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Faustino Asprilla, la freccia colombiana fra prodezze e follie

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Lanciato nello spazio, grazie alla sua velocità, era praticamente imprendibile per i suoi avversari e una volta arrivato davanti alla porta sapeva finalizzare concludendo indifferentemente con entrambi i piedi, grazie a un tiro potente e preciso.

Faustino 'Tino' Asprilla ha spesso deliziato i suoi tifosi con giocate entusiasmanti e grandi goal, e quando era in giornata, riusciva a trascinare la sua squadra alla vittoria contro qualunque avversario, si chiamasse quest'ultimo Atletico Madrid, Argentina o Barcellona. Al Parma ha vissuto i suoi anni più belli da calciatore.

Fuori dal campo, invece, è sempre stato una testa calda amante degli eccessi e di una vita sempre condotta al limite, fra donne, alcol e armi. Persona comunque sempre affabile e scherzosa, e per questo amata dalla gente, ha vissuto una carriera folgorante, che lo ha portato in breve tempo ai vertici, ma quando i vizi hanno preso il sopravvento, il suo declino sportivo è stato molto rapido.

DA MEDELLIN A PARMA

Tino nasce a Tuluá, nel Dipartimento di Valle del Cauca, in Colombia, il 10 novembre 1969. Cresce in una famiglia e in una realtà molto povera. Suo padre lavora in una piantagione di canna da zucchero e ci sono da sfamare ben 6 figli. Tino, come tanti altri bambini da quelle parti, inizia a giocare a calcio per strada, ma le sue doti calcistiche vengono presto notate. Si forma calcisticamente nell' Escuela Carlos Sarmiento Lora e le sue qualità lo portano nel 1988 al Cucuta Deportivo, formazione con cui debutta da professionista nel 1988.

Nella sua prima stagione nel massimo campionato colombiano, l'attaccante segna 7 reti (17 in tutte le competizioni) ma il torneo viene sospeso per l'assassinio di un arbitro. L'anno seguente passa all' Atletico Nacional,  il club finanziato da  Pablo Escobar, re del narcotraffico, e che ha appena perso la finale di Coppa Intercontinentale con il Milan di Sacchi.

Sono quelli infatti i tempi del 'Narcofutbol', dove i signori della droga utilizzano i club calcistici per trarne beneficio per i loro interessi personali e per accrescere il proprio prestigio. 

El Patrón vuole che nel suo club giochino i migliori calciatori di Colombia, e Tino non può mancare. È questo il motivo della cifra diversamente inspiegabile di soli 100 milioni di Lire sborsata per acquistare il suo cartellino. A un costo irrisorio i Los Verdolagas si ritrovano in squadra una punta esplosiva e letale, in grado di scardinare qualsiasi difesa con le sue giocate di puro estro.

A Medellin gioca accanto a campioni che stanno facendo la storia del calcio colombiano, come Andrés Escobar e il portiere Higuita, e accresce il suo livello di gioco. La sua prima stagione lo vede andare a segno 9 volte, mentre nel 1991, con Hernán Dario Gomez in panchina al posto di Maturana, va a bersaglio ben 15 volte in 36 presenze e vince con la sua squadra il titolo nazionale colombiano.

Asprilla, ribattezzato 'El Pulpo', 'Il polpo', per la sua andatura dinoccolata, inizia la sua terza stagione con Los Verdolagas, ma dopo 7 presenze e un goal, che portano a 35 le reti totali in maglia biancoverde considerando anche le Coppe, parte per la Catalogna per indossare la maglia della Colombia Under 23 alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. 

I Cafeteros deludono le attese, chiudendo all'ultimo posto nel Gruppo B dietro Spagna, Qatar ed Egitto, ma a fine torneo il Parma di Giorgio Pedraneschi piazza l'affondo e porta Asprilla in Italia per 4 milioni e mezzo di dollari, poco meno di 4 milioni di euro attuali. Decisivo per sbloccare l'affare, come raccontato da 'Repubblica', è proprio il benestare dato da El Patrón Pablo Escobar direttamente dal carcere-fortezza de La Catedral, dove è detenuto da circa un anno e dal quale sta per evadere. 

A rivelarlo è il Procuratore generale Gustavo De Greiff ad una Commissione parlamentare, sulla base di documenti ritrovati nella sua cella:

"Il potere di cui godeva Escobar nella prigione, dove era detenuto fino al 22 luglio scorso, era tanto grande che autorizzò perfino, come un normale uomo d'affari, la cessione di Asprilla alla squadra italiana".

