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Zielinski InterGetty Images

Sommer, i big che mancano e l'inserimento dei nuovi: tutto quello che non sta funzionando nell'Inter

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L'Inter a Torino contro la Juventus non ha giocato una brutta partita nel complesso, analizzando la gara nei novanta minuti con uno sguardo da lontano su quanto accaduto. Se però ci si avvicina con la lente d'ingrandimento emergono i tanti problemi che stanno mandando l'Inter fuori giri e complicando la stagione. 


Errori individuali, atteggiamento che va e viene, alcune non risposte da parte dei giocatori più importanti, nuovi acquisti che faticano ad inserirsi e un clima di tensione che sarà alimentato dalla clamorosa - per come è arrivata - sconfitta con la Juventus. 

Ma cosa in particolare dovrà sistemare Chivu per uscire da questo momento? 

  • SOMMER TOGLIE E NON DÀ

    Se fino alla passata stagione il portiere svizzero compensava qualche errorino con grandi parate - impossibile non ricordare gli interventi contro il Barcellona in semifinale di Champions League - ora Sommer sta solo "togliendo". 

    I sei goal subiti in tre giornate sarebbero potuti essere meno; senza dubbio potevano essere 3 e non 4 ieri sera allo Stadium, dove è finito sul banco degli imputati per la rete di Yildiz (dove però sarebbe servita una grande parata) ma soprattutto in occasione del goal decisivo di Adzic, autore sì di una bellissima conclusione ma non imparabile, anzi.

    Una notte che apre forse definitivamente una questione che già iniziava a venir fuori nell'ambiente nerazzurro, è giusto proseguire con Sommer o è il momento di puntare su Martinez? 

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  • AKANJI NON SALVA L'INTER

    Nel post partita sono stati sottolineati i solo 4 tiri con cui la Juve ha fatto 4 goal. Sicuramente non capiterà spesso di essere "puniti" in questa maniera qui ma delle quattro reti bianconere, in due, quella di Kelly e quella di Thuram, la difesa nerazzurra ha evidenziato ancora una volta la poca solidità. Il tema dei goal subiti e in generale della difesa l'Inter se lo porta dietro dalla passata stagione.

    Dal mercato non sono arrivati i rinforzi necessari per ringiovanire il reparto; l'unico nuovo volto è Akanji, che però ha preso il posto di Pavard e nell'esordio in maglia nerazzurra non ha risolto i problemi, anzi, è finito anche lui per essere "contagiato" da incertezze e imprecisioni difensive. 

    Inutile dire che se Chivu vuole mettere fine a questo momento, serve una tenuta difensiva completamente diversa.

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  • DA LAUTARO A BARELLA: SERVONO I BIG

    L'Inter è rimasta pressoché la stessa, almeno nella formazione "tipo". E quindi, ha bisogno ancora dei suoi big, soprattutto in un periodo così. Ecco perché è lecito aspettarsi di più da giocatori come Lautaro Martinez e Nicolò Barella, capitano e vice capitano del club nerazzurro. 

    Entrambi sostituiti dopo 60 minuti, quando l'Inter era in svantaggio 2-1. Una mossa forte di Chivu che sembrava anche essere stata la svolta per la rimonta prima poi del tracollo finale. 

    L'argentino ha segnato all'esordio stagionale ma poi è rimasto a secco con Udinese e Juventus ma soprattutto continua ad essere ben lontano dal giocatore che aveva  trascinato la squadra fino alla stagione 2023/2024, con qualche eccezione come nelle grandi notte di Champions. 

    Barella da qualche mese non sembra il giocatore totale visto per molti anni; una condizione fisica e probabilmente anche mentale da ritrovare perché in questo caso, il calo di rendimento non riguarda solo le prestazioni con l'Inter ma anche in Nazinale. 

  • DOVE SONO I NUOVI?

    All'Allianz Stadium sono rimasti in panchina per novanta minuti tre dei cinque nuovi giocatori arrivati in estate, ovvero Diouf, Pio Esposito e Luis Henrique, quest'ultimo sempre più oggetto misterioso, almeno per il momento.

    Ma anche Sucic, il migliore dei nuovi acquisti, è subentrato dopo Zielinski, a meno di 10 minuti dal termine, un passo indietro rispetto alle prime uscite. 

    La sensazione è che l'Inter avesse bisogno di qualche cambiamento più profondo per ripartire e che chi è arrivato non abbia la "struttura" per dare la svolta e accendere la squadra. Siamo solo all'inizio però e c'è tempo quindi per dare più spazio alle "alternative", soprattutto adesso che inizierà anche la Champions League. 

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  • POSSESSO MA POCHE OCCASIONI

    Un tema tecnico/tattico poi è emerso contro la Juve, gara in cui l'Inter ha avuto per larga parte il controllo del gioco e del possesso ma che non si è tramutato in vere occasioni da goal.

    Due belle conclusioni di Calhanoglu, una rete su calcio d'angolo e poi? Di Gregorio non ha dovuto fare particolari interventi, sintomo di come sia mancata un po' di qualità e imprevedibilità negli ultimi 30 metri.

  • TENSIONI CRESCENTI

    "Ma basta con la finale di Champions, sono passati cinque mesi", ha detto seccamente Chivu nel post partita di Juve-Inter all'ennesima domanda sulle ripercussioni che la debacle con il PSG ha avuto sulla squadra. 

    La realtà però è che l'Inter sembra portarsi dietro gli strascichi della scorsa stagione. E ogni gesto, ogni situazione diventa motivo per alimentare una tensione crescente se non dentro la squadra attorno, nell'ambiente. 

    L'ultimo "caso" di cui si parlerà è il sorriso di Marcus Thuram dopo il goal decisivo della Juve. "Non l'ho visto, non so, non conosco il contesto, non so se sia successo qualcosa. Smettiamo però di fare polemiche, non fa bene a nessuno", ha chiosato Chivu sul tema. 

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