Non c'è nulla da fare: quando parla Antonio Conte sembra di riascoltare il solito nastro, con le classiche modalità. Vuole vincere (e lo sappiamo già, direi), sbarca in una piazza facendone pesare i limiti strutturali ("Sono venuto al Napoli per aiutare"), poi vince (e giustamente, è pur sempre Antonio Conte) e a gennaio chiede rinforzi. Schema già visto e rivisto.
Funziona? Non sempre (Tottenham docet), ma spesso sì: e questo può far felici i tifosi del Napoli. Megafono in mano (a gennaio un po' prematuro? Chissà) a parte. C'è una grande domanda, però: perché lo fa?
Cioè, va bene, gli "acquisti come Dio comanda", per carità, servono a tutti: e anche al club azzurro eh, ma perché ogni volta ci si trova a metà stagione con Antonio Conte che alza la voce chiedendo rinforzi? Lo fa per una reale necessità di fondo? Il Napoli funziona già bene e la cessione di Kvaratskhelia potrebbe essere ammortizzata, a livello di gioco, dai calciatori già presenti in rosa (visto che il georgiano aveva creato fin qui non pochi equivoci calcistici, ben al di là del suo valore). E allora, in maniera semplice e disincantata: se fosse "maniavantismo"? Se fosse sempre quella tendenza, propria all'ex tecnico della Nazionale, a sparare alto per poi, una volta non accontentato a dovere, e se le cose non dovessero svilupparsi nel migliore dei modi, tirar fuori la carta, deresponsabilizzandosi?