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Mario Balotelli Milan Frosinone Serie AGetty Images

I goal, l’arrivederci, il ritorno e l’addio: la breve ma intensa avventura di Balotelli al Milan

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Sono passati undici anni dall’inizio della sua avventura al Milan, eppure sembra ieri.

Undici anni nei quali, come è ovvio che sia soprattutto in ambito sportivo, tutto è cambiato. Dal gennaio del 2013 al dicembre del 2024, dall’inizio di un capitolo che sarebbe potuto anche essere lunghissimo, a quel lungo girovagare che lo ha portato, in maniera sorprendente, ad incrociare di nuovo il Diavolo, ma questa volta da avversario.

Il Milan questa sera affronterà a San Siro il Genoa guidato da una vecchia conoscenza come Patrick Viera, ma il più atteso in assoluto tra gli ex sarà certamente un altro: Mario Balotelli.

Dopo aver ritrovato la Serie A, Super Mario si ritrova chiamato a ‘fare i conti’ con il suo passato. Sì perché se è vero che la sua esperienza al Milan è stata relativamente breve, è anche vero che è stata intensa e scandita da tante cose: compresi un bel po’ di goal.

  • DA ‘MELA MARCIA’ A COLPO DI MERCATO

    Siamo nel gennaio del 2013 e Mario Balotelli è in rotta con il suo club: il Manchester City.

    E’ giovanissimo, ma è già un giocatore che divide. Quando è in giornata è semplicemente uno dei più forti al mondo, ma ha anche un carattere particolare e si è guadagnato la solida fama di calciatore difficile da gestire.

    Chi riesce a prenderlo fa dunque un affare enorme dal punto di vista tecnico, ma c’è il rovescio della medaglia: uno come Super Mario rischia stravolgere qualsiasi equilibrio.

    Al Milan sono in molti a pensare che si tratti di un rischio che vale la pena correre, d’altronde da anni circola una voce insistente: Balotelli è sì cresciuto nell’Inter, ma ha sempre tifato Milan, tanto che nello spogliatoio nerazzurro una volta avrebbe fischiettato l’inno dei rossoneri.

    Questa sua eventuale passione potrebbe renderlo più gestibile, ma il primo a non credere che la cosa possa funzionare è l’uomo che all’interno del club ha il peso specifico più rilevante di tutti, ovvero Silvio Berlusconi.

    Quando inizia a spargersi la voce di un possibile interesse, è lui stesso a smentire la cosa usando tra l’altro parole durissime.

    “Mi spiace doverlo dire, ma nel Milan è molto importante l’aspetto umano. Se metto una mela marcia dentro lo spogliatoio, può infettare tutti gli altri. Una persona come Balotelli io non accetterei mai che facesse parte del nostro spogliatoio”.

    Insomma l’avventura di Balotelli in rossonero sembra destinata a finire prima ancora di iniziare, ma non è così. Galliani e Mino Raiola continuano a lavorare sottotraccia all’affare e il 31 gennaio arriva l’annuncio ufficiale: l’attaccante arriva al Milan a fronte di un esborso da 20 milioni di euro più bonus.

    Per quello che è il valore dell’attaccante, si tratta di un clamoroso colpo di mercato.

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  • Mario Balotelli MilanGetty

    DODICI GOAL IN TREDICI PARTITE

    Quando Mario Balotelli sbarca nel mondo Milan, sono in molti a chiedersi cosa in realtà possa dare. E’ reduce da un periodo complicatissimo al Manchester City (un solo goal in quattordici partite di Premier League) ed ha lasciato l’Inghilterra tra le polemiche e dopo aver fatto parlare più per vicende extra campo che per ciò che ha fatto sul terreno di gioco.

    Quello che è considerato uno dei più grandi talenti del calcio mondiale sembra già in fase calante, ma chi si aspetta un flop scontato viene clamorosamente smentito.

    Balotelli esordisce con una doppietta contro l’Udinese e da lì in poi non si ferma più. Diventa in brevissimo tempo il leader tecnico di una squadra ad inizio ciclo che nei mesi precedenti aveva salutato Nesta, Thiago Silva, Zambrotta, Gattuso, Seedorf, Van Bommel, Cassano e Ibrahimovic.

