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Il fallimento del Parma? Taçi svela perché rinunciò: "Debiti per 240 milioni"

Quella legata al fallimento del Parma, è stata una vicenda che, tra il 2014 ed il 2015 ha scosso il mondo del calcio e non solo.

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Quella che sembrava essere un’isola felice, si è trovata ad un tratto a fare i conti con una realtà fatta di corse contro il tempo, false speranze oltre ovviamente a tutti i gravi problemi che hanno dovuto affrontare quelle persone che nel Parma lavoravano e che grazie alla società ducale vivano.

Tra i protagonisti di quei mesi incandescenti anche Rezart Taçi, l’imprenditore che comprò il Parma da Tommaso Ghirardi e che nel giro di pochissime settimane vendette il club a Giampiero Manenti.

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L’imprenditore albanese, intervistato ai microfoni di Sky, ha ricordato: “Fu un legale italiano ad avere l’idea di acquisire il Parma, io dissi che ero disposto a portare avanti l’operazione ma solo a determinata condizioni. Riuscimmo ad acquistare la società ma dopo due settimane ci accorgemmo che il Parma non aveva 70 milioni di debiti, il limite che aveva imposto per completare la trattativa, ma 240 e l’ammontare sarebbe cresciuto nei mesi successivi”.

Da lì la decisione di passare la mano: “Il Parma era ultimo, aveva un centinaio di giocatori a libro paga e c’era questa situazione debitoria, per questo abbiamo deciso di cedere subito. Non volevamo fare del male alla precedente proprietà”.

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