Faustino Asprilla

GOAL E TROFEI

L'attaccante colombiano approda dunque in Emilia nell'agosto del 1992. Inizialmente attorno a lui c'è un misto di curiosità e scetticismo. Anche l'allenatore Nevio Scala in un primo momento non è pienamente convinto della scelta del club, ma ci metterà pochissimo a ricredersi. 

Tino esordisce in Serie A nella 1ª giornata, il 6 settembre 1992,  a Bergamo contro l'Atalanta. I gialloblù perdono 2-1, ma dalla gara successiva contro l'Udinese i tifosi gialloblù inizieranno ad apprezzarne gli scatti folgoranti con cui riesce a liberarsi dei difensori avversari, la facilità nel dribbling e l'abilità nelle conclusioni a rete. 

Gioca in coppia con Sandro Melli e i due firmano la vittoria sull'Udinese per 3-1. Asprilla va in goal anche nei sedicesimi di Coppa delle Coppe contro l'Ujpest Dozsa, poi un periodo di astinenza che si interrompe il 29 novembre, quando il colombiano decide la gara interna con la Sampdoria. Nella seconda parte della stagione l'attaccante è protagonista assoluto, e chiude con 7 goal in campionato, 4 in Coppa delle Coppe e uno in Coppa Italia. 

In Serie A il più importante lo firma a San Siro con una prodezza balistica su calcio di punizione dai 30 metri, il 21 marzo 1993: batte Sebastiano Rossi e fa cadere il record di imbattibilità del 'Milan degli invincibili', che si ferma a 58 gare. In Europa invece è uno dei trascinatori della squadra e trova la sua serata di gloria nella semifinale di andata al Calderón contro l'Atletico Madrid, cui segna una doppietta decisiva. Nasce il mito di 'Tiramolla' .

Pur saltando la semifinale di ritorno e la finale di Wembley contro l'Anversa, a causa di un infortunio causato da uno dei suoi proverbiali colpi di testa, Tino vince la Coppa delle Coppe 1992/93. La stagione successiva, nella quale gioca in tandem con Gianfranco Zola,  sarà la più ricca in assoluto della sua carriera: in campionato totalizza 10 reti in 27 presenze, a queste ne vanno aggiunte 4 in Coppa Italia e 2 in Coppa delle Coppe.

Il 19 settembre del 1993 firma una tripletta contro il Torino in Serie A,  trovando il goal di testa, di destro e di sinistro, il 23 gennaio 1994 sigilla il 2-0 contro la Lazio con una spettacolare 'chilhena', ancora, il 13 marzo, va ancora a segno a San Siro, ma questa volta contro l'Inter, battendo Zenga con una micidiale bordata dalla distanza. La sua esultanza sono spettacolari capriole.

È il suo momento d'oro e il Parma inevitabilmente ne beneficia: 3° posto finale in Serie A, la vittoria nella Supercoppa europea contro il Milan, la sconfitta nella finale di Coppa delle Coppe contro l'Arsenal, con stavolta Asprilla in campo, e una finale di Coppa Italia combattuta ma persa contro la Juventus.

Faustino Asprilla - Parma

IL SOGNO DELLA COLOMBIA

Proprio nel suo 1993 magico, Tino fa il suo debutto anche nella Nazionale colombiana il 6 giugno a Bogotà contro il Cile in amichevole: 1-0 e il goal della vittoria lo segna ovviamente lui. La squadra si piazza terza in Copa America e in poco tempo il giocatore del Parma diventa un titolare inamovibile della squadra che il Ct. Francisco Maturana sta costruendo per i Mondiali del 1994.

Il 5 settembre è lui il protagonista assoluto della sfida del Monumental contro l'Argentina:  i Cafeteros, trascinati da Tino con  una doppietta e un assist, fanno a pezzi l'Albiceleste e vincono con un 5-0 che non ammette repliche, avviandosi verso la vittoria del Gruppo A delle Qualificazioni Mondiali.

"Una volta mi hanno detto che in questo secolo ci sono stati tre soli grandi avvenimenti, in Colombia. - scriverà Gabriel García Marquez Lo scoppio de La Violencia nel 1948, la pubblicazione di ‘Cent’anni di solitudine’ nel 1967 e la sconfitta per 5-0 dell’Argentina per mano della nazionale colombiana nel 1993. E sapete qual è la cosa peggiore? Che è tutto vero.”

