Il mio pensiero rimane lo stesso di qualche settimana fa, anche dopo il pari nel derby: il progetto di Thiago Motta non può essere giudicabile dopo pochi mesi. Non completamente, almeno. Perché è una Juve tutta nuova, perché nuovi – nuovissimi – sono i principi rispetto al recente passato, perché nuovo è il modulo. Volenti o nolenti, è iniziata una nuova era e le nuove ere hanno bisogno di tempo.
Solo che il discorso è sempre lo stesso: il tempo, alla Juventus, non c'è. E la sabbia nella clessidra di Motta sta inesorabilmente scivolando verso il fondo, senza che nessuno riesca a metterci una toppa. L'imbattibilità in campionato, ormai, non interessa più a nessuno: conta il fatto che i bianconeri hanno pareggiato 12 partite su 19 (!) e oggi sarebbero fuori dalla Champions League. Per le casse del club, sofferenti da anni, sarebbe l'ennesimo colpo di mannaia.
La Juve deve arrivare almeno quarta. Punto. Non raggiungere un obiettivo alla portata condurrà dritti verso un fallimento stile Maifredi e, allora sì, a inevitabili considerazioni da parte della società. Il mercato di gennaio, in questo senso, rappresenterà uno snodo fondamentale. Per capire dove potrà arrivare davvero la squadra di Motta, e per capire che ne sarà del suo famoso progetto.