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3X3 GOAL

Fiducia a oltranza al 'progetto Thiago Motta'? Il Napoli non ha bisogno di Kvaratskhelia? Il Milan deve prendere un attaccante a gennaio? Il 3X3 di GOAL

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  • Fiducia a oltranza al 'progetto Thiago Motta'?
  • Il Napoli non ha bisogno di Kvaratskhelia?
  • Il Milan deve prendere un attaccante a gennaio?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL sui temi del momento: il punto di vista sulla Serie A di Marco Trombetta, Francesco Schirru e Stefano Silvestri nel nostro 3X3.


  • Torino v Juventus - Serie AGetty Images Sport

    FIDUCIA A OLTRANZA AL 'PROGETTO THIAGO MOTTA'?

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  • Marco Trombetta: "Motta come Arteta... che in 4 anni non ha ancora vinto"

    Riprendiamo un attimo le parole di Bonucci sulla Juventus e nello specifico su Thiago Motta: "L'Arsenal ha dato fiducia ad Arteta per 4 anni: i palazzi non si costruiscono in 6 mesi".

    Tutto vero, ma se vogliamo essere completamente pratici e cinici potremmo rispondergli: "Quante Premier ha vinto Arteta in questi 4 anni?". Nessuna. Posto che Arsenal e Juventus non si possono paragonare, né come politica, né come gestione, ma il progetto di Thiago Motta e quello della Juventus vanno realmente di pari passo? L'intenzione del club bianconero era realmente quella di una stagione (o di stagioni) di transizione prima di tornare a vincere?

    Il problema, oltre alla classifica, sembra però essere proprio mentale. E i 12 pareggi lo testimoniano. Questa Juventus non riesce ad imporre la propria mentalità vincente, forse proprio perché, in questo momento, quella mentalità non c'è proprio o non c'è ancora. Quindi sì, possiamo capire che il 'progetto Thiago Motta' sia a lungo termine e che i risultati dovranno vedersi nel lungo termine. Ma questo lungo termine, alla Juventus, e ai suoi tifosi, sta davvero bene?

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  • Francesco Schirru: "Non è una stagione di transizione, ma di costruzione"

    La Juventus ha bisogno di tempo. Punto. Esonerare Thiago Motta ora, o davanti ad un gennaio non particolarmente ricco dal punto di vista delle vittorie, sarebbe controproducente. Certo, i tifosi vorrebbero vedere Madama in lotta per vincere Scudetto e Champions all'improvviso, ma non è così che funziona.

    Nonostante i dati dell'ex Bologna siano equiparabili a quelli dell'era Delneri - dunque assolutamente negativi - cambiare nuovamente produrrebbe una valanga che rischierebbe di far ripartire il progetto. E davanti a nuovi stop con un nuovo mister, si penserebbe all'esonero e così via all'infinito. Il 2024/2025 non è ancora un'annata di transizione e anche se dovesse diventarlo sarebbe piuttosto una stagione di costruzione necessaria, così da essere al top dalla prossima annata.

  • Stefano Silvestri: “Sì, ma ancora per quanto? Se non va in Champions...”

    Il mio pensiero rimane lo stesso di qualche settimana fa, anche dopo il pari nel derby: il progetto di Thiago Motta non può essere giudicabile dopo pochi mesi. Non completamente, almeno. Perché è una Juve tutta nuova, perché nuovi – nuovissimi – sono i principi rispetto al recente passato, perché nuovo è il modulo. Volenti o nolenti, è iniziata una nuova era e le nuove ere hanno bisogno di tempo.

    Solo che il discorso è sempre lo stesso: il tempo, alla Juventus, non c'è. E la sabbia nella clessidra di Motta sta inesorabilmente scivolando verso il fondo, senza che nessuno riesca a metterci una toppa. L'imbattibilità in campionato, ormai, non interessa più a nessuno: conta il fatto che i bianconeri hanno pareggiato 12 partite su 19 (!) e oggi sarebbero fuori dalla Champions League. Per le casse del club, sofferenti da anni, sarebbe l'ennesimo colpo di mannaia.