Quella Colombia sembra una squadra di grande potenzialità, e, nonostante l'assenza di Higuita, rimasto fuori per un caso giudiziario legato all'amicizia con Pablo Escobar, in molti sono convinti che andrà benissimo ai Mondiali americani. Ci sono Valderrama, Rincon, León Alvarez, Adolfo Valencia, torna Andrés Escobar .

Pelé addirittura si sbilancia alla vigilia dell'inizio dei Mondiali americani e indica i Cafeteros come favoriti nei Mondiali statunitensi. Invece la situazione cambia nel giro di pochi mesi. La morte di Pablo Escobar il 2 dicembre 1993 scatena nel Paese una lotta interna fra i cartelli per il potere. L'ascesa del Cartello di Cali sarà segnata da mesi di sangue e di terrore che condizioneranno anche la Nazionale di calcio.

La squadra di Maturana arriva all'appuntamento con la storia come avvolta da un'alone d'ombra. Asprilla e compagni perdono la gara d'esordio con la Romania. La tensione nel gruppo si taglia a fette, quando nel ritiro arrivano minacce di morte al Ct. Maturana e ad alcuni giocatori. Un autogoal di Andrés Escobar contro gli Stati Uniti, segna la prematura uscita di scena della Colombia della 'Generazione d'Oro', rendendo inutile poi la vittoria per 2-0 sulla Svizzera. Tino è addirittura sostituito dopo l'intervallo nella partita contro gli States, e sembra irriconoscibile.

Al ritorno in patria, il barbaro assassino di Andrés Escobar ad opera di sicari appartenenti al Cartello di Cali, che su quella gara contro gli USA avevano puntato ingenti somme di denaro andate in fumo, sconvolgerà per sempre anche la vita di tutti i compagni del difensore. Tutti, chi più o chi meno, ricevono minacce, e chiedono alla polizia di essere protetti, scrive 'Repubblica'. Asprilla non fa eccezione, ma, forse saggiamente, sceglie di stare lontano dal suo Paese, trascorrendo le vacanze ai Caraibi prima di far ritorno in Italia per la preparazione estiva.

Faustino Asprilla selección Colombia 1996

GLI ULTIMI SUCCESSI

L'attaccante post USA '94 non è più il giocatore di prima e soprattutto del suo anno d'oro. È meno sul pezzo, i lampi di classe restano ma sono molto più frequenti le pause durante i 90 minuti e i passaggi a vuoto. Iniziano a far più notizia le follie extracalcistiche che il suo rendimento sul terreno di gioco. Così il colombiano scende lentamente nelle gerarchie di Scala.

Il 1994/95 lo vede giocare e segnare meno: 25 presenze e 6 goal in campionato, cui si aggiungono 4 centri in 8 gare di Coppa UEFA e 7 presenze senza reti in Coppa Italia. Tino parte comunque titolare in entrambe le finali di Coppa UEFA contro la Juventus. Non brilla particolarmente, ma dà il suo apporto alla squadra emiliana per vincere la prima Coppa UEFA della sua storia.

Le incomprensioni fra Tino e Scala, tuttavia, aumentano ulteriormente nell'estate nell'inverno del 1996, dopo 6 presenze e 2 goal nella prima parte della stagione, cui si aggiunge la gara della Supercoppa Italiana persa contro la Juventus, la punta di Tuluá è ceduta al Newcastle United per 17 miliardi di Lire.  L'attaccante firma un quadriennale a 3 miliardi di Lire all'anno. La parentesi inglese lo vede però protagonista in Europa e deludere in campionato. 

I Magpies ottengono 2 secondi posti dietro il Manchester United,  dilapidando un ampio vantaggio nella prima stagione, e Tino non darà l'apporto sperato in Premier: segna solo 9 goal in 2 anni. Totalmente diverso il rendimento nelle Coppe, con 5 reti in Coppa UEFA nel 1996/97 e 4 in Champions League nei primi 6 mesi del 1997/98, competizione in cui firma una spettacolare  tripletta al Barcellona  che regala alla squadra la prima storica vittoria nel torneo.

Nel gennaio 1998 Tino fa ritorno nel suo Parma per circa 17 miliardi di Lire e firma un contratto triennale. Al tecnico Malesani promette di fare il bravo.

