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3x3 HD GOAL 31esimaGetty Images

Quella dell'Inter è spocchia o leggerezza? Ma il Napoli è davvero da Scudetto? Chi merita di andare in Champions League? Il 3X3 di GOAL

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  • Spocchia o leggerezza? L’Inter si sente troppo sicura di sé?
  • Ma questo Napoli, con queste occasioni perse, è davvero da Scudetto?
  • Sei squadre in sei punti per la Champions: chi merita di più?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sulla 31esima giornata di Serie A: il punto di vista di Antonio Torrisi, Claudio D'Amato e Stefano Silvestri.

  • Inter players Parma Inter Serie AGetty

    SPOCCHIA O LEGGEREZZA? L'INTER È TROPPO SICURA DI SÉ?

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  • Antonio Torrisi: "Se non è spocchia è sopravvalutazione"

    Va spiegato, però, il titolo. Badate bene: qui non si parla di "sopravvalutazione arrogante", quanto di "sopravvalutazione ingenua". Simone Inzaghi ha ragione: i giocatori a disposizione sono questi, è ora che si sottolinei senza parlare di "lacrimate". Stiamo pur sempre parlando dell'unica squadra in Italia ancora in corsa per tutti gli obiettivi stagionali, costretta a vivere settimane "spezzate" e a combattere con gli acciacchi che hanno anche le altre, ma senza le coppe.

    Quindi, Parma o non Parma (al Tardini l'Inter doveva vincere, punto) non si può trascurare che Asllani (a una certa, ormai, si è capito) non è Calhanoglu, Darmian (preziosissimo, eh) non è Dumfries e che i sostituti di Lautaro e Thuram in attacco non sono forti quanto i titolari. Ed è qui che subentra la "sopravvalutazione ingenua".

    Pensare di poter portare a casa la partita di Parma, dopo lo 0-2 del primo tempo, abbassandosi e aspettando, convinti di non prendere goal, sapendo di non essere, in realtà, la corazzata (per disponibilità) che tutti disegnano è sopravvalutarsi. Ingenuamente. Se reiterata spocchia, sì: per adesso lontana, ma rischiosa.

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  • Claudio D'Amato: "Restateci voi sempre al 100% con un calendario così"

    La Champions, il derby di Coppa Italia, il duello Scudetto. Sfido chiunque a mantenere al 100% l'asticella dell'attenzione e delle risorse con un calendario del genere. Sintomo che l'Inter, se ad aprile può ambire ancora al Triplete, non è forte bensì la più forte del campionato.

    Certo, non deve commettere l'errore di sottovalutare avversarie sulla carta abbordabili, ma limando ciò e riuscendo a sfruttare a dovere la rosa al netto di infortuni e fatica, la stagione (scongiuri autorizzati) può dire ancora tanto.

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  • Stefano Silvestri: "Il triplo impegno non può non pesare su mente e gambe"

    Non credo sia questione né di spocchia, né di leggerezza. Non credo che l'Inter sottovaluti alcun avversario, neppure inconsciamente, anche se dall'alto della propria forza potrebbe anche permetterselo. La squadra di Inzaghi, semplicemente, è in questo momento un unicum nel panorama italiano: è in corsa per tre competizioni.

    Giochi il mercoledì, torni in campo nel weekend, poi tre giorni dopo, poi il weekend successivo, e via così: impossibile mantenere alto il livello in tutte le partite. Si spiega così il mezzo scivolone col Monza, al quale l'Inter ha poi posto rimedio, e il secondo tempo francamente terribile di Parma che ha permesso alla squadra dell'ex Chivu non solo di raddrizzare il risultato, ma anche di sognare la vittoria nel finale.

    Nessuno è perfetto, neppure l'Inter. Col Bayern alle porte, e con un derby ancora nelle gambe, un passo falso del genere ce lo si poteva anche aspettare. Anche perché Inzaghi, ahilui, pare non trovare mai pace nemmeno dal punto di vista dell'infermeria. L'aspetto positivo è che nemmeno il Napoli ha vinto e la capolista è rimasta a +3: un ottimo modo di presentarsi all'appuntamento con la Champions League.

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  • Lukaku Bologna Napoli desktopGetty Images

    MA QUESTO NAPOLI, CON QUESTE OCCASIONI PERSE, È DAVVERO DA SCUDETTO?

  • Antonio Torrisi: "Non lo è mai stato e non lo merita, ma chi dice che non può vincerlo lo stesso?"

    Che il Napoli non sia da Scudetto è cosa già interiorizzata da tempo: ma non lo è mai stato, eh. Se si trova in quella posizione è grazie al lavoro di Antonio Conte, e ovviamente perché non ha le coppe. Però no, non lo è.

    Può vincerlo? Certo: chi dice che non può vincerlo, scusate? Può vincerlo, ma deve sfruttare occasioni come quelle di Bologna. Direte che il Bologna non è il Parma: vero, ma non capita spesso di veder l'Inter "cadere" (perché il pari del Tardini è spiritualmente una mezza sconfitta) così.

    Semmai ci si può chiedere, quindi, se lo meriti o meno, lo Scudetto, il Napoli: no. Così no: e arrivarci vicino conta solo a bocce. Ma è ancora lunga.

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  • Claudio D'Amato: "Se non piazzi la zampata no, ma..."

