Gato Sessa gfxGOAL

Le follie del Gato Sessa, il portiere più cattivo della storia del calcio

“Noooo, pero es una barbaridad”.

Il commentatore tecnico della tv argentina strabuzza gli occhi e apre la bocca in un'espressione attonita. Non riesce a credere a quello che ha appena visto, eppure è tutto vero, non ci sono dubbi né allucinazioni. C'è un portiere – da sempre considerato folle, sì, ma chi si immaginava che potesse esserlo fino a questo punto? – che dopo aver anticipato l'attaccante avversario in uscita ha alzato la gamba a tal punto da colpirlo in fronte coi tacchetti. Gratuitamente, senza che in tutto questo ci sia un minimo di senso. Cattiveria agonistica mischiata con cattiveria e basta, in un mix di locura e folclore che fanno tanto (troppo?) Sudamerica.

Difficile, del resto, trovare un senso nelle gesta compiute durante la propria carriera da Gastón Sessa. Il Gato. Uno dei portieri più cattivi della storia del calcio, probabilmente il più cattivo. Un personaggio che ha legato il proprio nome non tanto al Vélez Sarsfield e alle altre maglie (tante) che ha indossato, oppure alle volte in cui ha fatto vincere la propria squadra con le sue parate, quanto a tutto il resto: polemiche, arbitri presi per il collo, raccattapalle centrati in pieno da una pallonata, litigate, aggressioni a compagni, frasi taglienti. Una collezione di storture da esporre nel museo dei locos argentini, gli Hugo Gatti, i Martin Palermo e chi più ne ha più ne metta.