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Golazo Dayro Moreno gfxGOAL

Golazo - 40 sono i nuovi 20: l'highlander Dayro Moreno sogna i Mondiali e il bis con l'Once Caldas

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Se è vero che "40 sono i nuovi 20", come recita il titolo di una commedia del 2017 con Reese Witherspoon, Dayro Moreno ne è il simbolo calcisticamente più perfetto possibile. Non solo in Colombia, il suo habitat naturale. Non solo all'Once Caldas, la squadra della propria vita e del proprio cuore.

Moreno, che in Colombia è un'istituzione non solo per quei bizzarri tagli di capelli proposti lungo il corso del tempo, ha appena compiuto 40 anni. Ha spento le candeline martedì, il 16 settembre. Anno di nascita: 1985. La nazionale cafetera aveva partecipato alla fase finale dei Mondiali solamente una volta, nel 1962; sarebbero passati altri 15 anni prima di vederla nuovamente all'opera, a Italia '90.

Legati a doppio filo, Moreno e la Colombia si sono appena ritrovati. Nel senso che il centravanti dell'Once Caldas è stato appena richiamato in Nazionale, tra la sorpresa generale, per disputare le ultime due partite di qualificazione ai prossimi Mondiali. Con successo: i cafeteros hanno chiuso al terzo posto il girone, in compagnia di Uruguay, Brasile e Paraguay, approdando alla fase finale dopo aver bucato Qatar 2022.

E così, ecco nascere il doppio sogno di Moreno. Uno è a livello più ampio, globale. E l'altro è ristretto all'Once Caldas, la squadra che un ventennio fa aveva contribuito a portare sul tetto del Sudamerica. Il tutto alla tenera età di 40 anni.

  • Dayro Moreno ColombiaGetty Images

    CHOC IN COLOMBIA

    Quando a fine agosto è uscita la notizia della convocazione di Moreno per le partite contro Bolivia e Venezuela, poi vinte entrambe con tre reti di scarto, in Colombia hanno tutti strabuzzato gli occhi. Tranne il diretto interessato, che non avevo mai smesso neppure per un secondo di credere nel miracolo.

    "Non ho avuto l'opportunità di parlare con nessuno della Federazione o dello staff tecnico, ma non perdo mai la speranza - diceva qualche giorno prima alla stampa locale - È per questo che segno. Il giorno in cui smetterò di giocare, smetterò di pensarci. Indossare la maglia della nostra Nazionale è motivo di grande orgoglio. Non ho perso la speranza".

    Giovedì 28 agosto, anche il nome di Moreno compariva nella lista diramata dal commissario tecnico Nestor Lorenzo. Argentino, ex difensore, Lorenzo faceva parte della rosa dell'Argentina arrivata seconda a Italia '90. Il torneo in cui Diego Armando Maradona sognò il bis quattro anni dopo l'apice messicano, perdendo in finale contro la Germania. E il torneo in cui la Colombia iniziò a volare davvero, superando per la prima volta la fase a gironi.

    Moreno quell'estate non aveva ancora compiuto 5 anni. Non sapeva, naturalmente, che cos'avrebbe fatto da grande. E forse non sapeva con certezza neppure cosa fossero i Mondiali. Ora lo sa: non gli è mai stata concessa l'opportunità di parteciparvi, ma il 2026, l'anno dell'edizione suddivisa tra Stati Uniti, Messico e Canada, potrebbe rappresentare la sua impensabile prima volta.

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  • "UN'OPERAZIONE DI MARKETING"

    Certo, in Colombia c'è chi ha alzato un sopracciglio alla notizia della convocazione di Moreno. E poco importa che si parli del 7 volte capocannoniere del campionato colombiano, nonché del miglior marcatore della storia del calcio locale con 372 reti. Più di una leggenda come Radamel Falcao (356), più di Victor Hugo Aristizabal, il centravanti del trionfo in Copa America del 2001 (346), e più dell'ex rossonero Carlos Bacca (345).

    Il giornalista Pino Calad, del quotidiano La Titular, ha insinuato ad esempio che la decisione di Lorenzo sarebbe legata più a questioni di marketing che puramente tecniche: "La convocazione di Moreno è arrivata su pressione della Federazione: Dayro vende". Un discorso, vero o falso che sia, che ha a che fare con l'enorme seguito che Moreno vanta nel paese, oltre a un'espansione mediatica amplissima.

    Moreno, del resto, non veniva convocato in nazionale addirittura da 9 anni. L'ultima presenza risaliva alla Copa America del Centenario disputata negli Stati Uniti nell'estate del 2016, l'ultima convocazione nel settembre dello stesso anno ancora una volta contro il Venezuela, in una gara valida per le qualificazioni ai Mondiali russi.

    Nella notte tra il 4 e il 5 settembre, dopo 9 anni esatti o quasi, Moreno ha riscoperto l'emozione di indossare la maglia della Colombia nel 3-0 alla Bolivia: a 8 minuti dalla fine ha preso il posto di Jhon Cordoba a risultato già acquisito. E il Metropolitano di Barranquilla, giusto per comprendere la Dayromania che sta spopolando nel paese, ne ha accolto l'ingresso in campo con un'ovazione riservata solo ai più grandi.

