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Gervasoni racconta le scommesse: "Sospetto che molte gare non siano vere"

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Il caso scommesse che ha colpito il mondo del calcio non ha nulla a che vedere con lo scandalo che ha colpito l'universo calcistico italiano nel 2011.

Non c'entra nulla, stando così le cose, perché non si tratta di gare indirizzate o truccate, quanto di scommesse effettuate dai calciatori su piattaforme illegali.

Resta ugualmente la macchia nel sistema, questo sì. Facendo un passo indietro, "Le Iene" hanno voluto ricordare quello che è successo nel 2011, ascoltando la testimonianza di Carlo Gervasoni, uno dei principali nomi coinvolti nello scandalo.

  • CHI È CARLO GERVASONI

    Difensoe classe 1982, quando scoppia lo scandalo calcioscommesse veste la maglia del Piacenza. Finisce sotto inchiesta in particolare per una gara "truccata", Atalanta-Piacenza 3-0, combinata insieme all'ex capitano della Dea Cristiano Doni.

    Per questo motivo, oltre al procedimento di giustizia ordinaria, con accusa di associazione a delinquere formulata dalla Procura di Cremona, a livello sportivo viene squalificato.

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  • GERVASONI: "HO TRUCCATO UNA DOZZINA DI PARTITE"

    Intervistato da "Le Iene", Gervasoni ricorda il periodo del calcioscommesse.

    "Atalanta-Piacenza? Quella è stata la partita sotto i riflettori. Ho truccato personalmente parecchie partite, se non ricordo male una dozzina: l'ho fatto prettamente per soldi".

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  • COME GERVASONI HA TRUCCATO ATALANTA-PIACENZA

    Come racconta Gervasoni, c'è un modo in particolare per truccare le partite, ovvero mettersi d'accordo con i giocatori della zona centrale.

    "Ci vuole veramente poco per far sì che una partita possa andare in un verso o in un altro: tu ti accordavi con altri due compagni che di solito erano portiere e centrocampista o attaccante. La zona centrale? Viene molto più facile perché sono le zone con più importanza nel gioco. Tenere una linea di difesa più alta, una marcatura più leggera: quesi sono i dettagli che una persona che gioca riesce a limare per far sì che possa succedere qualcosa".

    Gervasoni riepiloga poi come è riuscito a truccare con Doni Atalanta-Piacenza.

    "Vennero a propormi di perdere quella partita lì. Chiesi a Doni, sapendo che lui era rigorista: 'Nel caso dovesse esserci un rigore, dove lo tiri?'. E lui rispose: 'Lo tiro alto, sotto la traversa'. Il portiere rimase un po' impacciato: era in porta per non pararlo".

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  • QUANTO PAGAVANO A PARTITA?

    L'ex difensore ha svelato anche il compenso per ogni partita truccata.

    "Per una partita di Serie B erano previsti 150mila euro, per una partita di Serie A 400mila euro. Ovviamente cash e solitamente venivano date precedentemente alla partita per dare responsabilità al giocatore".

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  • TRA PASSATO E PRESENTE: LE SCOMMESSE NEL CALCIO

    L'attenzione di Gervasoni poi si è spostata dal passato al presente: esistono ancora le partite truccate?

    "Uno potrebbe dire 'Perché l'hai fatto? Non penso guadagnassi mille euro al mese', ma io rispondo che per mantenere uno stile di vita di quel tipo non è facile. Sei fuori tutte le sere a cena, hai il Porsche: il cogli*** sono io, gli errori li ho fatti io. La bolla calcistica è molto particolare: ti senti onnipotente, senti che ti è tutto dovuto. Era la normalità: se vado a pensare a quante persone ho provato a corrompere... quasi tutti mi han detto di sì. Faccio veramente fatica a vedere una partita di calcio intera: ho il sospetto che molte partite non siano vere. Se si truccano ancora oggi? Dove c'è tanto business c'è anche tanto di marcio. Posso dire solo sì".

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