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3x3 HD sestaGOAL

Chi segnerà di più tra Lautaro e Vlahovic? Dove possono arrivare Roma e Lazio? Chi sarà la sorpresa della Serie A? Il 3x3 di GOAL

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Gli spunti di discussione e i temi caldi sulla sesta giornata di Serie A.

Le risposte di Lautaro e Vlahovic: chi segnerà di più alla fine della stagione? Roma e Lazio tornano al sorriso: dove possono arrivare? Torino, Empoli, Udinese e Como: chi sarà la sorpresa del campionato?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sui temi del momento: il punto di vista sulla Serie A di Antonio Torrisi, Stefano Silvestri e Lelio Donato nel nostro 3x3.

  • Lautaro Vlahovic CollageGetty Images

    LE RISPOSTE DI LAUTARO E VLAHOVIC: CHI SEGNERÀ DI PIÙ ALLA FINE DELLA STAGIONE?

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  • Antonio Torrisi: "Il contesto Inter aiuta Lautaro, ma quante analisi eccessive"

    Chi dice che segnare al Genoa in uno stadio a porte chiuso vale meno di segnare a qualsiasi altra squadra in uno stadio pieno di tifosi sicuramente esagera, creando un ulteriore pretesto per analizzare il momento di Dusan Vlahovic. Allo stesso modo, chi dice che i due goal di Lautaro Martinez valgono meno perché contestualizzati alla prestazione non troppo convincente dell'Inter omette il disegno più ampio di una stagione che deve ancora essere decifrata, per i nerazzurri.

    Insomma, in entrambi i casi si eccede nelle analisi. Sia Lautaro che Vlahovic sono tornati al goal. Questo conta. Poi viene il resto, ad esempio la previsione sulle reti che possono siglare.

    Essere inseriti in un contesto che funziona, e che ti ha già fatto segnare tanto, può essere di grosso aiuto per El Toro, che parte avvantaggiato rispetto al serbo che, comunque, può contare su un atteggiamento, quello della Juventus, sicuramente propositivo. Restano le incognite di un progetto che deve ancora affermarsi. Per questo motivo il ritorno di Lautaro Martinez deve essere letto in maniera più "lunga" rispetto a quello di Vlahovic. Bene per entrambi, comunque.

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  • Stefano Silvestri: “Le potenzialità di Lautaro sono superiori”

    La mia sensazione è che Lautaro Martinez sia emotivamente più stabile rispetto a Vlahovic. Senza volerci addentrare nelle critiche di Paolo Di Canio, secondo cui “giochi nella Juventus, sei Vlahovic, fammi due doppiette negli scontri diretti e allora poi fai l’arrogante. Non col Genoa e a porte chiuse”, è meglio attendere conferme per capire dove potrà davvero arrivare il serbo, che a Torino non ha mai davvero trovato la continuità che ci si sarebbe attesi da uno come lui: lunghi periodi di magra realizzativa, lampi, esultanze polemiche, altri digiuni.

    Lautaro ha fin qui segnato meno, arrivava da un inizio di campionato in cui mai era riuscito a buttarla dentro, ma la doppietta di Udine potrebbe avergli ridato lo slancio e la fiducia perduti. Non ci sarebbe da stupirsi, insomma, se il “Toro seduto” e prepotentemente rialzatosi alla BluEnergy Arena, da oggi, non si fermasse più. Proprio come nella scorsa stagione. Sia in campionato che in Champions League, magari a partire dalla Stella Rossa mercoledì sera.

    Le potenzialità in questo senso ci sono tutte. Più di quelle di Vlahovic, probabilmente. Lo dicono anche i numeri: nelle ultime stagioni, da quando il serbo ha lasciato la Fiorentina per trasferirsi alla Juventus, Lautaro ha sempre segnato di più e sempre offerto un rendimento superiore rispetto al collega.
    In ogni caso, c'è poco da girarci intorno: il titolo di capocannoniere se lo giocheranno Lautaro, Vlahovic e qualche altro. I re delle passate stagioni se ne sono andati in Turchia: Osimhen non c'è più, Immobile neppure. Chi resta? Chi può sfondare la ventina? La scelta si riduce a pochi elementi, tra cui l'argentino dell'Inter e il serbo della Juve. Sarà una bella lotta.

  • Lelio Donato: "Vlahovic dietro a Lautaro per la scarsa partecipazione al gioco"

    Lautaro Martinez e Dusan Vlahovic erano e restano due dei migliori attaccanti del nostro campionato. Il digiuno del primo era insolito dati gli standard realizzativi a cui ci ha abituato l’argentino, ma che i goal sarebbero arrivati era ovvio.

