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Fiorentina players Fiorentina Torino Serie AGetty

Dal sogno all’incubo, per la Fiorentina è crisi senza fine: la Viola si è persa, anche Palladino deve fare di più

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Per la sua ultima (soffertissima) vittoria in campionato bisogna tornare allo scorso 8 dicembre quando riuscì a superare il Cagliari in casa per 1-0, da allora sulla Fiorentina è calato il buio più totale.

Quella che sembrava essere una delle più belle realtà proposte dalla Serie A 2024/2025 si è dissolta al sole, tanto che nel giro di poche settimane si è passati dal parlare di sogno Champions a crisi senza fine.

La compagine gigliata ha iniziato ad inanellare prestazioni negative su prestazioni negative, l’ultima delle quali nel ventunesimo turno contro il Torino.

  • Kean Fiorentina TorinoGetty Images

    LA REAZIONE NON E’ ARRIVATA

    La Fiorentina era chiamata a reagire dopo la brutta sconfitta patita contro il Monza fanalino di coda della classifica (altra prestazione assolutamente da dimenticare), ma contro il Torino, tra le mura amiche dell’Artemio Franchi, è riuscita se possibile a fare peggio.

    Ai viola infatti non è bastato giocare per oltre un’ora in superiorità numerica (Dembele espulso al 33’ per un doppio giallo) e portarsi in vantaggio al 38’ con Kean (primo goal nel 2025) per fare bottino pieno dopo oltre un mese di astinenza.

    La Fiorentina è letteralmente crollata nella ripresa e, dopo aver ‘regalato’ a Gineitis il pareggio (pasticcio clamoroso sull’asse Comuzzo-Adli) ha rallentato al punto di chiudere la partita alle corde.

    Sì perché alla lunga è stato il Torino ad andare più vicino al 2-1, pur senza fare nulla di straordinario.

    Nessuna reazione quindi e più di un campanello di allarme: della Fiorentina che sognava in grande è rimasto poco.

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  • PIOGGIA DI FISCHI

    Il secondo tempo di Fiorentina-Torino è stato scandito da due cose soprattutto: il goal di Gineitis ed i copiosi fischi piovuti dagli spalti.

    Quando la squadra viola ha iniziato a rallentare e gli errori tecnici si sono moltiplicati con il passare dei minuti, i tifosi gigliati, che nel corso di questa stagione non hanno mai fatto mancare la loro vicinanza ai giocatori, si sono spazientiti ed hanno iniziato a fischiare ad ogni pallone perso o ad ogni azione subita.

    Uno dei momenti più incandescenti è coinciso con la sostituzione di Gudmundsson al 76’: l’islandese, grande colpo di mercato messo a segno dai viola in estate, dopo qualche segnale di risveglio proposto nel primo tempo, nella ripresa è calato vistosamente, fino a ‘sparire’ dal campo.

    La sua uscita (come quella di Colpani al 90’) è stata accompagnata da una pioggia di fischi, alcuni dei quali probabilmente anche diretti a Palladino e alla sua scelta.

    I fatti dicono che molti dei giocatori arrivati la scorsa estate (Gudmunsson e Colpani su tutti) sin qui hanno deluso le aspettative, ma anche il feeling tra la piazza e l’allenatore sembra essere venuto meno.

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  • DIFFICILE TROVARE LE CAUSE

    La Fiorentina da inizio dicembre in poi è letteralmente crollata. Le otto vittorie conseguite consecutivamente l’avevano rilanciata in classifica alla grande, spingendola fino nelle primissime posizioni, ma quando si è trattato di fare il passo successivo, è arrivato un crollo certificato dai soli tre punti messi in cascina nelle successive sette partite.

    Un cambio di marcia così repentino che diventa anche difficile spiegare. E’ vero che Palladino si è ritrovato costretto a fare i conti con l’assenza di Bove, un elemento fondamentale per la squadra, ma non può essere questa l’unica causa della situazione che si è venuta a creare.

    La Fiorentina di oggi sembra in debito d’ossigeno (spesso ha rallentato nei secondi tempi) e forse anche l’assenza di leader come Biraghi (fuori dal progetto da dicembre e in attesa di sistemazione) e Martinez Quarta (ceduto in fretta e furia al River Plate pochi mesi dopo il rinnovo) si sta facendo sentire in campo e nello spogliatoio.

    Coloro che fino ad un mese fa avevano trascinato la squadra (Adli e Comuzzo su tutti) oggi sono l’ombra dei giocatori che erano e da tempo non riescono a fornire prestazioni all’altezza della situazione.

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  • Palladino Fiorentina NapoliGetty Images

    LA POSIZIONE DI PALLADINO

    La Fiorentina ha sin qui avuto un cammino molto anomalo in stagione: è partita malissimo, poi ha iniziato ad inanellare vittorie, per poi tornare a fare molto male.

    In realtà diversi tra gli otto successi consecutivi conseguiti sono stati frutto di prestazioni non proprio esaltanti (gare che i viola hanno vinto, ma avrebbero potuto tranquillamente pareggiare o perdere) e la cosa ha forse nascosto per qualche tempo difetti che oggi sembrano fin troppo evidenti.

    La Fiorentina ha iniziato la stagione con una difesa a tre, poi è passata a quattro, poi è tornata a tre contro il Napoli (Moreno titolare alla prima partita in Serie A e da allora non si è più visto), per poi schierarsi nuovamente a quattro.

    Molti tra i grandi colpi estivi (Pongrancic, Gudmundsson e Colpani) sin qui hanno dato un apporto quasi nullo e forse anche la rivoluzione iniziata dopo la fine del ciclo Italiano è stata portata avanti con troppa rapidità e senza passi intermedi.

    Normale dunque che sul banco degli imputati sia finito anche Raffaele Palladino (anche il fatto di insistere su un centrocampo a due non convince). La scorsa settimana sono iniziate anche a circolare voci (smentite dalla società) di un possibile divorzio, cosa questa che era già accaduta ad inizio stagione e resta ora da capire quanto salda sia la sua panchina.

    Nelle ultime settimane il direttore sportivo Pradé ha spesso usato parole durissime che in tanti hanno visto come rivolte anche al tecnico, cosa questa che lascia pensare ad un’ambiente non proprio serenissimo.

    La situazione è paradossale perché la Fiorentina non propone un gran calcio (l’ha fatto raramente in stagione) e sembra quasi scarica dal punto di vista nervoso, ma la classifica parla comunque di un sesto posto e quindi di un cammino in linea con le aspettative.

    La prossima sfida con la Lazio (a Roma) assume i contorni di un bivio: quello che è certo è che anche Palladino è chiamato a dare di più.

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