Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
3x3 Conte Thuram Vlahovic HDGOAL

Inzaghi ha forzato la mano sul turnover? Il Napoli è l'anti-Inter? Di quanto tempo ha bisogno la Juventus? Il 3x3 di GOAL

Pubblicità

Gli spunti di discussione e i temi caldi sulla quarta giornata di Serie A.

L’Inter frena a Monza: Inzaghi ha forzato la mano sul turnover? È sempre il solito Antonio Conte: il Napoli è definitivamente l’anti-Inter? Secondo 0-0 consecutivo: di quanto tempo ha bisogno la Juventus?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sui temi del momento: il punto di vista sulla Serie A di Antonio Torrisi, Stefano Silvestri e Francesco Schirru nel nostro 3x3.

  • Inter MonzaGetty

    L'INTER FRENA A MONZA: INZAGHI HA FORZATO LA MANO SUL TURNOVER?

  • Pubblicità
  • Antonio Torrisi: "L'Inter ha (ancora) sopravvalutato le seconde linee"

    La sensazione diffusa è che a Monza l'Inter abbia ricevuto la conferma dei dubbi e dei timori che in estate hanno sollevato principalmente i tifosi: va bene gli investimenti, ma le seconde linee rimangono comunque un piccolo problema da risolvere per Simone Inzaghi.

    Che no, non è comunque esente da colpe: la sfida dell'U-Power Stadium definisce anche i confini del turnover possibile. Privarsi di Bastoni e Calhanoglu insieme non pare essere possibile, a quanto pare. Che, poi, vuol dire togliere alla squadra le principali fonti di gioco.

    Anche la scelta di concludere la partita senza i due attaccanti "principi" consegna all'attualità l'ultimo enigma che riguarda il reparto offensivo: Marko Arnautovic e Joaquin Correa fanno parte di un passato che in queste occasioni ha sempre faticato. E che si ripete. E allora sì, Inzaghi potrebbe aver sopravvalutato il suo turnover.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Stefano Silvestri: "L'Inter non ha girato, ma il turnover c'entra poco"

    No, anche perché in fondo si è trattato di un turnover parziale. Lautaro Martinez c'era, Thuram c'era, Dimarco c'era, Mkhitaryan c'era. Ma non ha forzato la mano soprattutto perché, con il Manchester City e il Milan alle porte, qualche cambio andava necessariamente operato. Asllani non vale Calhanoglu? Se ci sono titolari e seconde scelte, un motivo ci sarà. Senza contare che l'ex empolese non è stato nemmeno tra i peggiori nella deludente notte monzese.

    Giusto dare una chance a Frattesi, in formissima dopo i “soliti” exploit in Nazionale: se non ora, quando? In generale, Inzaghi ha rimescolato le carte nell'unica partita in cui poteva permetterselo: contro un avversario della parte bassa della classifica. Semplicemente, l'Inter per una volta non ha girato come sa fare e come ci ha abituati a fare: capita. Così come può capitare che contemporaneamente facciano fiasco sia Lautaro che Thuram. E qui il turnover c'entra poco.

  • ENJOYED THIS STORY?

    Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

  • Francesco Schirru: "Testa al City, con gli intoccabili sarebbe cambiato poco"

    Con o senza quei titolari imprescindibili (Acerbi, Barella, Bastoni e Calhanoglu, non otto), l'Inter avrebbe comunque avuto la testa al Manchester City. Vuoi per la volontà di vincere la Champions, vuoi per vendicarsi della sconfitta nella finalissima del 2023, i nerazzurri sono scesi in campo a Monza con il pulsante avanti veloce, sperando che la musichetta europea arrivasse il prima possibile.

    L'Inter rimane la squadra da battere non solo per l'esperienza e un top come Inzaghi in panchina, ma anche perché può contare su una seconda squadra in panchina che può e deve essere allo stesso livello degli intoccabili. Per puntare in alto, confermandosi in Italia e combattere ad armi pari in Europa, non si può fare affidamento solo ai soliti noti.

    Inzaghi non ha forzato la mano con il turnover, semplicemente ha un Lautaro che si trova in quel periodo là, invischiato nella magra di goal che ogni anno lo caratterizza. Sì, anche l'Inter spesso si è nascosta dietro la sua vena realizzativa.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Conte Di Lorenzo NapoliGetty Images

    È SEMPRE IL SOLITO ANTONIO CONTE: IL NAPOLI È DEFINITIVAMENTE L'ANTI-INTER?

  • Antonio Torrisi: "Conte ha voluto la bicicletta, ora bisogna pedalare"

    Passare dallo sconforto all'entusiasmo senza freni in un mese potrebbe tranquillamente rientrare nella casistica degli eventi relativi a una delle piazza "calde" come quella di Napoli: poi subentra la lucidità, necessaria per chiarire le ambizioni di una squadra che sembra aver ripristinato il suo status da ex campione d'Italia, recente pure.

    Certo, ha ragione Antonio Conte a ribadire la pressione che lo riguarda e che proviene dal passato, da quello che è riuscito a fare alla Juventus, al Chelsea e all'Inter, ma piano con le parole: com'è calda in positivo, la piazza napoletana lo è anche quando le cose non girano. E quello va messo in conto.

    Al momento, comunque, le vesti da "condottiero", che bene ha indossato nel corso della sua carriera, premiano: con un Lukaku in più. Forte, come sempre, e decisivo. E senza coppe sì, l'essere anti-Inter è quasi consequenziale. Conte ha voluto la bicicletta (con investimenti importanti sul mercato), adesso bisogna pedalare.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Stefano Silvestri: "L'aria a Napoli è cambiata, ma andiamoci piano"

    Piano. Tre vittorie di fila, di cui una ottenuta con un terzino al posto del portiere tra i pali avversari, non possono essere sufficienti per un giudizio così tranchant. Anche perché i disastri della scorsa annata sono ancora troppo freschi per poter essere cancellati con un colpo di spugna.