    Riuscire a contenderlo senza essere partiti con quell'intento ti rende da Scudetto, poi però devi fare i conti con la realtà. E la realtà mostra tanti, troppi passaggi a vuoto a conclamare difetti che in estate - per tornare definitivamente al top - andranno aboliti ma che nel frattempo rischiano di produrre un brusco risveglio.

    Se ogni volta che c'è da piazzare la zampata vieni meno diventa una conseguenza asserire che non sei da tricolore, ma è anche vero che calendario e trend incostante di chi sta davanti lascia aperti i giochi. L'importante, come sbandierato a più riprese da Conte, è non illudersi. E forse, chi siede in panchina, ci aveva visto lungo.

  • Stefano Silvestri: "Merita di giocarselo fino in fondo, ma così non lo vincerà"

    La questione non è tanto se il Napoli meriti di giocarsi lo Scudetto: è lì, a 3 punti di distanza dal primo posto con 7 giornate da disputare, e ha giocato un campionato eccellente. La questione è proprio quella insita nella domanda: se il titolo la squadra di Antonio Conte sia effettivamente in grado di vincerlo.

    Al netto delle assenze pesanti di Meret e Buongiorno, il Napoli a Bologna ha sprecato un'occasione. Per i suoi soliti cali del secondo tempo, per la sua solita incapacità di chiudere le partite. Era già accaduto contro la Roma, l'Udinese, la Lazio: 9 i punti in palio, appena 3 quelli messi in cascina, tutti dopo essersi fatto rimontare. In questo modo il grande sogno rischia di trasformarsi in una chimera proprio sul più bello.

    Così come nel caso dell'Inter, a pesare al Dall'Ara è stato un secondo tempo praticamente non giocato. Imbarazzante la differenza di tenuta e di sprint con un Bologna che avrebbe meritato anche di più. E qui no, non regge neppure l'alibi del doppio o triplo impegno.

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  • Kolasinac Juventus AtalantaGetty Images

    SEI SQUADRE IN SEI PUNTI PER LA CHAMPIONS: CHI MERITA DI PIÙ?

  • Antonio Torrisi: "Bologna e Roma per il percorso, ma il calcio è cinico"

    Non avrei dato un euro, uno solo, neanche mezzo: non avrei mai pensato, insomma, di ritrovarmi quasi a metà aprile a parlare di Bologna e Roma in corsa per la Champions League. E forse anche per questo meriterebbero di andarci.

    Perché sono partite "da lontano", da basi incerte: da un cambio in panchina importantissimo, i rossoblù, che nei primi mesi ha sollevato non pochi dubbi e che poi, con calma, fiducia e lucidità, si è rivelato "misurato", e da una rivoluzione tecnica passata da De Rossi e Juric e culminata con la nomina di Ranieri a un passo dalla zona retrocessione.

    E invece sono lì: merito del percorso e delle idee dei tecnici. Ma il calcio è cinico: alla fine potrebbe davvero andarci l'Atalanta, ad esempio, che non lo meriterebbe proprio anche solo per la gestione dello spogliatoio e dell'ambiente di un Gasperini che ha un piede e mezzo lontano da Bergamo da tempo. Potrebbe andare così, sì.

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  • Claudio D'Amato: "L'Atalanta, più Italiano o Ranieri"

    Parliamo di una delle corse all'Europa più incerte e avvincenti di sempre. Ecco perché rispondere diventa non difficile ma di più, poiché merita chi ha stazionato in alto con continuità ma anche chi è riuscito a raddrizzare un'annata rendendola da flop a potenzialmente da applausi.

    Seppur sia in calo dico Atalanta, mentre Ranieri per quanto sta dando vanta un credito col Dio del pallone: dunque, dico anche Roma. Ah, ma c'è un Bologna da favola: allora uno tra Sir Claudio o Italiano. Juve, Fiorentina e Lazio, invece, nelle ultime 7 giornate hanno un'unica parola d'ordine da rispettare: continuità.

  • Stefano Silvestri: "Bologna strepitoso, merita la seconda qualificazione di fila"

    Come si fa a non dire Bologna? Dopo che i felsinei hanno perso l'artefice del capolavoro dello scorso anno, ovvero Thiago Motta, oltre a due pedine chiave come Zirkzee e Calafiori? Dopo che l'obiettivo stagionale, alla luce della sfilza di pareggi iniziali, sembrava essere appena il minimo indispensabile?

    La squadra di Vincenzo Italiano è a tratti bellissima da vedere. Proprio come lo era quella di Motta. Ha vinto 8 delle ultime 10 partite tra tutte le competizioni, ha perso solo una volta nelle ultime 18. Prima del Napoli aveva già fermato o battuto Inter, Milan, Juventus, Roma, Lazio, Atalanta. E tutto questo, alla luce degli addii estivi e delle inevitabili conseguenze del doppio impegno campionato-Champions League, non lo aveva previsto praticamente nessuno.

    Sarebbe assolutamente sbagliato, però, sminuire le altre concorrenti: da una Lazio smantellata e ricostruita in estate a una Roma portentosa sotto la guida di Claudio Ranieri, dalla Fiorentina degli alti e bassi a un'Atalanta che ormai ha assunto lo status di grande d'Italia, e per la quale non si può mai davvero parlare di flop. La Juventus è un caso a parte: troppe le battute d'arresto in relazione alla qualità della rosa. Ma intanto anche la squadra di Tudor è lì a giocarsela.

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