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Gianluca Ferrero JuventusGetty

Eredità Agnelli, il ruolo di Gianluca Ferrero e perché il presidente della Juventus è coinvolto nell'inchiesta

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La notizia del sequestro di beni mobili e immobili per un totale di 74,8 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta sull'eredità Agnelli ha fatto molto rumore.

Il provvedimento è stato adottato dal GIP della Procura di Torino nei confronti di John, Lapo e Ginevra Elkann ma anche di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus.

La società bianconera però non è coinvolta in alcun modo nell'inchiesta sull'eredità Agnelli e non rischia nulla

  • I REATI CONTESTATI

    Ma qual è l'accusa nei confronti dei fratelli Elkann e di Gianluca Ferrero?

    "Fatta salva la presunzione di innocenza delle persone sottoposte a indagini, nonché la possibilità per gli stessi di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede, sulla base del quadro probatorio sinora acquisito, sono stati contestati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3 del D.Lgs. n. 74/2000) e truffa in danno dello Stato (art. 640, secondo comma, numero 1., c.p.)".

    Per l’ipotesi della Procura, ci sarebbe l'esistenza di un "disegno criminoso volto a sottrarre l’ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane".

    L'indagine è nata dalla denuncia presentata da Margherita Agnelli, figlia dell'Avvocato e madre di John, Lapo e Ginevra Elkann.

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  • IL RUOLO DI FERRERO

    Gianluca Ferrero è coinvolto nell'inchiesta sull'eredità Agnelli non in quanto presidente della Juventus, ma come storico commercialista della famiglia Elkann.

    Proprio per il suo ruolo di fiducia Ferrero è stato nominato presidente bianconero nel gennaio 2023 al posto del dimissionario Andrea Agnelli.

    La società, come detto, non rischia quindi nulla né sul piano penale né su quello sportivo.

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  • LA DIFESA

    In una nota diffusa dal collegio legale dei fratelli Elkann è arrivata la posizione della difesa: "Il sequestro eseguito in questi giorni è un passaggio procedurale che non comporta alcun accertamento di responsabilità dei nostri assistiti, come peraltro precisato nello stesso comunicato della Procura. A nostro avviso, inoltre, il sequestro non soddisfa i requisiti previsti dalla legge per la sua emissione perché, tra l'altro, non c'è mai stato alcun rischio di dispersione dei beni degli indagati.

    Nel merito si ribadisce che Marella Caracciolo era residente in Svizzera sin dagli inizi degli anni Settanta, ben prima che nascessero i fratelli Elkann. La volontà di risiedere in Svizzera non è mai venuta meno nel corso di tutta la sua vita. Pertanto, le circostanze di fatto come ricostruite dalla Procura non sono condivisibili e restiamo convinti di poter dimostrare l'estraneità dei nostri assistiti ai fatti addebitati".

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