"Sono cresciuto, - dice - il Parma non si pentirà d'avermi preso". In realtà il feeling con il tecnico veronese non decollerà mai.Tino nell'ultimo anno e mezzo in Emilia sarà soltanto una riserva di lusso. In quella squadra ha davanti campioni come Buffon, Thuram e Fabio Cannavaro, e in attacco i titolari sono Crespo e Chiesa. Aggiunge al suo palmarés una Coppa Italia e la seconda Coppa UEFA, vinta contro il Marsiglia, ma dopo 42 reti totali in 150 presenze con i colori gialloblù, fa ritorno in Sudamerica.

Intanto, dopo un secondo 3° posto in Copa America nel 1995 e aver dato un significativo apporto alla Nazionale colombiana nelle qualificazioni ai Mondiali '98, il Ct. Gomez, che pur lo ha convocato, esclude Tino dal torneo francese a causa di una notte brava che fa scattare il codice di autoregolamentazione. Torna a rappresentare i Cafeteros dal 1999, e ci gioca fino al 2001, vincendo anche una Gol Cup e collezionando 20 goal in 57 presenze prima di dire addio nel novembre 2001.

La parte finale della carriera dell'attaccante colombiano è caratterizzata da un lungo girovagare per il continente americano. Parte dal Brasile, Paese in cui gioca facendo bene con Palmeiras (ma nel 2000 fallisce il suo rigore nella finale di Libertadores contro il Boca Juniors)e Fluminense . Poi Messico, con l' Atlante, di nuovo Atletico Nacional in patria, l' Universidad de Chile, con cui da riserva vince il titolo cileno nel 2003/04, l'Estudiantes in Argentina, e il Cortuluá, la squadra della sua città, con cui dice addio al calcio giocato a 35 anni nel marzo del 2005.

Faustino Asprilla - Parma

UNA VITA DI ECCESSI E FOLLIE

Alle prodezze in campo, Asprilla ha sempre unito una vita di eccessi e stravaganze. Ricevuto il suo primo stipendio a Parma è acquistare 100 rubinetti di acciaio che manda a familiari e amici in Colombia per garantire loro l'acqua corrente.

Nella sua prima stagione in Emilia salta le ultime partite di Coppa delle Coppe per infortunio: torna dalla Colombia con il piede fasciato, si dice per un taglio procuratosi in piscina. Ma la causa reale era un'altra: un autobus gli aveva tagliato la strana e Tino lo aveva inseguito per poi sfasciare a calci il parabrezza del mezzo, procurandosi una ferita suturata poi con 35 punti.

"Se fossi riuscito a entrare - dirà in un'intervista a 'Four Four Two' confermando il tutto - avrei potuto uccidere il conducente".

Singolare è sicuramente la sua passione per le armi. La 'Gazzetta dello Sport' riporta che nel Capodanno del 1995 spara in aria dei colpi a pochi giorni dalla sfida con la Juventus e rischia di finire in carcere. In Inghilterra, successivamente, trovano dei fori di proiettile sulle pareti della sua casa e nel 2003 in Cile spara in aria nel bel mezzo di un allenamento gridando ai compagni.

"Correte bastardi! Non è così che ci si allena", la frase riportata dal 'Pais'. Si giustifica dell'accaduto affermando che "l’intenzione era quella di spronare i compagni".

Un leit-motiv della sua vita sono state poi le donne e il sesso, da non farsi mai mancare nemmeno prima di partite importanti. 

"La cosa più audace che ho fatto - dirà in un'intervista a 'Cromos' - è stata fare l'amore ad alta quota su un volo da Bogotà a Londra. Il mio sogno è farlo in un campo da calcio con le tribune piene: se la gente apprezza ti applaude altrimenti può lanciarti sassi e pomodori".

Durante la sua permanenza a Parma, la moglie Catalina torna in Colombia con suo figlio Santiago, turbata dalle continue voci su suo marito. Si vocifera in particolare di una relazione fra Tino e la modella  Petra Scharbach.  Tino, inoltre, nel 1993 posa completamente nudo per una rivista di soli uomini.   

Asprilla Barcelona

Partecipa a festini a base di alcol e sesso. È stesso attaccante a raccontare in una videochat con Cannavaro di un party a sorpresa prima di una partita con il Napoli.

