, tant'è che è qui con noi in Nazionale. E io do molto valore all'aspetto umano: e quello che si è visto in Messico essenzialmente è stato un gruppo di amici che si erano conosciuti due settimane prima con un paio di allenamenti e un ritiro e abbiamo portato a casa delle belle soddisfazioni". Tutto ciò che ha ritrovato in Kings League Italy.

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  • UNA VIA PER IL RISCATTO

    Ben al di là di ogni tipo di diffidenza (legittima? Chissà), c'è un aspetto che la Kings League tutta, non solo le singole edizioni, ha svelato: concretamente, e non solo in maniera astratta, una nuova possibilità. Poter, dopo aver detto la propria nel calcio, scrivere una nuova pagina, pur in modo differente e, perché no, poco convenzionale.

    "È anche un modo per riscattarsi. Faccio il mio esempio: ho fatto quello che ho fatto, ho giocato da un po' di parti, ho girato abbastanza, ma quando ho fatto questo tipo di esperienza, ovvero quella del Messico con gli Stallions, ho trovato lo stesso ambiente e la stessa competitività che c'era quando giocavo con Roma, Manchester City o Juventus. E questa cosa mi ha un po' riacceso. Negli ultimi anni ho giocato in Serie D, mi sono infortunato, e quando ho fatto quest'esperienza qua mi ha riportato a quello che avevo passato negli anni precedenti. Ed è importante".Ci crediamo: non è solo una palla che rotola. In fondo, non lo è mai stato.

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