    Fermo restando che, sì, a Napoli l'aria è davvero cambiata rispetto anche solo a un mese fa, quando la squadra di Conte veniva demolita dal Verona. Lukaku si è inserito alla grande, Kvara è sempre Kvara, Di Lorenzo, Meret e Anguissa sono rinati. E i successi in serie hanno ridato vigore ed entusiasmo a un ambiente col morale sotto le stelle.

    Da qui a considerare il Napoli come la vera anti-Inter ce ne passa: la Juventus è in rodaggio, il Milan ha dato i primi segnali di risveglio. Quel che è certo è che gli azzurri hanno il dovere di guardare lassù, di pensare in grande: hanno preso un allenatore vincente, il mercato è stato di livello e l'assenza dalle coppe è un fattore non da sottovalutare. Il big match di sabato in casa della Juve rappresenterà un banco di prova mica da ridere.

  • Francesco Schirru: "Non gioca in Europa, essere l'anti-Inter è quasi un obbligo"

    Una rosa ampia non basta per reggere l'urto Champions-Serie A-Champions-Serie A, ciclo continuo della tre giorni moderna. Serve anche un grande allenatore che renda partecipi, che faccia sentire importanti tutti i giocatori. Antonio Conte potrebbe riuscirci nella prossima annata, ma intanto deve essere l'anti-Inter. Quasi obbligatoriamente.

    Conte può preparare al meglio ogni gara di Serie A, puntare sui migliori, pensare a come alternare i titolari alle riserve. Che poi tanto riserve non sono, visto il mercato estivo e gli ingressi notevoli dalla ripresa di questo avvio di campionato.

    Certo, la partita del quinto turno contro la Juventus dirà qualcosa in più sulle possibilità di Scudetto del team partenopeo, ma attenzione anche alle prime partite contro le piccole. Il 4-0 contro il Cagliari ha messo in mostra una squadra che sa esondare una volta che il rubinetto del goal è stato aperto, così come le gare precedenti, escludendo la prima contro il Verona poco rappresentativa, hanno dimostrato che il Napoli sa vincere in più i modi. Occhio a Neres: può essere la sorpresa assoluta della Serie A cambiando le carte in tavola ad ogni suo ingresso in campo.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Thiago Motta Empoli JuventusGetty Images

    SECONDO 0-0 CONSECUTIVO: DI QUANTO TEMPO HA BISOGNO LA JUVENTUS?

  • Antonio Torrisi: "E se ci fosse stato Allegri al suo posto?"

    La domanda è sempre quella: se dopo due 0-0 consecutivi nelle prime quattro giornate sulla panchina della Juventus ci fosse stato Massimiliano Allegri e non Thiago Motta, cosa sarebbe successo?

    Poi chiaro, si può parlare dell'anima bianconera. Uno spirito diverso, se non altro per la tendenza ad attaccare, pur in maniera confusa. Però attaccare senza segnare equivale a non farlo, soprattutto se non ci sono state grosse occasioni.

    Quello del terminale offensivo che deve far goal rimane un tema importante: poi ci sono i numeri. Otto punti, due in meno rispetto alla Juventus di Allegri di un anno fa dopo le stesse giornate. Thiago Motta si aspetta di più? Sì ed è un bene. Ma se ci fosse stato Massimiliano Allegri, con ogni probabilità, si sarebbe parlato di ennesimo passo indietro. E in casa bianconera adesso serve equilibrio.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Stefano Silvestri: "Anche Motta si attende di più da tutti"

    Il vero problema di Thiago Motta è che la parola “tempo” non esiste alla Juventus. A Torino si pretende tutto e subito, ed è un ragionamento che vale ancor più al termine di un mercato in cui la società ha fatto le cose in grande, puntellando o rinforzando la rosa in tutti i reparti.

    Per questo stonano i due 0-0 di fila, anche e soprattutto per come sono arrivati: a Empoli si è vista una squadra per larghi tratti lenta, involuta e con poche idee, fermo restando che – a differenza dell'altro 0-0 contro la Roma – le occasioni per andare a segno non sono mancate.

    Motta al termine della sfida ha parlato di “buona prestazione”, ma è chiaro come lui per primo si attenda di più da tutti. Possibilmente già da martedì contro il PSV. Perché no, alla Juve il tempo non c'è proprio.

  • Francesco Schirru: "A ottobre la vera Juventus, nel bene o nel male"

    Thiago Motta non sta certo dominando la Serie A, ma c'è da considerare che come di consueto i bianconeri stanno facendo i conti con diversi infortuni. La Juventus che ha pensato insieme a Giuntoli tramite il calciomercato non è ancora nata, vuoi per i vari k.o, vuoi perché inserire una massiccia dose di nuovi arrivati tra i titolari è decisamente complicato.

    Ora che il solo Conceicao è fuori causa, la Juventus può lavorare per mettere insieme una squadra che sappia giocare in stile Thiago Motta. Non serve girarci attorno: dopo gli anni di Allegri il team bianconero ha bisogno di un po' di tempo per cambiare stile, non può essere subito all'opposto con metà squadra un modulo e un'anima con un taglio rispetto al passato.

    A ottobre si vedrà la vera Juventus, nel bene o nel male: se Thiago Motta non riuscirà a risvegliare i bianconeri dal torpore degli ultimi anni in un paio di settimane difficilmente ci riuscirà nel breve periodo. La sensazione è comunque che con qualche gara in più con i titolari che ha in mente, possa arrivare la svolta, probabilmente dopo la nuova sosta di Nations League.

  • Pubblicità
    Pubblicità
0