"Il proprietario dell'hotel dove stavamo in ritiro era molto amico di Scala e questo aveva una figlia molto carina, questa aveva cinque amiche che studiavano a Parma ed erano sempre lì. Una notte mi chiamano dicendo: 'Vieni in questa camera', sono andato e c'erano queste fighe qua con la figlia del proprietario... Non ricordo chi ci fosse con me, credo Crippa. Siamo stati fino alle 5 della mattina, ci siamo divertiti. Poi abbiamo giocato contro il Napoli e abbiamo perso 3-1. Non abbiamo dormito, abbiamo fatto festa tutta la notte, era impossibile vincere in quelle condizioni".

"Crippa è stato la mia rovina. - aggiunge - Prima che arrivasse lui non uscivo da Parma. Poi ho iniziato a frequentare con lui i locali a Milano e a Modena".

Celebre anche un suo aneddoto su Crespo, sempre nella stessa intervista: "Non segnava perché non faceva sesso da sei mesi. Gli presentai una ragazza colombiana e iniziò a far goal".

Nel 1997 arriva in ritardo alla sfida di Champions fra Newcastle e Barcellona. Il motivo? "Ero a fare sesso con una delle mie fidanzate inglesi". Danglish lo fa giocare comunque e segna una tripletta. I compagni di squadra, fra cui Buffon, raccontano come fosse invidiato dai compagni per le dimensioni del suo membro. Riceve persino una proposta per fare l'attore in un film hard, che rimanda al mittente.

Nella sua carriera non mancano nemmeno  le risse in campo, come quella con Chilavert in Paraguay-Colombia del 1997. Tino racconterà a 'Telepacífico' di aver sventato il possibile omicidio del portiere ad opera di un narcotrafficante che gli chiede il permesso di farlo fuori.

"Ma sei pazzo? - risponde - Quel che succede in campo finisce in campo".

Prima di passare dal Parma al Newcastle, inoltre, sorgono dei problemi improvvisi. Secondo il 'Daily Mail' sarebbe emerso che il giocatore è risultato positivo alla cocaina durante le visite mediche. I ducali negano - "Le illazioni su Asprilla sono vergognose e destituite di ogni fondamento, semplicemente dobbiamo discutere ancora con gli uomini del Newcastle, per un problema di assicurazioni, e niente più" dirà la digenza a 'Repubblica' - e alla fine ottengono che il trasferimento sia completato.

I suoi giudizi su allenatori e giocatori non sono mai stati troppo teneri:

"Con Malesani ho avuto dei problemi e non ho imparato proprio nulla. Abbiamo vinto però spesso eravamo noi ad intervenire per spiegargli le cose. Una volta lasciò l’allenamento e disse polemico: ‘Allenatevi pure da soli'. Lo facemmo e la domenica vincemmo", ha raccontato a 'Tv Parma'.

" Kulusevski? È un bel talento, ma se lui vale 44 milioni io ne valevo 300".

Di recente, infine, Tino è finito sotto i ferri per un'operazione alla mano. La ragione non può che essere bizzarra: i troppi click con il mouse gli hanno lesionato il tendine.

Asprilla

L'AZIENDA DI PROFILATTICI

Dopo il ritiro, Asprilla nel 2015 si dà all'imprenditoria e apre la Condones Tino, un'azienda che produce preservativi.  Promuove la sua linea in uno spot con Valderrama con l'ironico slogan: "El Tamaño conta", ovvero "Le dimensioni contano".

In piena pandemia da Coronavirus decide di fare un atto di generosità regalando gratis i suoi prodotti, consegnati con i droni:

"In questi tempi di quarantena per il Coronavirus non è buona cosa riempirsi di figli. - dichiara nello spot in cui lancia l'iniziativa - Mi sono rimasti molti preservativi in casa e voglio che la gente mi aiuti a consumarli perché è molto difficile per me utilizzarli tutti...".

Da un po' di tempo ha chiuso il cerchio rispetto alle sue origini, vendendo canna da zucchero (ripagando i sacrifici di suo padre, che in una piantagione ci lavorava) al governo colombiano.

Sempre con il sorriso sulle labbra, Asprilla è ancora oggi molto amato dai tifosi del Parma. Il suo rimpianto più grande, oltre al matrimonio, resta quello di non aver giocato con una delle tre big italiane. 

"Se avessi indossato le maglie di Juventus, Milan o Inter, - sostiene - forse avrei vinto anche il Pallone d’Oro. Se ce l’ha fatta Nedved, con tutto il rispetto…".

Magari, Tino, con qualche follia in meno...

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