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L'altro Balotelli, come Henry: Dumitru, dal Napoli al giro del mondo

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Fateci caso. Quasi sempre, quando vengono lanciati nel mucchio i paragoni scomodi - con le dovute eccezioni che confermano la regola eterna e ferrea - la storia procede in un modo similare. Alzare le aspettative per rendere appetibile un giocatore, strappare titoloni per vendere prima e per far cliccare ora. Si cerca in tutti i modi di rendere eccezionale e sulla via del possibile capolavoro la mediocrità, la sufficienza. Perché tutto deve essere pomposo, sempre più grande, sempre più alto? Piace così.

Il nuovo questo, il nuovo l'altro, alla fine risultano solo essere dei ragazzi che sì, sanno giocare a calcio, ma non hanno quel mix di a)fortuna b)talento oltre ogni limite c)altra fortuna.

Perché nelle pieghe della storia puoi anche essere Messi, ma con i muscoli friabili non vai da nessuna parte. Se un giorno sei un poì giù di corda per i più svariati, plausibili, motivi, perdi la tua grande chance.

Non è colpa loro, quando vengono descritti come eredi e nuovi qualcosa. Sembra però essere una loro colpa non essere stati all'altezza di quei nomi sbandierati, quando sono stati gli altri, in realtà, a vendere il tuo nome, il prodotto calcistico, accostandolo a fuoriclasse e leader del pallone. Non fugge al discorso, ad esempio, Nicolao Dumitru.

  • UN DUMITRU: FIGLIO DEL MONDO

    Quando Dumitru, ora 31enne, apre il cassetto dei documenti importanti si ritrova davanti ad una scelta simil rossa. Per una trasferta all'estero o un qualsiasi evento che richieda, Nicolao pesca uno dei suoi passaporti tra il vinaccia e il bordeaux. E' nato in Svezia, ha vissuto per lungo tempo in Italia (dove è diventato maggiorenne), ed è cresciuto imparando il rumeno, da parte di padre, e il portoghese, in virtù della madre brasiliana. Insomma, un figlio del mondo che può e vuole farsi strada con una scelta infinita di possibilità.

    Nicolao, però, vuole giocare a calcio. Ha i geni giusti e un'infanzia calcistica. Cresce a Massa Marittima, in Toscana, riuscendo ad entrare in uno dei vivai più interessanti del paese, quello dell'Empoli. La squadra azzurra lo pesca dalla Massetana, vedendo in lui possibilità di un futuro roseo. Ha corsa, ha tecnica e fiuto del goal, tanto da segnare una sessantina di reti prima di venire convocato in prima squadra, quando non ha nemmeno diciotto anni.

    L'Empoli è in Serie B nel 2008/2009, in una stagione che secondo i piani della società dovrebbe portare nella massima serie. L'attacco comprende Saudati, Flachi e Pozzi: un mix da prima fila. Le cose, però, non andranno per il verso giusto, vista l'altalenante annata che porterà al quinto posto e all'eliminazione dei playoff. Nicolao gioca a gara contro l'Albinoleffe a inizio anno, senza però riuscire a rimanere nelle grazie di mister Baldini: troppa concorrenza.

    In società però il suo nome gira, così come nei taccuini degli osservatori. Dumitru è giovane e nessuno vuole correre buttandolo nella mischia della prima squadra in maniera costante: passo dopo passo, con calma. Di fatto il piano sembra funzionare, considerando che nel Campionato Primavera sono in pochi a stare dietro a Nicolao, autore di 18 reti nel 2009/2010 e in campo nella finale del Viareggio contro la Juventus.

    Il 2009/2010 sarà un anno fotocopia per l'Empoli e Dumitru: niente promozione in Serie A, una sola presenza ufficiale con la prima squadra. Senza il ritorno nella massima serie, le potenzialità di Nicolao oramai uscite fuori non possono essere più tenute in cadetteria: il Napoli arriva prima di tutti.

    "Non si sembra vero, è l’occasione della mia vita" dice Dumitru. Firma con il Napoli. Youtube comincia a sfornare quel distruttivo mondo in cui tutti hanno il proprio video dedicato di skills e giocate. Nicolao viene mostrato sui canali intento a segnare goal da urlo su FIFA e Pes, mentre viene sognato dalle ragazzine. E' giovane, di talento. Ma è pur sempre un ragazzo con Cavani e Lavezzi davanti e i paragoni sembrano essere l'ultima cosa che può dar una mano. Peccato che la voglia di paragoni, di classificare ogni cosa vivente e non vivente sia sempre più forte di ogni pazienza.

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  • DUE DUMITRU: BALOTELLI E HENRY

    Dumitru è Thierry, ma anche Balotelli. Per qualcuno è Mario e per altri Henry. 184 cm per 76 kg, ala e punta (prima o seconda) con ottima progressione e finalizzazione. Chi lo vede da vicino fa a gara per parlare sempre della somiglianza con il vecchio fuoriclasse dell'Arsenal e con la Super calamita di notizie e gossip che ha già vinto tutto con l'Inter ed è stato scelto dal Manchester City

    "Mi ha sempre fatto una grande impressione, ha gambe così veloci da sembrare una gazzella. Rispetto a tanti ragazzi della sua età è uno con la testa a posto. Viene paragonato a Balotelli e sicuramente può diventare come lui, ma rispetto a Mario ha tutt'altra mentalità" dice Cupi, ex compagno dell'Empoli, dopo la firma del contratto dell'amico con il Napoli.

    Il mondo azzurro va a caccia di opinioni per descrivere ai tifosi il nuovo giovane attaccante. Tra queste c'è quella di Pino Vitale, dg dell'Empoli: "Sono convinto che Dumitru, messo alle spalle dei grandi attaccanti del Napoli, possa dire la sua. Tecnicamente è un cavallo di razza, ricorda Henry. Quando parte palla al piede è uno spettacolo".

