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Amin Younes NapoliGetty Images

Amsterdam, Napoli, Francoforte, Arabia, Utrecht: Younes svincolato a 30 anni

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Il 18 maggio 2022, a Siviglia, l’Eintracht Francoforte ha conquistato l’Europa League scrivendo una pagina di storia, non solo per aver vinto per la seconda volta un trofeo dal grande prestigio, ma anche per essersi assicurato un posto nella prossima Champions League a 62 anni di distanza dalla prima, unica e ultima partecipazione alla più importante manifestazione continentale. 

Riavvolgendo il nastro, tornando all’inizio della stagione, ci troviamo a Mannheim, dove la squadra del neo-allenatore OliverGlasner ha disputato la gara di primo turno di DFB-Pokal contro il Waldhof, club di casa militante in 3.Liga, la terza serie. Uno scontro all’apparenza impari che invece si è risolto con un 2-0 in favore dei padroni di casa e la conseguente eliminazione al primo turno delle Aquile.

Era l’inizio del mese di agosto del 2021, il mercato impazzava ancora e la rosa era ancora un work in progress. Nei giorni successivi sarebbe sbarcato Sam Lammers, giusto per citarne uno, anche se non ha lasciato un grande segno. Glasner doveva fare con ciò che aveva. Tra questi, anche Amin Younes. Il classe 1993 veniva da un’annata ad altissimi livelli e c’erano i presupposti tecnici perché lo status di titolare si estendesse anche nel resto della stagione.

La storia però ha preso una piega ben diversa, perché quella di Mannheim rimane l’unica presenza stagionale di Younes a Francoforte. A Siviglia non era nemmeno in tribuna, visto che da gennaio era diventato un giocatore dell’Ettifaq, in Arabia Saudita.

Ora, a 30 anni compiuti proprio oggi, l'ex Napoli è svincolato dopo l'esperienza all'Utrecht, in Olanda, l'ennesima di una carriera fatta di scelte molto spesso discutibili.

  • Amin Younes GladbachGetty Images

    GLI INIZI TRA GLADBACH E KAISERSLAUTERN

    Sin dai suoi primissimi passi nel mondo del calcio, il nativo di Düsseldorf ha sempre goduto di una grande considerazione. Entra ben presto nel settore giovanile del Borussia Mönchengladbach, con cui arriva anche fino alla prima squadra. Esordisce in Bundesliga nemmeno diciannovenne sotto Lucien Favre, si alterna regolarmente tra seconda squadra e prima, per mettere minuti nelle gambe e per tenere alto il livello competitivo degli allenamenti.

    La partenza di Marco Reus nel 2012 aveva lasciato un vuoto difficile da colmare e molti vedevano in Younes un possibile erede, seppur con caratteristiche profondamente diverse. Estroso, tecnico, sgusciante. Tanti, sì, ma non Favre, che gli concede 14 presenze tutte dalla panchina. Una delusione che cerca di smaltire scendendo anche di una categoria nella stagione 2014/15, in prestito al Kaiserslautern. Fortune alterne, di nuovo.

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  • Amin Younes AjaxGetty Images

    LA CHIAMATA DELL’AJAX E LA NAZIONALE

    A tendergli una mano ci pensa l’Ajax, che a 23 anni riesce finalmente ad offrire al tedesco un ruolo di rilievo nel progetto tecnico dell’allenatore Peter Bosz. Inizia con qualche comparsata nella seconda squadra, ma ci mette poco ad ottenere la promozione nella prima. Diventa quasi inamovibile. Nella seconda stagione raggiunge la finale di Europa League, persa col Manchester United, ma giocando tutte le partite.

    Pochi giorni dopo l’amara serata di Stoccolma, arriva una telefonata, un’altra, meritata e che sa di rivalsa. Joachim Löw lo convoca per la ConfederationsCup. Andato fuori dalla Germania per esprimere il suo talento, ci torna da membro della nazionale maggiore dopo aver completato la trafila dall’Under-15 senza saltare nemmeno uno step.

    Una ricompensa dovuta per il suo rendimento e i suoi numeri: entrava in un goal ogni due partite di media.

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  • Amin Younes NapoliGetty Images

    LE OMBRE DI NAPOLI

    Al tramonto del suo triennale ad Amsterdam, le chiamate iniziavano ad arrivare. Decisiva più di tutte le altre quella del Napoli. Pur di vestire l’azzurro decise anche di aspettare dei mesi: messo addirittura fuori lista a partire da marzo. L’Ajax aveva deciso di guardare altrove, come normale che fosse. E Younes aveva già la testa al San Paolo.

    Al suo arrivo ha trovato non più Maurizio Sarri, ma Carlo Ancelotti. Sperava di iniziare un nuovo ciclo, ma si è dovuto accontentare delle briciole. 27 presenze, 4 goal, tanti spezzoni di partita, poche occasioni lampanti. D’altro canto non era imprevedibile: parliamo di un esterno d’attacco che ama partire da sinistra e rientrare. Se il tuo diretto concorrente per il ruolo è Lorenzo Insigne, non è facile per nessuno.