    C’è dunque da iniziare un ciclo tutto nuovo e Balotelli a suon di goal dimostra di poterne fare assolutamente parte. Con le sue prestazioni trascina la squadra ad un terzo posto che vuol dire preliminari di Champions League e al termine della stagione il suo score parlerà di dodici reti in tredici gare di campionato.

    E le ‘Balotellate’? Ci sono anche quelle. Ad aprile viene squalificato per tre giornate a causa di un’espressione ingiuriosa contro l’arbitro Doveri (poi la squalifica verrà ridotta a due giornate) e ogni tanto fa parlare di sé per eventi extra campo e qualche dichiarazione non proprio centrata. E’ un piccolo prezzo da pagare, ma viste le prestazioni al Milan va benissimo così.

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  • L’INIZIO DELLA FINE

    Balotelli è ormai uno degli uomini più importanti del Milan, ma proprio quando ormai sembra difficile immaginarlo altrove, tutto cambia clamorosamente.

    Inizia come aveva concluso l’annata precedente, ovvero segnando con grande continuità, ma ogni tanto incappa in giornate inspiegabili. Sbaglia contro il Napoli il suo primo rigore della carriera (e ci può stare assolutamente), poi nella stessa partita usa parole non proprio gentili contro l’arbitro Banti meritandosi prima l’espulsione e poi la squalifica.

    Da lì in poi nulla sarà più come prima. Alterna buonissime prestazioni ad altre nelle quali fatica anche solo a sfiorare un pallone e dunque tutte le percezioni cambiano.

    Il Milan fatica in campionato (chiuderà all’ottavo posto mancando la qualificazione alle Coppe europee) e Balotelli non dà mai la sensazione di poterlo risollevare nonostante i quattordici goal in trenta gare.

    Quella che poteva essere una storia lunghissima arriva alla sua naturale conclusione dopo un solo anno e mezzo e al termine della stagione arriva l’inevitabile addio.

  • Mario Balotelli Milan Empoli Serie A 29082015Getty Images

    LA PARENTESI AL LIVERPOOL E IL RITORNO

    "In un anno e mezzo hai fatto tanto e bene: sei stato determinante per la qualificazione in Champions League del 2013 e nell'intera ultima stagione agonistica sei stato il nostro capocannoniere. Questo è quello che il tuo Milan pensa di te ed è questa l'occasione per confermartelo pubblicamente”.

    Il Milan saluta così Mario Balotelli nell’agosto del 2014, ma quello che in molti non possono immaginare è che quello non sarà un addio, bensì un arrivederci.

    Super Mario torna in Inghilterra per ripartire dal Liverpool (Galliani dirà “Una buona decisione per tutti”), ma le cose non funzionano.

    Il Milan rientra della spesa fatta un anno e mezzo prima ed inizia a guardare oltre, mentre la stagione di Balotelli scivola via tra poche presenze (sedici in Premier League e 23 quelle complessive) e pochissimi goal (uno solo in campionato).

    Le cose non vanno bene nemmeno per i rossoneri che, ripartiti da Filippo Inzaghi, chiudono l'annata con un anonimo decimo posto in campionato. La sensazione è quella che non si sia riuscito a sostituire Balotelli a dovere (Fernando Torres si è rivelato un flop) e quindi nel corso dell’estate del 2015 si lavora al clamoroso ritorno.

    E’ un qualcosa che fondamentalmente conviene a tutti, ma questa volta il campo non regalerà gioie, ma solo delusioni. Balotelli torna con la formula del prestito, ma la sua è un’annata rovinata dalla pubalgia, un intervento chirurgico che lo costringe a tre mesi di stop e da prestazioni non all’altezza della situazione.

    In tutto collezionerà venti presenze ed un goal in campionato (tre i goal complessivi in stagione), troppo poco per meritarsi il riscatto.

    E’ l’ultimo atto di una storia che sarebbe potuta andare in maniera diversa, ma forse le strade del Milan e di Balotelli non si sono incrociate esattamente nel momento migliore.

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