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GFX Adrien Rabiot Roberto De Zerbi Jonathan RoweGetty/GOAL

De Zerbi racconta la rissa tra Rabiot e Rowe: "Cose da pub inglese, nessuno deve sentirsi sopra al Marsiglia"

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In casa Marsiglia, a far notizia e rumore, continua ad essere la rissa scoppiata tra Adrien Rabiot e Jonathan Rowe.

Il violento scontro fisico tra l'ex centrocampista della Juve e l'ala inglese (quest'ultima pronta a firmare col Bologna), deflagrato a Ferragosto al termine del match perso in 11 contro 10 di misura al 91' sul campo del Rennes, ha portato alla rottura totale tra i due calciatori e il club francese.

A ricostruire quanto accaduto, alla vigilia del secondo impegno di Ligue 1 contro il Paris FC, è stato Roberto De Zerbi: l'allenatore bresciano ha ripercorso i momenti difficili vissuti nello spogliatoio, entrando nei dettagli dell'episodio e cogliendo l'occasione per replicare all'entourage di Rabiot.

  • "RISSA DA PUB INGLESE"

    "In 30 anni di calcio non sono abituato a parlare fuori di quel che succede dentro lo spogliatoio, ma questa volta serve mettere le cose in ordine. Se in un posto di lavoro due dipendenti si picchiano dando vita a una rissa da pub inglese davanti al direttore sportivo, all'allenatore e con un compagno di squadra a terra svenuto: cosa dovrebbe fare il club, o il datore lavoro?".

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  • "POTEVAMO LICENZIARLI, LI ABBIAMO MESSI FUORI ROSA"

    "Si poteva optare per la sospensione o il licenziamento. Con il presidente Longoria e il ds Benatia siamo stati al telefono tutti e tre sabato e domenica. Abbiamo aspettato il lunedì prima di comunicare la decisione, netta, cioè mettere entrambi i giocatori fuori rosa".

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  • "BAKOLA A TERRA, QUESTI CHE SI PICCHIAVANO..."

    "Vero che non sono saltati i denti, ma in tanti anni che faccio calcio una rissa così non l'ho mai vista. In quel momento per la prima volta in carriera non sapevo cosa dire e cosa fare: avevo Bakola a terra col dottore che cercava di rianimarlo, questi che si picchiavano… per cosa? per una partita che secondo me non abbiamo giocato bene, ma è l'inizio e ci può stare".

  • "NESSUNO DEVE SENTIRSI SOPRA L'OM"

    "Confermo totalmente la frase che avete riportato: i cog****i bisogna mostrarli in campo con gli avversari e non picchiando i compagni: così facendo magari perderemo altre partite, ma nessuno deve sentirsi sopra l'OM e al club, dev'essere un onore e un orgoglio da difendere, perché di giocatori più forti ne possiamo trovare tanti, di allenatori migliori di me ce ne sono una marea, quindi dobbiamo tenerci ben stretto il posto dove siamo col comportamento, con la serietà, con la professionalità e con la correttezza".

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  • "DALL'ENTOURAGE DI RABIOT COSE FALSE"

    "Leggo dall'entourage di Rabiot delle cose false. Rabiot è venuto a parlare con me. Con lui Benatia aveva un rapporto ancora più stretto. Tutti sanno che lo ha aiutato in tutto. Mi dà fastidio quando sua mamma attacca il presidente, Benatia o me, dimenticando che non ho deciso da solo di metterlo fuori, ma al contrario ho scelto di fargli fare il capitano a Parigi, una partita dove i tifosi del Paris gli lanciavano bottiglie. L'ho fatto per difenderlo".

  • "IN UN ANNO HO ABBRACCIATO PIÙ LUI CHE MIO FIGLIO"

    "In un anno ho avuto più attenzione e abbracci per suo figlio che per il mio. La cosa è degenerata per colpa dell'entourage. Quando leggo che la madre di Rabiot dice che a Greenwood è stata data una seconda chance è falso, perché lì parliamo di vita privata, nel caso Rabiot-Rowe parliamo di un comportamento scorretto all'interno del posto di lavoro. Quando dice che io urlo e abbaio in spogliatoio è vero, ma tante volte abbraccio".

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  • "POSSIBILE CHE PARTA"

    "Ho persino proposto a lui di trasferirsi nella mia casa a Aix-en-Provence e io sarei andato in hotel, non lo faccio per Rabiot, lo faccio per Adrien. Sarebbe stato normale tornare con le orecchie basse e chiedere scusa. Non abbiamo mai voluto una spaccatura definitiva. Adesso è possibile che parta".