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De Laurentiis desktopGetty Images

Il Napoli rischia una penalizzazione? Il caso Simonelli e la clausola compromissoria: cosa può succedere

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Protagonista assoluto in campo, il Napoli continua a fare parlare anche fuori dal campo. E non solo per i colpi del direttore sportivo Manna.

L'ultima mossa di Aurelio De Laurentiis a livello politico, secondo alcune fonti, rischierebbe di costare molto cara al club azzurro.

Stiamo parlando del caso legato all'elezione di Ezio Simonelli come presidente della Lega Serie A. Un nome non sostenuto dal Napoli.

Ma cosa è successo? Il Napoli rischia davvero una penalizzazione di punti in classifica?

  • DE LAURENTIIS-SIMONELLI, IL RICORSO IN TRIBUNALE A MILANO

    Secondo quanto riporta 'La Repubblica', Aurelio De Laurentiis avrebbe inizialmente presentato un ricorso al Tribunale di Milano per richiedere la destituzione di Simonelli. Ricorso firmato anche dal consigliere indipendente della Lega Serie A, Gaetano Blandini.

    De Laurentiis ha poi ritirato lo stesso ricorso, ma ciò sarebbe avvenuto solo dopo un pronunciamento da parte del Tribunale di Milano sulla richiesta (che è stata respinta) di un decreto “inaudita altera parte” per ottenere la sospensione dell’elezione di Simonelli. Il tutto mentre il neo-presidente di Lega si trovava in Arabia per la Supercoppa Italiana.

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  • COS'É LA CLAUSOLA COMPROMISSORIA

    Secondo alcuni il ricorso di De Laurentiis, seppure ritirato, avrebbe violato la clausola compromissoria e dunque il Napoli rischierebbe sanzioni.

    Ma cos'è la clausola compromissoria? La clausola in questione prevede che le controversie di ambito sportivo siano giudicate dalla Camera arbitrale e che per adire le vie della giustizia ordinaria serva prima l’autorizzazione del Consiglio federale.

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  • COSA RISCHIA IL NAPOLI?

    All'articolo 34 del Codice di giustizia sportiva si legge:

    • soggetti tenuti all’osservanza del vincolo di giustizia di cui all’art. 30, comma 2 dello Statuto, ove pongano in essere comportamenti comunque diretti alla elusione o alla violazione del predetto obbligo, incorrono nell’applicazione di sanzioni non inferiori: alla penalizzazione di almeno tre punti in classifica per le società; alla inibizione o squalifica non inferiore a sei mesi per i calciatori e per gli allenatori nonché ad un anno per tutte le altre persone fisiche.
    • Fatte salve eventuali diverse disposizioni, in aggiunta alle sanzioni indicate al comma 1, deve essere irrogata una ammenda nelle seguenti misure:
      a) da euro 20.000,00 ad euro 50.000,00 per le società di serie A;
      b) da euro 15.000,00 ad euro 50.000,00 per le società di serie B;
      c) da euro 10.000,00 ad euro 50.000,00 per le società di serie C;
      d) da euro 500,00 ad euro 20.000,00 per le altre società;
      e) da euro 10.000,00 ad euro 50.000,00 per le persone fisiche appartenenti alla Lega Nazionale Professionisti Serie A e alla Lega Nazionale Professionisti Serie B;
      f) da euro 5.000,00 ad euro 50.000,00 per le persone fisiche appartenenti alla Lega Italiana Calcio Professionistico;
      g) da euro 500,00 ad euro 20.000,00 per le persone fisiche appartenenti al settore dilettantistico.
    • Nel caso di ricorso all’autorità giudiziaria da parte di società e tesserati avverso provvedimenti federali in materie riservate agli organi di giustizia sportiva o devolute all’arbitrato, si applicano le sanzioni previste dai commi 1 e 2 nella misura del doppio.
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  • LA POSIZIONE DEL NAPOLI

    Secondo quanto appreso da 'Calcio e Finanza' da fonti vicine al Napoli, il club sarebbe tranquillo e non teme sanzioni da parte della giustizia sportiva in quando De Laurentiis come detto ha ritirato il ricorso presentato inizialmente al Tribunale di Milano.

    L'avvocato Mattia Grassani, intervenuto su 'Radio CRC', ha chiarito: "Il Napoli ed il suo presidente, nella vicenda in questione, hanno agito con assoluta trasparenza, correttezza e rispetto delle norme dell'ordinamento sportivo. Diverse interpretazioni non meritano commento".

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