Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
Morata Higuain gfxGOAL

Morata come Higuain, addio al Milan dopo pochi mesi: un amore mai nato e sostituto già pronto

Pubblicità

Non c’eravamo tanto amati. No, la scintilla d’amore fra Alvaro Morata e il Milan non è mai divampata. In realtà, se proprio dobbiamo dirla tutta, la storia fra la punta nata a Madrid e il club rossonero è stata simile a un’infatuazione. Com’è arrivata, veloce e fugace, già se ne va, sotto forma di aereo pronto a partire con destinazione Istanbul. 

L’ex Juventus e Real Madrid lascerà Milano per firmare con il Galatasaray, a soli sei mesi dal suo sbarco nel capoluogo Lombardo. Un addio che ricorda tanto quello di un altro attaccante che, come Morata, prima di vestire la maglia del Diavolo era passato da Juventus e Real Madrid: Gonzalo Higuain.

  • Morata GalatasarayGetty Images

    IL FILO CHE UNISCE ALVARO E HIGUAIN

    Alvaro e Gonzalo, arrivati per prendere il Milan e il suo attacco sulle spalle; entrambi, in un modo o nell’altro, sono stati ceduti - per non dire scaricati - sei mesi dopo. Higuain proseguì quell’annata, la 2018/19, al Chelsea. Morata, a meno di ribaltoni, lo farà invece nella SüperLig turca. A unire i due, prima di tutto, è la tempistica d’uscita: avventura di sei mesi, prima di girarsi e, senza troppi rimpianti, dirsi addio. Anche perché, sostanzialmente, entrambe le cessioni il Milan le ha operate con una motivazione principale identica: la voglia di portare a Milanello un attaccante in ascesa, con caratteristiche tecnico-tattiche differenti e con una carta d’identità più fresca.


  • Pubblicità
  • Krzysztof Piatek Milan Napoli Serie A

    DA PIĄTEK A GIMENEZ

    Higuain, all’epoca, fu sacrificato sull’altare della trattativa che permise al Milan di vestire di rossonero Krzysztof Piątek. Il polacco, al suo primo anno di A, visse sei mesi completamente illogici al Genoa: 19 reti in 21 partite fra campionato e Coppa Italia. Il Diavolo se ne innamorò, aprendo il portafoglio e pescando 35 milioni per assicurarselo. Prima, però, fu silurato il campione affermato ma scontento, Higuain, per pescare il giovane talento polacco dal Grifone. Al Pipita, giunto a Milano in prestito con diritto di riscatto, fu fatto intendere che non sarebbe stata esercitata l’opzione di acquisto definitivo a giugno, anche per via dell’interesse verso Piątek.

    La storia, adesso, è simile: si consuma velocemente l’addio con Morata pur di arrivare a (quasi) ogni costo a Santiago Gimenez, autore di 16 reti in 19 gare stagionali con il Feyenoord.


  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Gonzalo Higuain MilanGetty Images

    NUMERI QUASI IDENTICI

    E se il contesto è davvero similare, i numeri lo sono altrettanto. Nei sei mesi vissuti con la maglia del Milan, infatti, Higuain e Morata hanno avuto un rendimento pressoché identico: il Pipita segnò 6 reti in Serie A in 15 apparizioni, più 2 in altrettante gare di Europa League.

    Alvaro, invece, ha realizzato 5 goal in 16 partite di campionato, a cui ne va aggiunta 1 in Champions League.

    Insomma, a livello numerico il rendimento e stato simile e, va sottolineato, insufficiente: furono troppo pochi i sigilli di Higuain, lo sono stati altrettanto quelli di Morata.

  • MorataGetty Images

    POCA LEADERSHIP

    A dir la verità, poi, l’impressione è che la cessione di Morata sia stata determinata anche da aspetti extracalcistici. Come all’epoca Higuain non ebbe un grandissimo impatto empatico col mondo Milan, altrettanto lo si può dire di Morata. Mai eccessivamente leader, mai capace di prendere per mano uno spogliatoio mai come quest’anno totalmente fuori controllo. Forse era quella anche la speranza di Ibrahimovic e Moncada, ma al netto di qualche post sui social, Alvaro non è mai apparso come ciò che il Milan sperava potesse essere: una colonna tecnica ma anche emotiva del nuovo corso.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Morata AbrahamGetty Images

    I DUBBI TATTICI

    E dire che, sia con Higuain che con Morata, il Milan ci ha provato e, forse, ha avuto anche più di un dubbio tattico. Sia l’argentino che lo spagnolo, nei loro sei mesi rossoneri, sono stati impiegati sia come unica punta che come partner di un altro attaccante. Gonzalo ebbe Cutrone come compagno di reparto e, a dir la verità, la combo a tratti funzionava anche bene. Diverso, invece, è il caso di Alvaro: la partnership con Tammy Abraham non ha mai brillato e, infatti, non è quasi mai stata impiegata se non a gara in corso. 

  • Inter Milan Supercoppa ItalianaGetty Images

    DUE GRANDI GIOIE

    Va sottolineato che a differenza di Higuain, Morata nei suoi sei mesi di Milan ha vissuto anche dei buoni momenti. È stato indubbiamente protagonista della splendida notte di Madrid, così com’è ha dato un contributo alla conquista della Supercoppa in Arabia di un mese fa. Due raggi di luce che Gonzalo, invece, non riuscì a portare a Milanello, avvolto in un semestre completamente negativo. 


  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Gimenez MilanGetty Images

    ATTACCO RIDISEGNATO

    Ciò, che infine, accomuna le uscite di allora (Higuain) e di oggi (Morata) è la sensazione di un Milan che sconfessa sé stesso o, comunque, la scelta estiva. Un passo indietro importante: l’attaccante è quasi sempre il colpo di mercato più complesso e importante, quello che tende - almeno in parte - a indirizzare le stagioni. Ibrahimovic e Moncada, oggi, scelgono la via che fu presa nel 2019: dire addio al campione già affermato per inseguire il talento futuribile, che allora era Piątek e oggi è Gimenez. Un’opzione che, vada come vada, finirà per ridisegnare il reparto d’attacco a disposizione del Diavolo. 

0