    "Questi 10 giorni trascorsi con la Nazionale sono stati indimenticabili - ha detto Moreno sul proprio canale YouTube - Avere un intero paese che ti sostiene è una cosa impressionante, sono emozionato perché questo sarà un ricordo indelebile per me. Grazie, Colombia. Sono davvero senza parole".

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  • UN 2025 DA FAVOLA

    L'argomento dell'operazione di marketing, nonostante l'età avanzata del personaggio in questione possa portare a una simile visione delle cose, è completamente smentito da quel che Moreno sta combinando con la maglia dell'Once Caldas: la squadra in cui è nato e cresciuto calcisticamente, in cui si è costruito una reputazione, in cui gioca per la quarta volta in carriera, in cui è tornato nel 2023 dopo un lungo girovagare tra Brasile, Romania, Messico, Argentina e Bolivia.

    Nel 2025, Dayro ha messo a segno la bellezza di 25 reti in 47 presenze con l'Once. Le ultime due nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi: proprio lui ha deciso il quarto di finale d'andata della Copa Sudamericana (l'Europa League del continente, in pratica) contro il favorito Independiente del Valle. I colombiani si sono clamorosamente imposti per 2-0 in Ecuador, ipotecando la qualificazione alle semifinali, e lui ha segnato la doppietta decisiva: una botta volante da pochi passi prima, un guizzo da rapace poi al termine di una ripartenza.

    In totale, fanno 10 reti in 12 partite in Sudamericana per Moreno. Il capocannoniere della competizione, e pure con un discreto margine rispetto a chi insegue, è lui. Se l'Once Caldas sogna concretamente di conquistare il secondo trofeo continentale della propria storia, è grazie a un quarantenne che non ha alcuna intenzione di imboccare il viale del tramonto.

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  • Once Caldas 2004 campione LibertadoresGetty Images

    L'EPICA LIBERTADORES DEL 2004

    Il primo e fin qui unico trofeo fuori dai confini della Colombia, in cui dal 2003 a oggi ha conquistato quattro volte il campionato, l'Once Caldas lo ha alzato più di un ventennio fa. 21 anni, per la precisione. In quel magico 2004 in cui l'indimenticabile banda del profe Montoya superava mezzo Sudamerica, conquistando una delle Libertadores più epiche e clamorosamente sorprendenti di tutti i tempi.

    Primo posto nel girone davanti a Maracaibo, Velez Sarsfield e Fenix. Poi gli ecuadoriani del Barcelona eliminati agli ottavi ai calci di rigore. Poi la prima sorpresa: fuori anche il Santos ai quarti. Poi la seconda sorpresa: eliminato anche il San Paolo di Luis Fabiano in semifinale. E infine la terza sorpresa: i colombiani ebbero la meglio anche sul Boca Juniors in finale, di nuovo ai calci di rigore, vincendo il torneo in una Manizales impazzita di gioia.

    Era la squadra di Jhon Viafara, che con le sue botte da fuori si sarebbe guadagnato il Southampton. Del portiere Henao, determinante nei rigori finali contro Tevez e compagni. Di Arnulfo Valentierra, altro personaggio iconico e fondamentale in quella cavalcata. E di Moreno. Perché sì, Dayro c'era pure allora. Anche se ai tempi era uno sbarbatello: 19 anni appena.

    Colui che sarebbe diventato il miglior marcatore della storia del calcio colombiano collezionò 7 presenze tra fase e gironi ed epilogo conclusivo. Non segnò mai, ma scese in campo da titolare in tutte le partite decisive della fase a eliminazione diretta, compresa la finale di ritorno contro il Boca. E anche lui, alla fine, alzò la Copa al cielo di Manizales nella notte più importante di una carriera ancora in divenire.

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  • IL DOPPIO SOGNO

    E così, rieccoci. Come se il tempo si fosse fermato. Come se Dayro Moreno avesse ancora 19 anni, mica 40. L'età non scherza, ma la verve è sempre quella, come se si parlasse di un ragazzino in mezzo agli adulti. La doppietta all'Independiente del Valle, in una notte che rischia di segnare l'ennesima svolta nella storia recente dell'Once Caldas, lo testimonia.

    Il sogno dello splendido quarantenne è doppio: andare ai Mondiali con la Colombia, alzare anche la Copa Sudamericana con l'Once. Il traguardo, nel primo caso, non è chiaramente semplicissimo da raggiungere: la concorrenza non scherza e lo stesso Lorenzo ha detto di Dayro che "è un'opzione in più, che si è guadagnato la convocazione in base a ciò che sta facendo nel proprio club, alla costanza e alla continuità che ha dimostrato".

    Però sembrava impossibile anche il secondo traguardo. Le favorite della Sudamericana erano altre sin dall'inizio: le brasiliane come Gremio, Atletico Mineiro e Fluminense in primis, oltre a un Cruzeiro eliminato praticamente subito. Ma l'Once è lì, come nel 2004. Piano piano, passaggio del turno dopo passaggio del turno, sta realizzando di poter davvero compiere una nuova impresa. E Moreno, questa volta, è il suo anziano condottiero.

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