"Ho fatto un errore grandissimo: ho iniziato la stagione dando istruzioni che non avrei mai cambiato allenatore. Quindi è evidente che purtroppo non ho dato seguito alla mia convinzione e questo è stato l'errore principale. Questa è una fotografia sicuramente impietosa ma anche realistica: quando ci sono tanti cambi è evidente che qualcosa non abbia funzionato. La cosa che non rifarei è dare deleghe così ampie: il calcio purtroppo ha bisogno che la guida sia presente, ancora di più di quanto io non lo sia stato, e quindi chiaramente la delega va monitorata. Cosa che da ora in avanti faremo, continuando a investire, dando credibilità, rispetto e un futuro serio a questo club. Siamo stati da subito sotto pressione perché pensavamo, come voi stessi pensavate, di aver allestito una rosa competitiva. In parte lo pensiamo ancora: non riteniamo che i nostri calciatori siano da questa posizione di classifica. Dopodiché, da Frosinone in poi, che è stata la nostra prima partita, ci siamo trovati in una posizione di difficoltà perché ogni domenica dovevamo vincere e ogni domenica era diventata la partita della vita. Sapevamo che sarebbe stata una stagione dura, durissima, perché la società ha combattuto fuori dal campo una partita difficilissima che ci ha visto risolvere situazioni molto complesse ereditate dal passato. Abbiamo buttato il cuore oltre l'ostacolo, abbiamo investito in questa società per salvare il patrimonio, un marchio e un club storico del calcio italiano ed europeo. L'abbiamo fatto prima dell’omologa”.