    Per il serbo il discorso è leggermente diverso: più che la capacità realizzativa, in fondo di goal ne aveva già segnati due, a fare discutere è la scarsa partecipazione al gioco della squadra. Cosa in cui anche contro il Genoa, soprattutto nel primo tempo, non ha particolarmente brillato.

    In ogni caso entrambi segneranno parecchio da qui a fine stagione, probabilmente raggiungendo e superando quota 20. Tra i due si profila dunque un bel testa a testa nella classifica marcatori, con Lautaro leggermente favorito.

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  • ROMA E LAZIO TORNANO AL SORRISO: DOVE POSSONO ARRIVARE?

  • Antonio Torrisi: "Dove vogliono i giocatori (ahi tutti)"

    Ci sono due piani di lettura, nella situazione delle squadre della capitale: quella strettamente legata all'attualità dice che sia la Roma che la Lazio hanno offerto buone prove, ultimamente. I biancocelesti, in particolare, al di là dei risultati hanno lanciato messaggi importanti e questo va a sbattere contro lo scetticismo della nomina di Baroni in panchina.

    In casa giallorossa il momento è assai diverso, com'è noto: il passaggio di consegne da De Rossi a Juric ha portato a una fisiologica risposta sul campo, ma bisogna attendere una riprova che, gioco forza, dirà se la Roma è effettivamente ripartita. O meno.

    In ogni caso, però, c'è un dato intriso di disincanto: dipende dai giocatori. Sempre, comunque, ovunque. Dipende da loro: l'andamento di una squadra, di un percorso, di una stagione intera. L'esempio della Roma è emblematico: passi da Mourinho a De Rossi e la squadra rinasce. Con quasi gli stessi interpreti, passi da De Rossi a Juric e hai lo stesso effetto. Non è tanto la domanda "Dove possono arrivare" (giallorossi e Lazio) a far riflettere, quanto la risposta: "Dove vogliono i giocatori". Ahi tutti.

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  • Stefano Silvestri: "Il quarto posto continua a essere difficile da raggiungere"

    Due vittorie su due (in campionato) per Ivan Juric sulla panchina della Roma. E pure la Lazio è tornata a prendersi i tre punti. Per la prima volta dall'inizio del torneo, le due capitoline hanno vinto in coppia: quasi un evento. Ma la corsa al quarto posto continua a essere per entrambe piena di ostacoli e di insidie.

    Almeno sulla carta, la Roma ha una rosa superiore a quella della Lazio. I giallorossi se la giocheranno per tornare finalmente in Champions League, il vero obiettivo stagionale, ribadito anche dallo stesso Juric durante la sua prima conferenza stampa. La squadra di Baroni ha cambiato tanto, ha lasciato partire Luis Alberto e Immobile, ha perso pure Felipe Anderson. Al momento vale il quinto-sesto posto, non di più. Dipenderà anche dall'amalgama che l'ex allenatore del Verona riuscirà a trovare nelle prossime settimane.

    Il problema vero di giallorossi e biancocelesti è che la concorrenza è spietata. Ci sono l'Inter e la Juventus, le due grandi favorite per la conquista dello Scudetto. C'è un Napoli che sotto la guida di Antonio Conte si è ritrovato, lasciandosi alle spalle le nefandezze sportive della scorsa stagione. C'è un Milan che pian piano sta risalendo la china, spinto dal trionfo nel derby. C'è un'Atalanta in rodaggio, ma dalle potenzialità offensive enormi. Arrivare in Champions, sia per la Roma che per la Lazio, sarà dura, molto dura.

  • Lelio Donato: "Per entrambe sarà difficile andare oltre l'Europa League"

    Le due squadre della capitale hanno vinto, vero. Ma che fatica! E se la Lazio giocava comunque su un campo sempre ostico come quello del Torino, peraltro capolista prima dell’ultimo turno di campionato, la Roma sulla carta aveva un impegno piuttosto agevole che i giallorossi si sono clamorosamente complicati rischiando di perdere in casa contro il Venezia.

    I tre punti, insomma, non bastano per coprire gli evidenti problemi della squadra di Juric, che continua a soffrire troppo dietro e davanti deve al più presto trovare il modo per fare brillare Soulè.

    La Lazio sembra leggermente più avanti al momento rispetto ai cugini per qualità del gioco e produzione offensiva. In ogni caso per entrambe sarà molto difficile andare oltre un piazzamento in Europa League.

