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Agnelli Nedved ArrivabeneGetty Images

Arrivabene e il periodo alla Juventus: “Cosa dovevo fare, andare in tv e dire abbiamo speso troppo?"

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Quello di Maurizio Arrivabene è un nome che gli appassionati di sport italiani hanno imparato a conoscere molto bene nel corso degli anni.

Nominato direttore della Scuderia Ferrari nel novembre del 2014, ha portato a sua squadra a combattere per tre anni per il titolo mondiale in Formula 1, sfiorando con Sebastian Vettel anche la conquista del titolo piloti.

Chiusa la sua avventura in ambito automobilistico, nel 2021 gli è stata conferita la delega ad amministratore delegato dell’area sportiva della Juventus (era nel consiglio di amministrazione già dal 2012), per poi assumere la carica di Chief Executive Officer.

Un’esperienza, quella in bianconero, breve ed estremamente intensa che si è chiusa nel gennaio del 2023 con la fine del ciclo Andrea Agnelli e con un’inibizione da parte della Corte Federale d’Appello della FIGC.

Arrivabene, in una lunga intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’, ha parlato del suo ruolo alla Juventus e della situazione che si trovò ad affrontare.

  • “HO VOLUTO CONOSCERE TUTTI I LIVELLI”

    Maurizio Arrivabene ha spiegato come ha impostato il suo lavoro alla Juventus.

    “Alla Juve ho voluto conoscere tutti i livelli, incontri a piccoli gruppi: dialogando scopri interessi e potenzialità umane, uno può funzionare meglio in un’area piuttosto che in un’altra”.

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  • “HO TROVATO UNA SITUAZIONE PESANTE”

    Alla Juventus ha trovato una situazione molto delicata a causa degli investimenti fatti dal club negli anni precedenti e aggravata da ciò che ha imposto il Covid.

    “Premetto che nel periodo in questione io ero nel cda in qualità di consigliere senza deleghe e in un momento che a causa del Covid ci si riuniva in videoconferenza. Allora la strategia della società mirava ad una forte espansione iniziata in precedenza con l’acquisto di Ronaldo e l’obiettivo era vincere la Champions ed entrare in modo solido e duraturo tra le grandi d’Europa: di conseguenza sono stati fatti altri acquisti, poi il Covid ha complicato le cose. Ho iniziato il mio lavoro da dirigente il primo luglio 2021 trovando una situazione piuttosto pesante a causa degli investimenti precedenti. Ovviamente la pandemia aveva aumentato i problemi, i costi di contratti molto onerosi avevano creato una situazione piuttosto difficile. Cosa dovevo fare, andare in tv e dire abbiamo sbagliato a spendere troppo? Vi immaginate la reazione di tifosi e media? In silenzio mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato a lavorare, quell’anno grazie ad alcune vendite e all’acquisto di soli due giocatori, Locatelli e Kean, facemmo un mercato morigerato subendo anche critiche”.

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  • “CREDO NELLA GIUSTIZIA”

    Arrivabene è, insieme ad Andrea Agnelli, Fabio Paratici ed altri sette, tra gli indagati nell’inchiesta sulle plusvalenze.

    “Le cose vanno avanti. Continuo a credere nella giustizia. Anche in quella sportiva? Vedremo cosa dirà la Corte Europea”.

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  • “NESSUNO MI HA CACCIATO DALLA FERRARI”

    Maurizio Arrivabene ha svelato come, prima di arrivare alla Juventus, si è interrotta la sua esperienza alla Ferrari.

    “Mi date l’occasione per chiarire la mia esperienza alla Ferrari. Nessuno mi ha cacciato, altrimenti dopo non sarei andato alla Juve. Avevo un contratto di quattro anni e non è stato rinnovato, non abbiamo trovato un accordo. Non ero solo team principal ma anche managing director, deleghe date da Marchionne, la Ferrari era stata da poco quotata e la Scuderia doveva essere il fiore all’occhiello”.

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