    La Juve deve arrivare almeno quarta. Punto. Non raggiungere un obiettivo alla portata condurrà dritti verso un fallimento stile Maifredi e, allora sì, a inevitabili considerazioni da parte della società. Il mercato di gennaio, in questo senso, rappresenterà uno snodo fondamentale. Per capire dove potrà arrivare davvero la squadra di Motta, e per capire che ne sarà del suo famoso progetto.


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  • Kvaratskhelia zeigtGetty

    IL NAPOLI NON HA BISOGNO DI KVARATSKHELIA?

  • Marco Trombetta: "Nessuna squadra ha bisogno di un calciatore che ha chiesto di essere ceduto"

    "Kvara ha chiesto di essere ceduto". Serve altro?

    A volte ci si ostina, perché il giocatore è troppo importante per la squadra o perché l'offerta per il trasferimento è più bassa rispetto al prezzo richiesto, ma tirare la corda è soltanto controproducente. Nessuna squadra ha bisogno di un giocatore che ha chiesto di essere ceduto. A maggior ragione il Napoli. Questo Napoli, il Napoli di Conte.

    Al netto di chi possa essere l'eventuale sostituto, il Napoli non ha bisogno di Kvaratskhelia. O meglio, di questo Kvara. Conte ha bisogno di soldati che marciano con lui verso l'obiettivo comune, senza ripensamenti. Il valore assoluto del giocatore conta fino a un certo punto quando in panchina hai uno come Conte. Kvara per il Napoli è sostituibile. Lo è diventato subito dopo che ha chiesto la cessione. De Laurentiis lo sa e insegna.

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  • Francesco Schirru: "Neres ha già fatto meglio di lui"

    Il Napoli di Conte non ha bisogno di Kvaratskhelia. Da Serie A equilibrata, il campionato si è già ridotto rapidamente ad essere una lotta a due tra le ultime due squadre Campioni d'Italia. Azzurri o Inter, non sembra esserci scampo. Con un duello lanciato e con un solo torneo da disputare, la squadra partenopea ha trovato una quadra in cui non solo Kvara non è strettamente necessario.

    Del resto David Neres ha già fatto meglio del georgiano, e con altre alternative sulla fascia il Napoli può tranquillamente sopravvivere senza di lui. Davanti a 80-90 milioni di euro De Laurentiis può mettere in cascina una grossa cifra, un'enorme plusvalenza e investire nel mercato in entrata per l'attuale e la prossima annata. Se dovesse fallire la cessione al PSG difficilmente Conte riproporrà Kvara titolare, con un giocatore scontento con cui lavorare fino a giugno.

  • Stefano Silvestri: “Come si fa a non avere bisogno del giocatore più forte?”

    Basta una semplice analisi per rendersi conto di come la cessione di Khvicha Kvaratskhelia segnerebbe un prima e un dopo: si parla del calciatore più forte della rosa del Napoli. Con una conseguenza: quando cedi il più forte, è impossibile non risentirne. Almeno nel lungo periodo. E anche se i risultati, come il 2-0 al Verona con un Neres ancora una volta positivo, sembrerebbero dire il contrario.

    Se la cessione al PSG si concretizzerà, ci sarà un Napoli prima di Kvara e un Napoli dopo Kvara. Rimango convinto che praticamente nessuno, in Serie A, abbia i suoi colpi da campione con la palla tra i piedi: se la gioca con Dybala, potenzialmente con Leão, poi con chi? Anche se il georgiano non ha più raggiunto i fantasmagorici picchi dell'anno dello Scudetto. Anche se gli avversari hanno imparato a conoscerlo. Anche se Conte ha già dimostrato di non farsi problemi a metterlo in discussione. E, in caso di necessità, a fare a meno di lui.