    Il tedesco classe 1993 non si è reinventato come ha fatto Mertens, per esempio. Vuoi perché forse non si è mai trovato abbastanza in alto nelle gerarchie, vuoi per la concorrenza molto folta. E dunque ha vissuto ai margini quell’esperienza.

    Nonostante ciò, il suo adattamento alla in città era stato fantastico, anche per sua stessa ammissione. Si trovava pienamente a suo agio. Un video di lui che palleggiava con un bambino in strada era diventato virale sui social. E in quegli scampoli di partita aveva offerto buone prestazioni. Non sufficienti per scalare le gerarchie, nemmeno con Gattuso. E così, dopo un paio d’anni, ha deciso di tornare in Germania, in Bundesliga.

  • Amin Younes DeutschlandGetty Images

    FRANCOFORTE, IL RITORNO

    Anche all’Eintracht le cose partono a rilento. Arriva in prestito, gioca qualche spezzone, poche vittorie, una condizione fisica approssimativa. E poi lo stop forzato a causa del Covid-19. Da dicembre, però, succede qualcosa. La squadra di Adi Hütter cambia totalmente ritmo. Inanella una serie strepitosa di 11 risultati utili consecutivi con 9 vitttorie totali. Dal 15 dicembre, inizio della striscia, Younes non esce mai dalla formazione titolare.

    Tre goal, due assist e una prestazione contro il Bayern Monaco che ha fatto strabuzzare gli occhi anche a JoachimLöw in tribuna. Goal di pura classe - festeggiato mostrando una maglietta che ha ricordato la strage della vicina Hanau, in cui erano state uccise otto persone - poi un tentativo da centrocampo di segnare a Neuer, mancando la porta davvero per una questione di centimetri. Un pomeriggio da sogno.

    Non c’erano dubbi: a Francoforte poteva essere tornato il vero talento. Quella continuità non poteva essere ignorata anche in chiave nazionale. La convocazione è stata la naturale conseguenza: Löw lo ha chiamato per le sfide di marzo, tre anni e mezzo dopo l'ultima volta. Per l’Europeo, però, non è stato confermato. Forse un piccolo acciacco fisico ha giocato la sua parte, forse no. Sta di fatto che dopo quell’estate è cambiato tutto.

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  • Amin Younes EintrachtGetty Images

    L’ARABIA NEL DESTINO

    Ed eccoci tornare all’inizio. Quella comparsata in coppa si inserisce in un contesto, l’estate 2021, piena di dubbi e di comportamenti di dubbia moralità sportiva. Si parla di allenamenti saltati pur di ottenere un trasferimento all’Al Shabab, in Arabia Saudita, dove ad attendere Younes c’era un ricco contratto. Poi all’improvviso l’offerta ritirata. Il calciatore a piedi. La rottura totale con l’Eintracht, che lo aveva riscattato dal Napoli.

    Sull’’Hessenschau’ si leggevano dei suoi comportamenti difficili, di chi lo dipingeva come un giocatore dalle due facce. L’episodio che ha fatto precipitare tutto sarebbe stato qualcosa successo nell’intervallo contro il Borussia Dortmund, alla prima giornata dello scorso campionato. Insomma, rottura totale con il club, fino a finire fuori rosa.

    Ovviamente il club lo ha messo ai margini, in attesa di trovare una soluzione. La chiamata dell’Ettifaq è arrivata, il capitolo Bundesliga si è chiuso. E con quello anche le porte della nazionale, ovviamente.

    In Arabia, Younes ha totalizzato due goal in 9 presenze, prima di chiudere il capitolo e tornare in Europa.

  • L'OLANDA COME NUOVA OPPORTUNITA'

    L'estate scorsa qualcosa si è mosso per Younes: con una nota ufficiale l'Utrecht ha ufficializzato il suo arrivo, in prestito dall'Ettifaq.

    L'ennesima scelta strana di Younes, tornato in Europa per riprendersi, a 29 anni, un po' di spazio: tra le tante mosse di Younes alcune delle quali, forse, hanno fatto calcisticamente male in primis a lui stesso.

    Il ritorno in Eredivisie non si è rivelato fortunato. Ancora una volta Amin Younes non è riuscito a rispettare le aspettative con 11 apparizioni senza lasciare il segno, almeno in campo.

    Fuori dal rettangolo verde di gioco, l’ex Napoli è stato protagonista di un episodio piuttosto singolare.

    Il 14 dicembre 2022 Fraser ha lasciato la guida della squadra in seguito ad una colluttazione proprio con Younes, con l'ex giocatore del Napoli preso per la gola dall'allenatore, in preda a uno scatto d'ira. Un comportamento inaccettabile che ha portato all'allontanamento di Fraser.

    Ad annunciarlo è stato proprio il club olandese: il tecnico ha mostrato un comportamento trasgressivo, al punto da aver oltrepassato il limite e pertanto ha deciso di rassegnare le dimissioni.

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  • SVINCOLATO A 30 ANNI

    Oggi Amin Younes spegne 30 candeline ed è a caccia di una nuova opportunità.

    Il contratto con l'Al-Ettifaq è scaduto e calciatore tedesco di origini libanesi vuole rimettersi in gioco. L'ex Napoli aspetta una nuova chiamata per mettere alle spalle il passato burrascoso e ricominciare.