Prima o poi doveva succedere. Il Barcellona era destinato a incontrare una squadra di alto livello in questa stagione di Champions League in grado di sfruttare appieno gli spazi concessi dalla sua linea alta, e ha avuto la fortuna di non incontrarne una fino alle semifinali.
Ricordiamo che i catalani hanno dovuto battere solo il Benfica e il Borussia Dortmund per raggiungere arrivare fino alle prime quattro, e già i tedeschi avevano messo in luce le carenze difensive del Barça al Signal Iduna Park il 15 aprile. L'Inter, con la sua formidabile coppia d'attacco e i suoi terzini scatenati, ha messo sicuramente a dura prova la difesa blaugrana, che ha fallito miseramente.
Certo, i meravigliosi esterni e i magnifici centrocampisti del Barça hanno quasi salvato la situazione con una sensazionale prestazione nel secondo tempo a San Siro, cosa che avrà reso orgoglioso il tecnico tedesco. Forse ancora più soddisfacente è stata la dimostrazione di grande resilienza nel rimontare una partita che sembrava persa.
Tuttavia, il risultato finale è che il Barcellona ha subito sette goal in due partite contro l'Inter. I nerazzurri avrebbero potuto segnare anche di più, con un po' più di precisione nell'ultimo passaggio soprattutto nella sfida di ritorno.
È stato quindi deludente sentire Flick lamentarsi dell'arbitro dopo l'eliminazione della sua squadra, sostenendo che "ogni decisione dubbia è stata a favore dell'Inter", un'affermazione tanto infondata quanto evitabile.
Avrebbe fatto meglio a tacere e a chiedersi invece se può davvero vincere la Champions League una squadra che gioca con una linea così alta, perché se da un lato questo permetteal suo Barcellona di soffocare gli avversari con il pressing, dall'altro lo espone terribilmente a quei contropiedi fulminei che l'Inter è così brava ad organizzare.