    Andrà poi compreso che fisionomia avrà il Napoli al termine del mercato di gennaio. Chi, cioè, arriverà in rosa se davvero Kvaratskhelia prenderà il primo aereo per Parigi. Si parla di Garnacho, di Zhegrova, di Chiesa. Chiunque sia, Conte dovrà rimboccarsi le maniche, lasciar da parte la delusione e ripartire: ma senza il suo pezzo da novanta.

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  • Tammy Abraham Milan Crvena Zvezda 11122024Getty Images

    IL MILAN DEVE PRENDERE UN ATTACCANTE A GENNAIO?

  • Marco Trombetta: "Il Milan doveva prendere un attaccante in estate"

    Il problema non è il calciomercato di gennaio, il problema è stato il calciomercato estivo, Un po' come la Juventus, con il vice Vlahovic, che inevitabilmente ha condizionato la prima parte di stagione e probabilmente la stagione intera. Si può sempre rimediare, è vero, ma il danno ormai è stato fatto.

    Non fraintendetemi, Morata per me è un ottimo attaccante, ma non è l'attaccante che serviva al Milan. Morata dà il meglio di sé con una vera punta accanto e Abraham, evidentemente, non si è dimostrato tale. L'inglese è stato una scommessa, ma il Milan aveva bisogno di certezze e il goal decisivo in Supercoppa (non il più difficile della sua carriera) non cambia la sostanza. Ora potremmo anche parlare di un vero 9, uno di quelli che avrebbe potuto realmente tramutare in oro tutto il ben di Dio prodotto da Pulisic e Leao, ma ne avremmo dovuto parlare prima.

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  • Francesco Schirru: "Non di un attaccante, ha bisogno proprio di Rashford"

    Walker o Rashford. Il Milan non può acquistare entrambi per il regolamento che prevede un solo britannico tra i possibili nuovi arrivi: la valutazione è in corso, ma nella difficoltà di trovare campioni in saldo e soprattutto rapidamente il giocatore del Manchester United sarebbe un must.

    Tra infortuni e tripla competizione da disputare, Conceicao ha bisogno di un altro attaccante, molto più rispetto a un Walker che senza Guardiola potrebbe faticare. Ibra deve mettere in camp tutta la propria conoscenza, l'amicizia, l'abilità di conoscitore del calcio per portare in rossonero Rashford. Può giocare ovunque, è veloce, punta l'uomo e ha un'enorme voglia di rivalsa. Non solo il Milan ha bisogno di un attaccante, ma attualmente ha proprio bisogno di Rashford.

  • Stefano Silvestri: “Lo dicono i numeri: serve un rinforzo di livello”

    Ottavo posto in campionato, ottavo rendimento offensivo del torneo. Il Milan ha segnato 27 reti in 18 partite, media di uno e mezzo a partita, ed è lontanissimo dall'Inter sia in classifica che sotto questo aspetto: la squadra di Inzaghi, per dire, è andata a segno 46 volte, anche se in 20 gare.

    L'alibi delle due partite in meno rispetto alle giornate di Serie A effettivamente andate in scena è solo parziale: il Milan, offensivamente, qualche problema ce l'ha. Almeno in relazione a chi lo precede. Probabilmente era prevedibile, considerato l'andamento del mercato estivo: Morata non è il classico centravanti che arriva alla ventina e Abraham è reduce da due stagioni complicate alla Roma.

    Basterebbe Rashford per alzare il livello? Forse: nemmeno lui è un centravanti vero, ama più che altro fare l'esterno offensivo, ma a un certo punto allo United si era messo a segnare come nessun altro in Europa. Quel che è certo è che un rinforzo di questo tipo serve come il pane per provare a imprimere una svolta a una stagione stagnante: come per la Juve, il rischio di non vedere il Milan in Champions League il prossimo anno sta diventando troppo concreto.

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