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  • Roma LazioGetty

    TORINO, EMPOLI, UDINESE E COMO: CHI SARÀ LA SORPRESA DEL CAMPIONATO?

  • Antonio Torrisi: "La sorpresa è la ritrovata competitività della Serie A"

    Non è tanto scegliere una tra Torino, Empoli, Udinese e Como, ma il sorprendersi di fronte alla ritrovata competitività del campionato di Serie A. E finalmente.

    Perché va detto, ed è importante, che la maggior parte delle squadre partecipanti hanno un progetto tecnico con un'idea di calcio ben definita. Questo aiuta a costruire e consolidare le certezze che negli ultimi anni nel nostro Paese calcisticamente sono venute meno.

    Se dovessi sceglierne una, comunque, prendo come esempio l'Empoli: una squadra che sta mettendo in cascina punti importanti, ma che continua a dimostrare di avere le idee chiare di settimana in settimana. Il suo lo sta facendo, continuerà a farlo e va bene così. Senza eccedere. Ma fatemelo ripetere: quant'è bello avere una Serie A così equilibrata?

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  • Stefano Silvestri: "Como squadra vera, il Torino è sempre il solito"

    Punto la mia fiche sul Como. Squadra vera, ben costruita, lontana da quello scenario altisonante paventato in estate prima e durante il mercato. Il colpo da novanta, ovvero Raphael Varane, ha già desistito abbandonando il calcio a causa dei troppi infortuni. Ma la rosa di Fabregas è piena zeppa di elementi interessanti come il talentino Nico Paz, arrivato dal Real Madrid, o la sorpresa Fadera, autore di una perla in casa dell'Atalanta. Cutrone si è lasciato alle spalle il rigore sbagliato a Udine ed è addirittura capocannoniere. E col Verona si è pure sbloccato Belotti. Occhio ai lariani.

    Quanto al Torino, è la classica squadra che appena ti illude di poter accelerare il passo se ne va a sbattere contro un ostacolo non previsto. Inesorabilmente, inevitabilmente. I granata non hanno mai perso nelle prime cinque giornate, poi in pochi giorni si sono fatti superare in casa dall'Empoli in Coppa Italia e dalla Lazio in campionato. Tornando in maniera prepotente sulla terra nonostante il buon lavoro iniziale di Paolo Vanoli, nominato miglior allenatore del torneo a settembre. Siamo lì, rispetto alla scorsa stagione è cambiato poco o nulla, anche se l'impatto di Ché Adams è stato ottimo. Migliorare il decimo posto del 2023/2024 sarà già un risultato apprezzabile.

    Quanto all'Empoli e all'Udinese, si stanno comportando al di sopra di ogni aspettativa. Più la squadra di Roberto D'Aversa, addirittura imbattuta e con la seconda miglior difesa della Serie A, che quella di Kosta Runjaic. A Udine si stanno avvertendo i primi scricchiolii dopo due sconfitte di fila. E pure l'Empoli, squadra costruita per rimanere in A, non potrà continuare così per sempre. La certezza è una sola: entrambe hanno le potenzialità per raggiungere una salvezza ben più agevole rispetto a quella, soffertissima, ottenuta a maggio.

  • Lelio Donato: "Como sorprendente, ma la vera rivelazione è il Torino"

    Se dovessimo guardare quanto accaduto in questo turno di campionato la risposta facile sarebbe il Como. La squadra di Fabregas ha battuto il Verona, può contare su uno dei capocannonieri del campionato (Cutrone) e ha ritrovato anche Belotti. Senza dimenticare l’interessantissimo Nico Paz sul quale ha messo già gli occhi pure l’Argentina di Scaloni.

    L’Empoli è l’unica squadra ancora imbattuta del campionato insieme alla Juventus e ha bloccato sullo 0-0 la Fiorentina, mentre l’Udinese ha lottato fino all’ultimo perdendo di misura in casa contro l’Inter.

    La possibile rivelazione però, nonostante la sconfitta casalinga contro la Lazio, resta il Torino. Vanoli ha subito dato la sua impronta alla squadra granata e può contare su un potenziale offensivo di livello con Zapata, Sanabria e soprattutto il nuovo acquisto Adams. Saul Coco sta raccogliendo senza troppi problemi la pesante eredità di Buongiorno, mentre a centrocampo Ricci è sempre più padrone. Per i tifosi del Toro, sempre critici verso la gestione Cairo, quest’anno ci sarà da divertirsi.

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