    In effetti Nicolao si ispira a Thierry Henry per i movimenti, per quella corsa inconfondibile che ha fatto la storia del calcio. Un conto è ispirarsi, un conto è essere denominato 'nuovo Thierry'. Non lo dice lui, lo dicono agli altri.

    "Ho scelto il numero 12 perchè Henry è il mio idolo e quando gioco mi ispiro a lui".

    Di base ispirarsi ed essere sono due cose diverse, ma vengono accorpate per il brutto della notizia, e non il bene. Viene così evidenziato come sia il nuovo Henry, che a differenza di Balotelli abbia la testa opposto, che sia un colpo da mille e una notte, un gioiello da palazzo di Agrabah.

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  • DumitruGetty

    TRE DUMITRU: ITALIA, GRECIA, INGHILTERRA

    Effettivamente Nicolao è una gemma, ma il salto, dovuto anche alle esigenze economiche dell'Empoli e unito una spinta del Napoli pressante, arriva troppo presto. Non c'è lo stop intermedio tra la Primavera e la Serie A, nessuna gavetta con la prima squadra empolese.

    "Non mi piace guardare al passato con tristezza" dirà Dumitru nel 2021 a 'Il Mattino'. "Quindi porto con me ricordi bellissimi, pur essendo consapevole di essere arrivato a Napoli quando ancora non ero pronto di testa. Passare dalla Primavera dell'Empoli al Napoli è stato un salto importante. Ero poco più che maggiorenne, avevo fatto poche presenze in prima squadra e poi ero alla mia prima vera esperienza lontano da casa: con qualche anno in più avrei potuto dare un apporto diverso. E poi ho avuto la sensazione che poco alla volta non facessi più parte del proteggo tecnico azzurro. Rimpiango il fatto di non aver programmato bene la mia esperienza a Napoli, vedendo i tanti giovani che sono riusciti ad avere un percorso migliore".

    Gioca dodici presenze con il Napoli di Mazzarri, tra un'Europa League che viene vista come impedimento alla cavalcata in Serie A, e un massimo campionato in cui viene praticamente utilizzato semplicemente come mossa per far rifiatare gli altri e non per dare una vera spinta di svolta alla partita.

    Ha vent'anni, zero presenze tra i professionisti e una porta chiusa a doppia mandata in prima squadra: il team partenopeo ha conquistato terzo posto e qualificazione alla Champions League, nel 2011/2012 non c'è spazio per esperimenti e giardini zen in cui crescere senza pressioni. Per questo la società campana punta sul prestito all'Empoli, dove sa cosa fare, come farlo, come effettuare quello step che sarebbe dovuto avvenire un anno prima. Programma sballato e carriera già fuori dai binari dello schema giovanile.

    Dumitru entra nel programma di non protezione testimoni. E' stato testimone dei metodi di lavoro di Benitez, persino di Sarri durante l'estate, ma la vicinanza con i colleghi con la divisa pre-stagione del Napoli è quella sfuggente di chi sa di non doversi affezionare troppo, consapevole di dover ripartire immediatamente. Una storia trita e ritrita, che sembra essere quella dei giovani figli di ambasciatori e lavoratori delle ambasciate. Valigia sempre pronta, quasi mai ricontrollata, nella sicurezza di una routine estraniante.

    Gioca in prestito, sempre. Ternana, Cittadella, Reggina, Veria, Latina e Nottingham Forest. Si perde, quasi senza accorgersi di come gli anni passino rapidamente. Ha 26 anni e qualche esperienza migliore di altri - vedi quella al Latina, con sette goal in Serie B - quando viene acquistato a titolo definitivo dall'Alcorcon, nella seconda serie spagnola. La prima è diventata rapidamente un ricordo lontano dei tempi del Napoli e della veloce annata in Grecia: le sei reti con il GAS Veria nel 2014/2015 saranno il suo miglior bottino in un massimo campionato fino al 2020/2021.

    Dumitru stacca il cordone da mamma Napoli nel 2017, consapevole che la sua grande opportunità pronunciata al mondo al momento della firma non è andata come previsto. Succede spesso, succede tra sfortuna, aspettative troppo alte e soprattutto incapacità, o impossibilità a seconda dei casi, di aspettare il momento giusto per un trasferimento di tale tenore.

  • LE PORTE DELLA THAILANDIA

    La Spagna, con l'Alcorcon, non rappresenterà un capitolo duraturo della sua nuova parte di carriera. L'arrivo a titolo definitivo non farà rima con seconda vita. Non è una di quelle storie. La Spagna durerà un anno e mezzo, con il passaggio al Gimnàstic derivante in un finale identico: poche presenze, pochi goal, poche speranze di poter ancora puntare al top.

    L'entourage troverà un posto al Gaz Metan Mediaș, nella rumena patria del padre, dove dalle nubi della mancata continuità sembrano arrivare raggi di conferme: le 12 reti in 41 presenze nel massimo campionato rumeno tra l'estate 2019 e l'inverno del 2021 saranno figlie del più lungo periodo in una squadra dai tempi dell'Empoli. Basta questo per capire in che modo Dumitru ha affrontato il primo decennio della sua carriera.

    Lungo, non lunghissimo, considerando il passaggio dell'ex Nazionale Under 19 azzurro in Corea del Sud prima, nuovamente in Romania, nell'estate 2022, in Israele con la maglia del Ihud Bnei Sakhnin, ora il Buriram United, in Thailandia.

    A 32 anni, Dumitru ha giocato per 16 squadre come professionista. Gioca ancora come ala destra e prima punta, si muove bene, strappa applausi, ma c'è sempre qualcosa che manca: la continuità.

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