8 marzo 2015: Federico Mattiello e Radja Nainggolan vanno a contrasto in mezzo al campo. Uno scontro apparentemente come tanti altri in un Chievo-Roma come tanti altri. Ma l'esterno gialloblù ha la peggio e deve uscire dal campo in barella con la gamba destra spezzata. Il responso è impietoso: frattura esposta di tibia e perone.
Inizia lì, contro i giallorossi, il calvario del giovane difensore della Juventus, che tornerà in campo soltanto 7 mesi dopo, nell'ottobre dello stesso anno, in un match perso per 3-2 in casa del Genoa. E qualche giorno dopo si farà nuovamente male, questa volta in allenamento, riportando la frattura della stessa caviglia colpita duramente da Nainggolan. Risultato: un anno di calcio andato in frantumi.
Per questo ha un sapore doppio, se non triplo, la rete con cui Mattiello ha portato in vantaggio il Bologna al Dall'Ara: il primo dei felsinei in un avvio di campionato complicatissimo, ma soprattutto il suo primo in Serie A alla sua quarantesima presenza tra Juventus, Chievo, SPAL e, appunto, i felsinei.
L'avversario è lo stesso del marzo di tre anni fa: quella Roma che aveva segnato una brusca interruzione dei suoi sogni di calciatore. Nainggolan non c'è più, in estate ha riempito le valigie e se n'è andato a Milano per giocare nell'Inter, ma le maglie e i colori sono gli stessi. Un segno del destino per il 23enne della provincia di Lucca, che ha saputo ripartire e attendere con pazienza il proprio momento.
Getty ImagesGran goal, peraltro: stop quasi sulla linea di fondo, rientro verso il centro per portarsi la palla sul piede sinistro e splendido fendente a giro scagliato sul secondo palo, senza possibilità di replica per Olsen. E poi via, con un'esultanza in stile Cristiano Ronaldo.
"Un'emozione bellissima, era importante rompere il ghiaccio" ha detto all'intervallo Mattiello, intervistato da 'Sky Sport'. Emozione sua, ma anche del Bologna e di Pippo Inzaghi, già sulla graticola dopo cinque turni di campionato e nuovamente in goal dopo 564 minuti (l'ultimo centro era stato di Simone Verdi al Chievo, il 13 maggio): "Dicevano che non sapevamo segnare... finalmente ci siamo sbloccati".
Dopo 1294 giorni (o, se preferite, tre anni, sei mesi e 19 giorni), il pomeriggio più brutto della carriera di Mattiello è dunque alle spalle. Dalla Roma alla Roma, dall'incubo al sogno. Questa volta il destino ha deciso di offrire una sponda a un talento perseguitato dalla sfortuna più nera.




